2000/2009 le plausibili considerazioni

più o meno un mese fa mi sono promesso di pensare un poco al decennio trascorso, e di pensarci in termini musicali: questo posso, al limite, riuscire a fare. l’idea era di prendersi la calma necessaria per ripercorrere uno spazio oramai impalpabile e irraggiungibile, ritrovarlo attraverso quei dischi che lo hanno segnato e significato. trastullo personale, sia ben detto a scanso di equivoci assolutisti. quindi non ne gioverà né la storia della musica e neppure la completezza enciclopedica, tutt’al più sarò io che potrò procurarmi qualche emozione quando domani leggerò di cosa ho scritto oggi a proposito di ieri.
mentre li conto ne annoto 18, numero anomalo e per lo più incapace di raccontare un decennio. molti gli esclusi, tanti quelli amaramente scartati e, spero, pochi i dimenticati. D’angelo a far debuttare un decennio, forse il canto del cigno di un suono e di un pensiero soul: ho creduto giusto celebrarlo anche per questo (con buona pace di Cody ChesnuTT che ancora attendo come fosse Godot). di cigni e di ultimi canti si potrebbe parlare anche per Marvin Pontiac: John Lurie ha taciuto per tutto il decennio finendo per intristirlo un poco, ma i cigni sono pink flamingo e i canti sono d’Africa. la più perfetta sintesi fra canzone d’autore e l’idea del continente primigenio: definitivamente imperdibile!
Vincent Gallo ha realizzato nel 2001 un one-shot di rara bellezza. la canzone rarefatta e slabbrata, dolente, la più malinconica delle dolcezze. attendo il seguito inutilmente da chiunque sia capace di tanto: ancora non giunge. forse è uno di quei dischi che mi prenderà alle spalle invecchiando e a lui mi arrenderò.
Beth Gibbons & Rustin Man hanno messo in chiaro l’inadeguatezza della stagione sin dal titolo, ma la circolarità del tempo non fa che riportarci ogni volta ad emozioni conosciute. non ho ancora smesso di ascoltarlo, credo che alla fine tutto si riduca essenzialmente a questo fatto. dello stesso anno e a memoria dell’evento del decennio l’intuizione sonora di William Basinski: chi conosce la caduta amerà la lentezza e la dispersione dei pezzi della propria anima, ascoltarne il suono. ho viaggiato così tanto dentro questi spazi che ho l’impressione di non essermi mai mosso. ed è pure possibile.
molti dischi ancora nasceranno dalle dolenti pene del cuore, Beck ha parlato del suo. raccolta organica e dolente, integra e fiera: sono nate canzoni così languide e dense che si finisce per fingere di soffrire al posto suo. o lo si fa sul serio.
per tutte le notti solitarie che verranno, quelle lunghe e incerte. per tutte quelle e queste passate porterò con me il disco dei Lambchop a dipanare i pensieri e calmare le membra. la notte è femmina: Is A Woman!
David Sylvian ha riscritto la forma canzone, è stato bello potervi assistere. da questo punto indietro non si torna se non a caro prezzo. è già stato gettato il ponte sul prossimo decennio (Manafon): è bene essere pronti ad attraversarlo.

