Dieci Anni

dieci anni. dieci lunghi anni senza Fabrizio De André.
dieci anni senza la sua voce, senza la sua coerenza e senza le sue parole. sono dieci e altri amaramente se ne aggiungeranno. vorrei trovare parole che non trovo per significare una mancanza che invece di assuefarsi, si ingigantisce come un’ombra al tramonto.

dieci anni. dieci lunghi anni in cui coerentemente non è stato permesso di saccheggiare il suo canzoniere rovistando fra nastri e rimasugli di sale d’incisione. e di questo bisogna essere grati.
le sue canzoni restano intatte a restituire, come uno specchio , il Fabrizio De André che ciascuno di noi si porta dentro. perché ciascuno conserva di lui un frammento privato e speciale.
annoto su questo diario parole tanto dense da non riuscire a prendere forma calligrafica. scrivo un po’ d’istinto, notturno. a volte mi pare di aver afferrato quel filo che mi tiene legato a doppio nodo alla sua vita artistica, a volte, per fortuna, no! e continuo a cercare!
un anno dopo la sua morte morì anche mio padre. in quello spazio e negli anni a venire mi è sembrato di diventare più uomo, più fragile e più solo.
quei due lutti hanno segnato il mio tempo e continuano a significarlo!
dieci anni. dieci anni e poi torno ad affidarmi ancora alla sua voce.

ritorno alle sue parole, alla sua spaventosa e intransigente coerenza etica, ai suoi insegnamenti. al suo esempio. mi associo ai vari blog che hanno voluto per oggi sentirsi uniti nel ricordo. sono con loro. mi tengo stretto le sue parole, le riascolto e qui le ripropongo dal cd che la rivista anarchica volle pubblicare tempo addietro. dico soltanto, stretto fra le labbra, un ciao a Fabrizio.

Questa voce è stata pubblicata in Vita Nova. Contrassegna il permalink.

0 risposte a Dieci Anni

  1. alice scrive:

    se mia figlia, che in mezzo a questi 10 anni è nata, ne riconosce il sorriso e la sigaretta
    se impara a memoria le sue canzoni, se le balla, se le cerca
    se racconta a tutti che oggi è un anniversario da “sapere” e da ricordare
    se mi chiede Perché e poi dice Peccato
    allora Fabrizio continuerà a rimanere
    allora lo si lascerà in eredità come tesoro da non perdere
    come chi lascia il proprio segno non solo nella musica
    ma, sì – coerentemente, nella vita

  2. Lucien scrive:

    Sono l’umanità e l’umiltà le prime qualità che fanno grandi gli uomini e Fabrizio ne aveva da vendere:
    “Ricorda Signore questi servi disobbedienti
    alle leggi del branco
    non dimenticare il loro volto
    che dopo tanto sbandare
    è appena giusto che la fortuna li aiuti
    come una svista
    come un’anomalia
    come una distrazione
    come un dovere”.

  3. diego scrive:

    mi unisco al saluto, in silenzio.

  4. hrudi v. bakshi scrive:

    il silenzio di Diego lo preferisco al ridondante can can di ieri…che mi pareva più un applauso all’uscita della bara dalla chiesa! ci mancavano solo le mani in alto colme di cellulari ad immortalare l’evento! ma forse da qualche parte c’erano!

  5. folk70 scrive:

    …se non siamo gigli siam pur sempre figli, vittime di questo mondo…
    Immenso Faber sempre ci accompagnerai.

  6. alice scrive:

    ah hrudi, grazie. grazie.
    sconvolta dalla bruttezza del programma di ieri sera, mi tranquillizzo oggi nel capire che non era colpa della luna calante… ero arrabbiatissima, con diecimila r b s…

  7. Anonimo scrive:

    un programma veramente indegno! un elenco di schifezze una dietro l’altra! ma ci si aspettava qualcosa di meglio da fabio ‘viscous’ fazio? purtroppo no!

  8. hrudi v. bakshi scrive:

    io per fortuna il programma non l’ho visto, ma posso quasi immaginarlo!
    ..in compenso ho fatto un bellissimo pranzo, protrattosi nel tardo pomeriggio con sottofondo musicale monotematico in un bel luogo “anche a me ora” comune! Non ho ricordo migliore.
    La luna Alice in questo periodo gioca coi dadi; forse un po’ c’entra sempre.

  9. alice scrive:

    io ho spento a metà. e da ieri lo ascolto. questo è fabrizio.

