Bill Frisell Music for the Films of Buster Keaton: Go West

ricordo una lettura edificante (ed evocativa) a proposito di alcuni istanti della storia umana in cui l’eccellenza, la bellezza e la più pura elevazione spirituale ed intellettuale hanno avuto luogo. ma la mia memoria labile ha perduto autore e titolo del libro (pardon!). ricordo però la suggestione nel tentare di descrivere cosa avrebbe potuto aver luogo in una bottega toscana nella seconda metà del ‘200, quando un maestro di nome Cimabue dispensava consigli all’allievo che il mondo avrebbe poi conosciuto con il nome di Giotto; oppure poter spiare dentro quel laboratorio chimico agli albori del ‘900 quando due coniugi dal nome Curie cambiarono il corso della scienza e della storia; o poter essere un silenzioso ed invisibile ascoltatore dentro quella stanza in cui l’intervistatore François Truffaut poneva sagaci questioni cinematografiche ad un certo Alfred Hitchcock! veri e propri istanti di sublime eccellenza, consessi di genio e assemblee di intelligenza! li definirei circuiti virtuosi, riccioli di tempo sulla fronte dell’ingegno del genere umano!
anche questo incontro fra Bill Frisell e Buster Keaton potrebbe essere annoverato fra quelli citati sopra, se non fosse che la diacronia intercorsa conta ben 70 anni del secolo scorso, e, in realtà, i due non si sono proprio mai visti. ma ad ogni modo il chitarrista ha voluto incontrare l’arte di Keaton cimentandosi nella colonna sonora di Go West (1925), lungometraggio muto e bianco/nero per questioni di forza maggiore!
è nato così Music for the Films of Buster Keaton: Go West (Nonesuch, 1995), 24 composizioni originali ed autografe che Bill Frisell ha interpretato facendosi accompagnare da Kermit Driscoll (basso acustico ed elettrico) e da Joey Baron (batteria e percussioni). ricordo una visione di Go West, lontana nel mio tempo, accompagnata dal classico suono del piano (rag, bluesy) nella più ovvie delle colonne sonore che da sempre accompagnano il muto! in realtà non ho provato a sovrapporre questi suoni nuovi a quelle immagini già vedute, e non so neppure se lo si possa fare arbitrariamente o ci se debba affidare (ben più consapevolmente) all’acquisto del dvd che racchiude anche gli altri due cortometraggi The High Sign e One Week per i quali lo stesso Frisell ha inciso l’altro album gemello di questo!

approccio curioso quello di Frisell: elettrico, debitore di tanto suono (ahimè) fusion che imperversò negli ’80 eppure già orientato in nuce verso quello che sarà l’approccio del chitarrista negli anni a venire che conducono all’odierno. cominciano a farsi luce sprazzi di purissima americana, blues sottocutaneo, walking di basso e afflato folk! credo si trattasse, già allora, di giungere a quella materia che ha fatto grandi dischi come Nashville o il recente Disfarmer! gradi di mutazione dal jazz in avanti (e a ritroso) verso la conquista del west musicale, della tradizione e del suono primordiale della terra americana. niente di più idoneo dunque del medesimo viaggio slapstick compiuto da Buster Keaton verso le disavventure di un goffo cowboy: la scena della mungitura credo resti memorabile (in italiano fu tradotto con un banale Io e la Vacca)!
(ecco tutto ciò che di meglio ho trovato in rete: la musica qui è artificiosamente montata da Hoedown (from Rodeo) di Aaron Copland)

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=fvxiUi6lFro&feature=player_embedded]

si diceva dunque di questa assemblea di talenti, di questo felice connubio di tempo e originalità: dunque eccolo! il disco resta assai godibile anche senza la visione del film, come del resto il film è vissuto ben 70 anni senza la necessità di una nuova colonna sonora di Frisell! io sono felice di riproporla agli amanti dell’uno o dell’altro (o di entrambi: come il sottoscritto) e mi sobillo la domanda seguente: chissà oggi, dopo tutta la strada polverosa percorsa, come la inciderebbe Bill Frisell?

Bill Frisell Music for the Films of Buster Keaton: Go West

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0 risposte a Bill Frisell Music for the Films of Buster Keaton: Go West

  1. SigurRos82 scrive:

    Grazie, questo lavoro di Bill Frisell mi mancava! Vedo anche che siamo in sintonia per quanto riguarda la discografia friselliana 😉

    P.S.: Disfarmer è uno dei (pochi) autentici gioelli di questo 2009 🙂

    • Luciano Vanni scrive:

      concordo pienamente. abbiamo realizzato un’intervista in esclusiva con BILL FRISELL per raccontare DISFARMER; sarà pubblicata su JAZZIT di gen/feb 2010.
      complimenti per il bel racconto.
      luciano vanni

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