Leonard Cohen, dopo questo disco, avrebbe potuto raggiugere il suo buen retiro di saggezza e bellezza. non lo ha fatto, e questa è tutta la meraviglia che ne consegue. a bassa voce dico disco del decennio.
appena ascoltai Tom Waits ingarbugliare il suo funky cubista mi ripetei che ci sarebbero voluti anni per comprenderne la grandezza e la lungimiranza: molti ne sono passati ma non bastanti ad abbracciarne il delirio. avanti così!
il più prolifico e beato dei cherubini della canzone ha invaso il decennio, scegliere ha significato scremare bellezza ma di Bonnie ‘Prince’ Billy porterò questo disco nel nuovo tempo, e lui mi confonderà ancora.
le canzoni del battello ebbro che spesso ho creduto di timonare le ha scritte Matt Elliott. affinchè ci siano ancora bottiglie, sbandamenti, cori da intonare fra amici e quelle stesse paure che fanno ritornare alla bottiglia. alla salute!
Howe Gelb ha raccolto, in memoria di un amico perduto, un pugno di canzoni incantate di polvere e deserto. l’America (maiuscola) non mi è mai stata così vicino, per poi allontanarsi nuovamente…
il suono del mio silenzio se lo sono rubato due sconosciuti finlandesi: non sapevo di avere una coscienza al fosforo piantata fra l’aorta e l’intenzione. The Gentleman Losers sono giunti laddove non sapevo di essere vulnerabile, quello spazio e quel suono definitivamente occupati.
Bill Callahan nell’incarnazione Smog ha realizzato il disco che verosimilmente ho ascoltato di più. ne conosco pieghe e sussurri, fruscìi e sbavature: posseggo un luogo di rifugio dalle intemperie e da ogni mala tempora, tornarvi sarà come tornare indietro, in alto e a margine di tutto il resto.
l’Africa è giunta alla mia porta nella sua versione più elegante e occidentale, le ho ceduto volentieri. Toumani Diabaté dialogando con se stesso ha finito per parlare la lingua colta di questo pianeta distratto. la porta si è aperta ed è entrato tutto il resto, ma a lui l’onore della prima accoglienza.

mancano Dylan e Cash, ma il verbo non è appropriato alla loro grandezza. manca molto altro ma non me ne cruccio. la scelta, come si diceva, è solo mia e se qualcuno avesse rimostranze da fare sono lieto di poter rispondere. gentilmente.
per il resto non posso che decretare la fine di un decennio che ne prevede da subito uno nuovo. va così, non credo ci si possa fare nulla e dunque così sia.

p.s. i link di questo post rimandano ad un luogo di cui presto sarà bene parlare. poi.

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0 risposte a 2000/2009 le plausibili considerazioni

  1. SigurRos82 scrive:

    E’ incredibile come finisca, inevitabilmente, per condividere molte delle tue scelte (il Principe, Beck, Beth Gibbons, Toumani, Waits, Gelb, Lambchop)…per il resto ho preso doverosi appunti come al solito 🙂

    Mi rimane un unico dubbio però (espresso anche sul mio blog). Mi domando: se di decenni stiamo parlando, allora non si tratta di 2001-2010? (Con il 2000 ultimo anno dell’ultima decade del secolo scorso, nonchè del secondo millennio)…

    Boh, questioni di lana caprina? 😀

    In ogni caso credo che le fila del decennio possano già essere tranquillamente tirate adesso…a meno che il 2010 non ci sorprenda con inaspettati capolavori 😉

    • borguez scrive:

      la questione annosa, già.
      non so se ricordi il capodanno fra il 1999 e il 2000: quella notte fra i brindisi e una malinconia personale che fatico a dimenticare, si discusse della stessa questione che hai posto sul tuo blog. non se ne venne a capo. io ho una mia idea personale ma è piuttosto confusa e difficile da esplicare.
      così ho preso per buono l’azzeramento dovuto al cambio di millennio e da allora ho contato dieci anni tondi: i quali sono finiti una decina di giorni fa. non so se sia giusto, di certo soggettivamente parziale.
      questione di lana caprina probabilmete, e poco forse importa.
      teniamoci i dischi, quelli in fondo se ne fregano un poco del tempo, almeno quelli che ho scelto. sto sempre parlando del mio tempo, relativizzando.
      questione annosa come vedi: etc. etc.

      • borguez scrive:

        dimenticavo…
        le playlist mi hanno sinceramente annoiato e nonostante questo ho ceduto alla tentazione di appuntarmi un promemoria per un futuro probabile.
        una strana fiducia sulla longevità della rete e, scaramanticamente, sulla mia mi induco a lasciare molliche di pane sul cammino.
        un giorno, lontano, spero che tutto ciò si gonfi orgogliosamente di senso.
        e adesso, per almeno dodici mesi, di playlist non se parla.

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  3. SigurRos82 scrive:

    Ma questo Marvin Pontiac???? Mamma mia….O_O

    • borguez scrive:

      quel Marvin Pontiac è John Lurie sotto mentite spoglie.
      te ne sarai accorta da quella voce inconfondibile.
      e quel disco rimane di rara bellezza (nella fatica di trovare aggettivi convenienti).

