Cibelle Las Vênus Resort Palace Hotel

So may I introduce to you (…)
We’re Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band,
We hope you will enjoy the show,
We’re Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band,
Sit back and let the evening go.

eccola: la divina è di ritorno. l’attesa stava diventando snervante. eccola mutare e inventarsi l’ennesima piroetta che la trasforma in Sonja Khalecallon in compagnia della sua band Los Stroboscopious Luminous. sono di scena al Las Vênus Resort Palace Hotel, l’ultimo cabaret esistente sull’asteroide che si allontana dalla fine del mondo che è esploso. Cibelle non delude e rilancia, come le regine che si rifanno il trucco mentre l’universo implode. estrae dal cilindro stroboscopico della sua creatività un concept album dalle maglie larghe e dalle vedute aperte: un contenitore di canzoni per fare il punto su di una carriera giunta al crocevia fra freak attitude e mainstream. sono racconti e suggestioni di un mondo sintetico da (post) post-exotica: elettronica, glam e ukulele mescolati a vino di palma, James Bond e Edith Piaf. è lei stessa a guidarci fuori dalla giungla verso il sipario del nightclub.

[vimeo=http://vimeo.com/9227367]

la lezione antropofaga dei prozìi tropicalisti è digerita: i baronetti di Liverpool di cui si voleva fare un sol boccone possono ora riposare tranquilli, hanno una degna erede capace di fare uno di quei dischi che pochi, dopo di loro, sono stati in grado di concepire. mi riferisco all’attitudine piuttosto che al mero risultato: a quel sapersi destreggiare e pavoneggiarsi in quel pastiche fra pop di consumo, visionarietà e genio melodico che non dimentica l’essenza delle canzoni e la loro semplice natura.

Las Vênus Resort Palace Hotel esce per la belga Crammed. registrato fra Vancouver, Londra, Berlino e São Paolo con la collaborazione di svariati personaggi e con quell’afflato internazionalista e globale che permette a Cibelle di interpretare le canzoni in diverse lingue e cangianti contesti. nove brani originali e tre covers che disegnano le coordinate della dimensione exotico kitsch tropicalista della regina paulista: It’s Not Easy Being Green rubata a Kermit direttamente dai Muppet, Underneath the Mango Tree che Ursula Andress sussurrava uscendo dall’onda di fronte ad un basito 007 e una gemma rubata al precusore elettronico Raymond Scott, compositore di colonne sonore per film e TV series nei ’50 sintetici americani: Lightworks.

[vimeo=http://vimeo.com/9205696]

l’effetto straniante è riuscito, la dimensione onirica raggiunta. le attrattive dello spettacolo reggono se stesse e l’intero lavoro, il cabaret ringrazia i gentili presenti e li invita a tornare presto fra synth miagolanti e cinguettìi siderali. Cibelle e tornata e mi sento in dovere di ringraziarla per non aver perduto quella talentuosa attitudine a stupire e inventare restando saldamente all’essenzialità che dovrebbe vestire una canzone.
e del resto i Beatles avevano già previsto tutto… Cibelle, ma belle!

Questa voce è stata pubblicata in 2010. Contrassegna il permalink.

0 risposte a Cibelle Las Vênus Resort Palace Hotel

  1. alice scrive:

    a me fa ridere ascoltarla.
    quale più bell’effetto…
    sarà quel naso, sarà il prendersi non troppo sul serio, sarà una leggerezza che funziona perché c’è.

    • borguez scrive:

      ecco quel qualcosa d’altro che me la fa accomunare agli amati Beatles: quell’autoironia che salva la vita, la propria e quella di coloro che si mettono in ascolto.
      puntualizzazione preziosa.

  2. hrundi v. bakshi scrive:

    Questo non sono ancora riuscito ad ascoltarlo.
    Nina Nastasia mi sembra proprio un bel disco….già al primo ascolto.

Rispondi a borguez Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.