Bill Callahan Letters to Emma Bowlcut

credo di dover immediatamente avvertire la truppa dei fan (della quale mi compiaccio di appartenere) che non si tratta propriamente del nuovo disco di Bill Callahan. peccato davvero: titolo e copertina avrebbero lasciato presagire alla catarsi.
in realtà si tratta di una novità che a ben pensarci poteva essere pensata da chi a più tempo di me per pensare: Bill Callahan pubblica un libro per l’etichetta (l’editore?) Drag City, evviva Bill Callahan.
ora, se come me calpestate il suolo italiota, vi sarete di certo accorti che da molto tempo il sito della Drag City risulta quantomeno irrangiungibile da qui. e di conseguenza non è dato, per ora, poter acquistare questo cimelio del futuro a venire. dunque ciò che solo oggi posso fare e additare un sito (bombsite) dove appare l’intervista rilasciata a Jon Raymond in cui si sposta l’obiettivo sull’aspetto letterario della carriera di Callahan, che, da qui in avanti, sarà da prendere in seria considerazione (per chi non l’avesse già fatto).
79 paginette che contengono 62 lettere non autografate di un uomo ad una donna conosciuta ad un party. an epic poem in the form of letters rimuginato e trascinato nei trascorsi 8 anni in cui Callahan ci ha potuto lavorare, concedendosi delle intermittenze dal suo mestiere principale.
mi siedo e attendo di poterlo leggere.
in questo frattempo (che immagino lungo) qualsiasi notizia ulteriore è alquanto gradita.
R.S.V.P.

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0 risposte a Bill Callahan Letters to Emma Bowlcut

  1. birdantony scrive:

    ne avevo letto, ma ora voglio leggerlo davvero! 🙂

  2. borguez scrive:

    la curiosità non si è arrestata ai primi impacci: forse l’attesa sarà più breve del previsto, giusto i tempi postali della Royal Mail in concomitanza con quelli delle Poste Italiane.
    ecco la via più breve che ho trovato: bookmat.

    procedo.
    se poi mai vi sarà una traduzione italiana provvederemo a leggerla. per ora preferisco verbo, fonte e idioma originali.

    • birdantony scrive:

      d’accordo al 100%! spesso i traduttori deludono e comunque nel caso di callahan non mi interessa la traduzione in italiano. voglio leggerlo a voce alta ed assaporare anche il modo in cui le parole suonano l’una accanto all’altra. d’altronde è callahan, no? 😉

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