Davide Reviati
Morti di Sonno

Il calcio è una cosa seria!
ce lo siamo ripetuti parecchie volte a notte fonda, quando i discorsi sono più sciolti, la lingua un poco gonfia e il tempo dalla nostra parte. e non c’è mai stato bisogno di precisare a quale calcio ci stessimo riferendo. lo abbiamo giocato entrambi, negli stessi anni, in due campetti probabilmente simili e della medesima città. ma diverso era il versante della periferia, quasi opposto! e distanza incolmabile per le nostre biciclette di allora che risulta impensabile che io e Davide ci saremmo mai potuti trovare uno contro l’altro.
oggi favoleggiamo di cosa sarebbe potuto accadere e gongoliamo nel ridicolo. io continuo ostinatamente a giocare e lui a maledire un ginocchio e a sventolare un se non mi fossi…! io a cercare di ricreare inutilmente l’idillio di un’infanzia, lui, assai più saggiamente, e meglio, a raccontarla – disegnandola!

davide_reviati_morti_di_sonno_fumetto

Morti di Sonno (Coconino Press) è l’ultimo lavoro di Davide Reviati. la mia poca frequentazione con il fumetto mi spinge a farmi suggerire che si tratta di una graphic novel: qualsiasi cosa voglia dire io so che dietro c’è un grande impegno e altrettante notti di lavoro, le stesse che lo hanno allontanato dalle futili chiacchere e dalle ore piccole viziate.
una storia narrata da dentro e resa per difetto, in contrasto, in riduzione. quel poco è di più che dovrebbe illuminare altri e più ampi orizzonti! fuoriesco ora dalla terza lettura e mi ritrovo smarrito e stordito dopo tanta leggerezza di narrazione, dopo quella sobrietà che però lascia il segno. segno scuro e amaro!
le vicende mi sono così familiari e allo stesso tempo cinicamente estranee; altre recensioni hanno la giusta prospettiva per riportare i fatti e i luoghi della vicenda dalla quale non riesco propriamente a distanziarmi.
preferisco immaginare quel campetto con in mezzo un palo della luce, formidabile e involontaria metafora. annusare la verzura dell’erba che si mischia all’acre sapore chimico del cielo ravennate, il colore delle ginocchia sbucciate, l’odore dei fossi a giugno e il sapore ferroso delle ferite e del sangue al naso.
è la luce di una memoria che in qualche modo è collettiva, la percezione di un’infanzia che pareva interminabile, intoccabile. e invece “può succedere che un’estate lunga dieci anni finisca in mezzo minuto. e non c’è niente di strano”. strano è invece ricordare, riavvolgere e recuperare. rivedere i volti e appicicarli ai rispettivi nomi, o viceversa. gli eroi dell’infanzia gonfiano il petto nel ricordo, ingigantiscono la statura all’orizzonte e accumulano mitologia e leggenda. la realtà è stata più cruda e più severa di ogni immaginazione, come sempre.

davide_reviati_morti_di_sonno_tavola

è per le avventure di coloro ai quali il libro è dedicato che vale la pena di parlare. per raccontare cosa c’era e c’è stato dopo, cosa resta e cosa manca. la felicità non ha margini di miglioramento! e forse per questo si è cercato di barattarla con altro, scommettendoci sopra.
qualche giorno addietro Maurizio Ribichini mi scrive per avvertirmi della meraviglia del libro di Davide. faccio mio il suo giudizio “tecnico” competente. poi mi chiede il suo numero per ringraziarlo personalmente. anch’io credo di dover ringraziare Davide e di permettermi di farlo qui (ma non mancherò di farlo appena lo vedrò), per aver sollevato un coperchio sul tempo che non tornerà. per averlo fatto sobriamente ed elegantemente, in bianco e nero e senza clamore, trattenendo gran parte del dolore e restituendo soltanto la parte immaginifica che sopravviverà alla pagina e alla memoria di chi ancora corre al crepuscolo!

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0 risposte a Davide Reviati
Morti di Sonno

  1. Anonimo scrive:

    …Regalatomi da una persona che sento molto più di un amico…letto quasi tutto d’un fiato con avidità infantile…correndo al crepuscolo come un bambino che torna a casa…

    Perchè noi bambini corriamo sempre verso casa. Non per obbedienza o timore di far tardi…

    …Noi bambini corriamo sempre…Siamo fatti così…

  2. Lucien scrive:

    Questa storia sollecita non poco la mia curiosità di ex-divoratore di fumetti. Storie anche della mia generazione, malgrado 5/6 anni di differenza con l’autore.
    I primi anni ’80, micidiali. Quanti ne ho conosciuti che si sono persi e non sono più tornati!