  4. SigurRos82 scrive:

    Già, al primo pezzo ho capito che c’era sotto qualcosa…poi mi sono informata sullo staff che vi suona e bam!, colto l’arcano 😉 Che voce John Lurie, e che musica O_O E c’è pure Marc Ribot 🙂

    • costantino scrive:

      A voi due non vi si può lasciare un attimo da soli…avete scovato pure Marvin Pontiac, l’eclettico e geniale John Lurie!!

      Scelte raffinatissime caro borguez, fluttuanti nell’universo delle beatitudini musicali e libere di diventarne costellazioni…Compliments!!

      Vi mando i miei saluti e i miei rispetti…O Miei dolci e intrepidi Compagni di Suoni!

  5. alice. scrive:

    un decennio maschio? masculin?
    davvero? vraiment?
    (scusa, oggi mi mancano le lingue)

  6. Hank scrive:

    Decennio tripallico! A ingentilire il tutto, propongo un disco a caso dei tre, mi pare, dell’impagabile Lisa Germano. Bell’elenco e, soprattutto e come al solito, belle parole.

  7. borguez scrive:

    maschio e tripallico apparentemente paiono sinonimi: e invece no.
    l’uno è superlativo testosteronico dell’altro.
    ringrazio alice e Hank per le puntualizzazioni e mi trovo costretto a narrare la vicenda che ha partorito l’aggettivo che Hank utilizza (con patria potestà) e che, recalcitrante, non si degna di delucidare – dopo ripetuti inviti.

    autunno 2004
    sera
    interno Barnum (forse un giorno meglio mi spiegherò)
    bicchieri, parole, chiacchere
    io e Hank fra altri
    l’innominabile fa partire il cd che gli ho appena portato
    alla seconda canzone in ascolto (questa) Hank salta su e perplesso afferma:
    ma questo è Leonard Cohen
    annuisco
    e lui perentorio
    gli è cresciuta la terza palla!

  8. borguez scrive:

    a Lisa Germano cedo volentieri il prossimo decennio per fiorire da gladiolo quale essa è

  9. Antony scrive:

    Suggerisco umilmente…Sufjan Stevens! Credo sia una delle voci americane che con maggiore creatività ed originalità si sia fatta sentire nell’ultimo decennio. Se non mi sbaglio, non ne hai mai parlato su questi lidi…Cosa ne pensi?

    • borguez scrive:

      hai perfettamente ragione e debbo confessare che la sua esclusione è stata tentennata e sofferta. credo tu ti riferisca a Illinoise che, fra le varie uscite che Sufjan ha sparso nel decennio, mi pare la più centrata e significativa: disco importante per creatività e originalità (come hai ben detto). penso che alla fine la sua esclusione (per quanto possa interessare) sia dovuta ad un certa scintilla che non è scoccata, vuoi per una voce a cui non riesco ad affezzionarmi e vuoi per attendere una maturità a cui credo debba ancora giungere. e questo è un parere assolutamente personale.
      nel senso che, per quello che ha fatto, credo sia necessaria una parabola di crescita e sviluppo che non farà che confermare il talento del giovinastro. ma io l’attendo. e non credo deluderà.
      ma i dischi che ho consumato sono altri, e li ho scritti, lasciandone indietro moltissimi.
      spero di averti risposto,
      a presto

  10. Antony scrive:

    Oh, si…ho letto entrambe le “playlist” ed ho avviato le mie ricerche con la solita solerzia e ingordigia. Risposta più che soddisfacente: devi sapere che sono una specie di maniaco del menestrello di Detroit. Spero si confermi, anzi, si superi col prossimo lavoro previsto per quest’anno, anche se le ultime interviste lo ritraggono alquanto confuso, in una specie di crisi che più che “creativa”, ritengo generazionale. Ti ringrazio per la risposta immediata; sebbene ti segua da parecchio, è la prima volta che ti scrivo…
    Buona giornata da Napoli!

    • borguez scrive:

      grazie della tua attenzione e delle notizie sul ragazzo che a questo punto attendiamo ansiosi.
      i suggerimenti, gli spunti e tutte le riflessioni intelligenti sono sempre ben accette al fine di stimolare chiacchere e conversazioni. diciamo che mi servono, e tanto basta.
      una buona giornata a Napoli dalla Romagna fredda e nebbiosa

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