  10. costantino spineti scrive:

    …Odio chi sta zitto e chi se lo ricorda facendo il guitto…
    …Amo la sua poesia,la sua canzone e la sua anarchia…

    …Fu Fabrizio De Andrè a farmi capire quanto fosse importante nella vita schierarsi…avere un senso di appartenenza,credere nell’uguaglianza difendendo le minoranze…ricordo una foto a casa di mio nonno di quando ero piccolo…un’inquadratura su un gregge di pecore belanti con una scritta in francese:”La majoritè c’est vous!”…Non so bene perchè,però quella foto l’ho sempre associata a De Andrè,sin da quando ero piccolo…

    Ho amato…Amo…E amerò per sempre Fabrizio De Andrè…
    Sono stato…Sono…E sarò per sempre dalla parte dei più deboli…dalla parte degli sfruttati…dalla parte delle minoranze…dalla parte degli emarginati…dalla parte di chi lotta e di chi soffre…

    …E dopo questa “smisurata preghiera in gennaio”…

    …Arrivederci Faber…Arrivederci Mio Grande Poeta…

  11. déserteur scrive:

    toc, toc: scusate l’ingresso forse inopportuno, (dopo lunga assenza), ma sentivo il bisogno di dire qualcosa… l’argomento in questione è troppo denso per essere liquidato in queste righe, mi limito a immaginare che dopo ieri ci possa essere anche soltanto un essere umano in più raggiunto dalle sue parole e dalla sua musica: sarebbe una pecora in meno nel gregge della foto “sonora” di cui sopra. spero anzi di non dover attendere altri dieci anni perché il fenomeno possa ripetersi.
    “…tu mi perdonerai il magone, ma so che stai guardando il mare, un po’ più al largo del dolore…”
    borguez, è sempre un piacere leggerti, fortunatamente non trovo quasi mai il tempo per intervenire.

  12. costantino spineti scrive:

    …Questa notte l’ho sognato…il suo viso radioso non aveva quell’ombra di malessere…ed eccomi qui…mattiniero…a scrivere sul quaderno di Borguez…per non dimenticare il sogno…per non permettere alle luci di far evaporare questa visione onirica…Fabrizio era in piedi…ritto…davanti al fiume Sand Creek…ascoltava i pesci cantare sul fondo del fiume…aveva la fronte alta…prode,indomito,mai pago…era “il figlio di un temporale”…ed io ero lì…dietro di lui…raccolto e fiero…come un indiano d’america…un Sioux…un Cheyenne…un Apache…e tutti Voi eravate lì con me…Dolci compagni…

    Ah…Borguez…La corona di penne ti dona moltissimo…ti dona Borguez….

    Augh a Tutti

  13. alice scrive:

    siccome sono arrabbiatissima, mi tolgo il sasso dalla scarpa e la scarpa dal gozzo. me lo permetto qui.
    credo che il rispetto costi fatica e impegno. e comprensione. e amore.
    credo che sia presto per dimenticare di farlo nei confronti del gusto e dello spirito di Fabrizio. ancora vivono le persone che hanno bevuto e scritto insieme a lui,
    ancora vivono i figli che lo hanno meritato come padre,
    ancora vivono le persone che lo hanno applaudito ad un concerto.
    succederà. lo so. anche Fabrizio potrebbe diventare effige di una maglietta alla Che Guevara. lo so.
    ma se possiamo, se ancora siamo qui per poterlo fare, facciamolo. accidenti.
    non c’è bisogno di interpretarlo come se fosse un antico amanuense del 1200. ha lasciato tutto ciò che ha voluto. ha parlato, ha cantato, si è incazzato come lui desiderava. allora semplicemente ascoltiamolo, balliamolo e ricordiamolo. e regaliamo la sua musica e raccontiamolo.
    altrimenti significa sempre e solo aver bisogno di celebrare, non di capire.

    c’è un bellissimo articolo sul Manifesto di oggi, dove Bubola, suo grande collaboratore, dice la sua, che è anche un pò la mia.

  14. alice scrive:

    mi sia concesso di fare dietro front.
    l’articolo mi era arrivato alle orecchie tramite una trasmissione autorevole alla radio, che leggeva pezzi, ne commentava il senso.
    ora l’ho letto. e ora mi è stato anche riferito di Bubola con Bennato a cantare in mezzo a tutti gli altri.
    allora faccio dietro front, perché mi pare che pochi sappiano fare della coerenza un principio. e adesso faccio del mio disappunto un bel silenzio.

Rispondi a hrudi v. bakshi Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.