    • borguez scrive:

      dai libero sfogo alla tua curiosità, lasciala pure correre!
      se poi sei avvezzo ai fumetti avrai quella necessaria competenza e quel filo da torcere che tiene incollato alle pagine e al tratto sul foglio!
      forse non è propriamente una questione generazionale… il passato è talmente distante che oramai ci accomuna tutti!

  3. Hank scrive:

    Se sapessi esattamente cosa significa, lo definirei un magmatico, avvincente “bildungsroman” (?). Cedo comunque alla tentazione di riempirmi la bocca con asperità teutoniche, confortato dall’idea di poterne ridacchiare con il magnifico autore, in carne e ossa, di fronte a un Ricard. E trovo bello, caro Borguez, che tu, come di consueto, abbia trovato le parole esatte, chirurgiche, per invogliare alla doverosa lettura anche chi non ha la fortuna di accostare il bicchiere a quello di Davide.

    • borguez scrive:

      bello caro Hank, per una volta, poter brindare con l’autore.
      immagina solamente con quanti e quali avresti voluto farlo!

      è che io l’avrei pure tallonato e spintonato sulla fascia, io vile incontrista e lui reo profeta!
      mi metterei volentieri a fantasticare…come facevo da bambino, ma qui c’è gente, non si può più!

  4. punck scrive:

    sono troppo di parte per ogni tipo di commento.

    un giorno ti mostero” la caricatura che mi fece e che e’ orgogliosamente appesa nel mio studio!!

    ahh…daviduzzo
    🙂

    • borguez scrive:

      anch’io caro punck mi sento un po’ troppo di parte e ho faticato assai a dire e a proferire parola. ma l’emozione era tanta e la gioia di più e infine ho fatto ciò che forse mi viene più spontaneo… un grazie prolisso!

      sono curioso di vedere quella caricatura a cui tu, di certo, avrai fatto di tutto per assomigliare!

  5. ReeBee scrive:

    eccoti. lo sapevo e se non lo sapevo lo immaginavo.
    immaginavo una tua sul libro di Davide. necessaria come l’acqua e nessuno ci fa caso. necessaria come il vino e qualcuno ne assapora gli afrori. in questo caso di scarpini e maglie fradice.
    solo una cosa: non c’è bisogno di compentenza per leggere un libro a fumetti, bisogna solo entrare e lasciarsi andare. come al cinema, tu entri ti siedi il resto accade. esattamente così. no competenza. quella la lasciamo ai ragionieri o ai professionisti di passaggio, ai quali si augura di passare e in fretta grazie.
    tutto qui.
    grazie del contatto perso e ritrovato, dove il caso non ha competenza perchè il resto accade e per fortuna senza fretta.
    ciao e grazie.

    • borguez scrive:

      già maurizio,
      ho parlato di poca frequentazione con il fumetto per premettere che non sarei entrato in dettagli tecnici che non conosco e che poco mi appartengono.
      ma prima Davide, e poi tu, mi avete subitaneamente smentito.
      davvero poco serve per bere tutto d’un sorso il racconto di Davide. a lui il pregio dell’essenza e della semplicità: della concretezza!
      a te un grazie per avermelo ricordato!

      senza fretta ci incontreremo di nuovo, e non sarà per caso!
      stai bene…

  6. gianluca scrive:

    Gentile borguez,
    ti invito domenica 31 maggio al Castel san Pietro in Blues Festival presso lo stand delle armoniche dove accompagnerò Claudio De Simone, nello show case sulla nuova produzione 2009

    • borguez scrive:

      grazie gianluca,
      mi permetto di estendere l’invito a tutti coloro che vorranno qui leggere e lì partecipare!
      mi ero ripromesso per quel giorno un’escursione appenninica fra silenzi e passi meditabondi. sai quei bisogni improvvisi ed irrequieti che è bene assecondare? quelli!
      ma tu non mancare di segnalare queste ed altre iniziative.
      e poi in bocca al lupo!
      grazie ancora…

  7. borguez scrive:

    ricevo e pubblico:

    venerdì 29 maggio
    ore 21,30
    MODO infoshop
    Interno 4 Bologna
    Via Mascarella 24/b e 26/a

    presentazione di
    Morti di sonno
    un libro di Davide Reviati (Coconino press)

    con l’autore ne parlerà Andrea Plazzi

    http://modoinfoshop.com/dettaglioevento.asp?id=600

    MODO infoshop
    Interno 4 Bologna
    Via Mascarella 24/b e 26/a
    40126 Bologna
    tel. 051/5871012
    info@modoinfoshop.com
    http://www.modoinfoshop.com
    http://www.myspace.com/modoinfoshop

  8. Anonimo scrive:

    Che peccato ! che occasione persa … un tale talento persosi nei meandri della denuncia sociale …
    Io vivevo a pochi passi da Davide e onestamente ho vissuto con molta più gioia e spensieratezza quell’estate … il villaggio era fantastico … fiabesco … e per questo meritava una fiaba più gioiosa ! Davide dice si poteva fare di più ! è vero … e per fortuna qualcuno ci è riuscito !!!

