David Grubbs & F.S.Blumm Back to the Plants (Music for Drawings)

mi sia concesso di rubare poco e breve tempo. giusto quello che ci vuole ad abbozzare uno schizzo o un semplice scarabocchio. piccolo e minuto è anche il formato di questo disco: 7″ o, si preferisce, 45 giri. come una annotazione a margine, un orecchio alla pagina di un libro. esigua anche la durata dei brani suddivisi in fila per due sui due lati del vinile: poco più di 12 minuti, lo spazio di una divagazione, un orlo di tempo ripiegato nello spazio del giorno. part three/part one sulla prima facciata, part four/part two sul retro.
le chitarre di David Grubbs e F.S.Blumm si incontrano a Siviglia il 2 luglio 2008 per una improvvisazione estemporanea “dentro” una scultura dell’artista Peter Coffin: Untitled (Greenhouse). elettrica quella di Grubbs e classica quella di F.S.Blumm, nella vegetazione verdeggiante, si intrecciano e annodano un sentiero clorifilliaco che riporti Back to the Plants.

la tedesca Ahornfelder riprende in mano questo materiale e lo affida alla rielaborazione dello stesso F.S.Blumm, che lo tratteggia cautamente con sonorità di contorno che non inficiano la naturalezza del gesto improvvisativo. il tutto (il piccolo disco) accompagna alcuni disegni e bozzetti che lo stesso Blumm ha schizzato negli anni precedenti a creare un piccolo cofanetto di squisita fattura.
musica atta a deliziare lo spazio di una sosta nel verde, nella quiete agreste di una pausa boschiva: musica che si dirige verso il poco, il piano e il piccolo. avevo promesso di rubare quasi nulla, spero di esserci riuscito: nei commenti qui sotto l’indicazione del sentiero.

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0 risposte a David Grubbs & F.S.Blumm Back to the Plants (Music for Drawings)

  1. Fabio scrive:

    Bellissimo post caro Borguez. David e’ per me un amico carissimo, che frequentavo spesso quando andavo regolarmente a Chicago pr lavoro (e prima che lui si sposasse e si trasferisse a Brooklyn). E’ una persona deliziosa, di enorme ospitalita’. Ricordo piacevolissime ore di ascolti guidati della sua collezione, nella sua graziosa casa di Chicago.

    L’ultima volta che ci siamo visti mi ha quasi imbarazzato: suonata l’ultima nota del concerto, al Luminaire, mentre il pubblico lo applaudiva, avendomi riconosciuto tra il pubblico si e’ buttato dal palco per abbracciarmi.

    La qualita’ della sua musica degli ultimi anni e’ stata un po’ ondivaga, come si addice a un musicista in perenne ricerca di nuovi territori. La sua qualita’ umana e’ pero’ davvero costantemente altissima. Spero vi incontriate un giorno (se succedesse, salutamelo molto cordialmente), vi piacereste subito.

    • borguez scrive:

      mi chiedevo cosa dovesse avere una storia per assorbire completamente la mia attenzione, e quella appena narrata da te ha risposto a più di una domanda.
      non sono certo di incontrarlo presto ma puoi star certo che non mancherò di portare i tuoi saluti: piuttosto non mancare di aggiornarmi nel caso la vostra amicizia vivesse nuovi sviluppi (musicali e non).

  2. tool scrive:

    imparato molto

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