Bexar Bexar

probabilmente a questo punto non è davvero più importante chiedersi il perchè e il come certe musiche entrino immediatamente nel tempio sconsacrato dei miei ascolti! per quale via e in che maniera ora non ha più senso, ora che definitivamente Bexar Bexar gira instancabile e riempe le stanze. forse fu una recensione di BlowUp o un link da qualche parte sulla rete: di certo fu qualcosa di privato, una scoperta solitaria, qualcosa che succede un po’ di nascosto con una strana sensazione di proibito.

Bexar Bexar è lo pseudonimo di un ragazzo texano di Austin al quale non importa poi tanto far sapere la sua vera identità, un ragazzo che immagino riservato e chino sulla sua chitarra a dare forma alle sue composizioni e a rallentare i battiti del suo cuore. musiche lente che si attorcigliano sinuose su se stesse, come in un impasto elettroacustico. melodie intime e private che si appoggiano sopra sei corde e si colorano di drones, glitch, sintetizzatori e loops dosati dalle mani e dalla misura di chi ha conosciuto la bellezza.

Haralambos è il suo primo disco del novembre 2004 uscito per l’etichetta Western Vinyl. 15 composizioni strumentali che portano alla mente troppo banalmente alcuni discorsi su musiche d’ambiente e al suo maestro incontrastato, Brian Eno. facili approssimazioni, scorciatoie da recensori che non rendono giustizia alla grazia sottesa in tutto il disco e ad alcune soluzioni armoniche che come germogli attendono di fiorire. le ritmiche sono digitali e i tappeti di tastiere sostengono le trame di un discorso che promette di divenire.

nel 2007 esce il secondo album Tropism e un sorriso discreto si allarga assieme al compiacimento di una parola data e mantenuta. dieci composizioni, la materia che diventa rarefatta, l’abbandono di un’elettronica pervasiva e un’ulteriore rallentamento. una maniera di sedare gli istinti. la chitarra al centro ed una stratificazione di suoni attorna ad essa. un disco prezioso, intimo e dolce come certe parole taciute.

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il tour europeo di Bexar Bexar giungerà il 21 giugno all’Hana-Bi di Marina di Ravenna. sarà l’occasione di incontrare un ragazzo texano che si fa precedere dalla fama di beatnik instancabile che vagabonda per gli States portandosi negli occhi certi cieli texani e profumi d’oltre confine. chi ha voluto vedere nei suoi paesaggi i deserti e le pietre aride, certe desolazioni che sono proprie dei luoghi perduti ha probabilmente tralasciato di guardare a fondo quelle copertine e quei colori che ritornano al mare, a quella sabbia che rallenta i passi e ad un dondolare lento come lo sciabordio di quella barca. e sarà bello vedere questo concerto mentre il solstizio d’estate allunga le ombre verso il mare e l’oscurità tarda a venire e forse me ne ricorderò a lungo, come fanno i souvenirs ritrovati in un cassetto o le cartoline spedite da una riviera.

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0 risposte a Bexar Bexar

  1. chris scrive:

    gran bel post che rende perfettamente l’idea delle nostre aspettative.
    domani brian precederà lo show di a hawk and a hacksaw per quella che sarà una serata dalle tinte folk e sincere.

  2. Hank scrive:

    Comunque sia, “qualcosa di privato, una scoperta solitaria, qualcosa che succede un po’ di nascosto con una strana sensazione di proibito” sono cose poco dignitose alla nostra età.

  3. borguez scrive:

    naturalmente Hawk and a Hacksaw meriterebbero altrettanta attenzione, ma per il momento mi pare giusto soffermarmi su questo ragazzo texano e sulla sua musica… poche ore fa ho sentito il suo disco risuonare di fronte alla spiaggia che sfiammava dal calore diurno e la sensazione appariva coerente, compiuta e giusta… a domani!

  4. chris scrive:

    ne approfitto per annunciare che assieme a hawk and a hacksaw e bexar bexar si aggiungeranno i devastations che concederanno il bis.

  5. borguez scrive:

    a questo punto i casi sono due: o si chiama festival (o mini festival che dir si voglia) o si chiama jam session! in ogni caso lo trovo entusiasmante…

  6. Pingback: Ljudbilden & Piloten One hundred fifty-five « borguez

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