    • borguez scrive:

      innanzitutto è bene dire che l’anonimato non aiuta propriamente il dialogo e la discussione!
      in particolar modo nelle critiche, nei che peccato o nel che occasione persa!
      inoltre non comprendo a pieno l’idea che si vorrebbe contraddire, quale la questione. forse il Villaggio era davvero fantastico o forse no. o forse entrambe. credo possa dipendere da chi racconta. Davide lo fa mettendoci nome e cognome, e faccia e matite. il mio parere è espresso più sopra.
      Davide, se vorrà, lo farà in sedi e luoghi opportuni!
      il problema resta però uno: con chi se ne dovrà parlare? con qualcuno che sarà pure cresciuto spensierato e gioioso, ma che oggi non riesce propriamente a firmare un commento o a prendersi una piena responsabilità di ciò che dichiara.
      il blog resta comunque a disposizione!

  9. Anic scrive:

    Mi pare che nessuno di voi abbia messo nome e cognome, potrei firmarmi Rubens come Macchia o Roccia … cosa cambia … sono capitato qui per caso e ho dato una mia opinione, non e’ detto che ne voglia parlare altrove…
    Davide al di la del suo talento indiscusso ha dato la sua versione di una parte della nostra vita, forse la più bella, che rimarra scolpita dentro di noi.
    Ognuno avrà la sua … ma vedere descritto il villaggio come un vicolo cieco dal quale se ne esce solo morti (di sonno) mi è parso esagerato, è chiaro che il lettore estraneo ai fatti viene colpito e affascinato dall’atmosfera cupa che Davide riesce a creare ma io che ho vissuto a fianco a lui, mi sono sentito estraneo e mi ha anche un pò infastidito … io non ho mai visto mio padre piangere di malinconia nonostante abbia quasi lasciato la vita all’Anic, forse perchè se non ci fosse stato l’Anic con tutti i suoi tanti difetti, forse sarebbe morto di fame !!! ma se i suoi ricordi sono questi mi dispiace per lui …

  10. Anonimo scrive:

    …Salve a tutti, sono l’anonimo del primo commento, non mi sono firmato perchè non volevo rivelare che il libro (capolavoro) di Davide Reviati in realtà me lo ha donato borguez…

    …Sono fermamente convinto del fatto che in una collettività come la nostra, che si sente evoluta, moderna e contemporanea, non si può vivere col rischio di “morire sul lavoro”…o col rischio di “morire di fame”…e neanche col rischio di diventare poi da grandi come l’illustre Signor Rubens, Signor Roccia, Signor Macchia…o come cazzo ti chiami…

    …Rileggendo il libro, credo di aver capito chi sei…Roccia!

    Ah…Dimenticavo Roccia…Io sono Costantino Spineti…

    N.B. ….e lascia stare Rubens…che è un pittore che amo nonostante le sue modelle tutte uguali…(ho scoperto di recente che si trattava dela donna che ha amato perdutamente).

  11. Anic scrive:

    Quando si ricevono offese personali, solo per aver espresso un parere differente dal vostro, credo che il dialogo, se mai vi sia interessato, sia già finito.
    Un bell’ esempio di democrazia … “in un mondo evoluto e moderno” … continuate pure ad autoelogiarvi !

    Però potevate dirlo che il blog è riservato …

    ps ma cosa vuoi aver capito … se non hai capito neanche chi sei tu ! per tua fortuna non sono io Roccia altrimenti eri nei guai

  12. borguez scrive:

    se mi permettete farei due passi indietro….

    le offese non sono gradite, da qualsiasi parte vengano!
    Costantino è focoso, interviene a gamba tesa, ma lo fa con le migliori intenzioni. forse qualche parola è di troppo però!
    Anic (ti posso chiamare così?) si è offeso. credo giustamente!

    torno a quei due passi indietro…

    io davvero non ho capito qual’è la questione! l’opinione di Anic è sua e personale, nessuno la tocca e nessuno, credo, la vuole cambiare. ma quando scrive (riferendosi a Reviati)ma se i suoi ricordi sono questi mi dispiace per lui, non capisco esattamente dove si vuole arrivare.
    i fatti di questo mondo e quelli delle nostre vite presentano come minino due chiavi di lettura (e molte di più in realtà): quel villaggio ha avuto tanta storia e molte vite, ciascuno racconta la sua.

    dire occasione persa e talento persosi sono già una bella presa di posizione. non la condivido, ma lascio che tu la scriva.
    punto. tutto qua! a ciascuno la sua… se poi qualcuno ci è riuscito meglio (sempre che voglia dire qualcosa) sono pronto a scoprirlo. chi? come?

    il blog è aperto, il mio nome è disponibile (se vuoi) e risponde personalmente alla mail qui di fianco. Davide Reviati ha un nome ed un cognome e Costantino non creda si debba nascondere dietro a nulla.
    sono a disposizione, ma non so cos’altro ci sia da aggiungere.
    io ho parlato di un amico e di un suo libro che mi ha emozionato, non credo di poter cambiare idea, ma se vuoi ascolto volentieri.

  13. Anic scrive:

    La presa di posizione c’è ma senza offendere nessuno … tantomeno Davide al quale auguro il migliore successo nella sua professione artistica.
    Da regolamente invece le entrate a gamba tesa vengono sanzionate con il ROSSO !

    Se volete confrontarvi con una visione diversa di quello che era il villaggio, leggete quanto riportano quei bambini di una volta su face book, gruppo “quelli del villaggio” … capiamoci quella non è arte … ma è realtà ! una bella realtà !

    Perchè mi dispiace per Davide? perchè lui invece ha vissuto, a quanto pare, nella paura e nella malinconia …

  14. alice scrive:

    Paul Valery in Tel Quel scriveva:
    Si j’ai fait le portrait de Pierre, et si quelqu’un trouve que mon ouvrage ressemble à Jacques plus qu’à Pierre, je ne puis rien lui opposer — et son affirmation vaut la mienne.
    Mon intention n’est que mon intention, et l’œuvre est l’œuvre.

    Mi permetto di tradurre:
    Se ho fatto il ritratto a Piero, e se poi qualcuno trova che la mia opera assomigli a Giacomo piuttosto che a Piero, non posso oppormi – e la sua affermazione vale la mia.
    La mia intenzione non è altro che la mia intenzione, e l’opera è l’opera.

    Paul Valery, così come Roland Barthes, credevano che l’opera artistica, di qualunque tipo – letteraria, pittorica, fotografica – nel momento della sua nascita acquisti un “essere” proprio. Ciò che porta l’autore a compierla è soggettivo e rimane al creatore. Gli rimane stretto addosso e nessuno dovrebbe criticarne la spinta. Ciò che si può guardare, analizzare, scandagliare è l’opera in sè. E allora l’opinione di ognuno varrà quella dell’altro.

    L’intenzione di Davide lasciamola a lui. Ciò che ha vissuto e ciò che ha sognato è qualcosa che gli appartiene e che non può, non deve essere criticato. Perché suo.
    Se vogliamo parlare di un libro, di un tratto, di fumetti, di dialoghi, di storia e di pagine, allora facciamolo. Altrimenti un buon silenzio sarebbe altrettanto buon rispetto.

  15. Pingback: Un libro per l’estate: Morti di sonno è la scelta di Nuvole Parlanti | Video Folli

  16. Giò scrive:

    Mi ha prestato il libro il mio ragazzo.
    Da 4-5 anni ho ripreso a leggere fumetti ma nn mi ero mai cimentata nella grafic- novel. Questa storia mi ha attraversato con le sue luci- ombre e la sua apparente ruvidità. Ha riportato a galla il mondo dell’infazia farcito di verità, di questioni sociali
    e problematiche familiari. L’ho trovato un’opera fluida, scorrevole, romantica e affascinante.
    Grazie Davide!

    • borguez scrive:

      sì, grazie a Davide!
      e grazie anche a te per i pensieri puntuali. so perfettamente che Davide raccontando la storia di un quartiere di provincia (Ravenna) ha voluto in realtà raccontare le storie universali di molti altri quartieri e di molte altre provincie. non sono davvero dissimili le une dalle altre. ci appartengono.
      sono felice ti sia piaciuto!
      se vuoi proseguire la conoscenza dell’arte di Davide Reviati ti consiglio anche (appena uscito anch’esso) Dimenticare Tiananmen per l’editrice Beccogiallo.
      a presto,
      borguez

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