Dino Saluzzi

Abbiamo l’aria di italiani d’Argentina,
ormai certa come il tempo che farà… (Ivano Fossati)

Dino Saluzzi è prima di tutto una faccia da incontrare, una di quelle che non ti sbagli, una che capisci subito… di certo uno dei più grandi maestri del suo strumento, il bandoneon. in più è argentino, c’è scritto in quel nome da emigrante! non conosco la sua storia, provo ad immaginarla e a sognarci un poco sopra prima di leggere qualcosa in più e nella speranza che il suo sito esca da una vertigine di inefficienza.

ma questa vuol essere solamente la storia di un incontro, di quelli casuali che casuali non sono mai. di un ascolto corsomi incontro in una domenica mattina di qualche anno fa, direttamente a scapicollo dalle frequenze della solita RadioTre. fu prima di tutto l’incontro con un suono, con la trama acustica di tre strumenti che disegnavano inevitabilmente uno scenario che mi era familiare, a mia insaputa, e per mia sorpresa!

annotai diligentemente il nome che lo speaker mi suggerì e appena possibile mi procurai quel disco. Rios (Intuition, 1995) è il frutto pregiato di tre musicisti straordinari, e di un produttore. insieme a Dino Saluzzi (bandoneon, voce, percussioni) ci sono David Friedman (marimba, vibrafono, percussioni) e Anthony Cox (basso) e dietro i bottoni l’esperienza di Lee Townsend.

l’ho sempre percepito come un disco notturno, subacqueo e blu, eppure caldo, sinuoso e con un’eleganza sempre più introvabile. una decina di composizioni scritte e pensate a sei mani, un viaggio nel paesaggio sonoro del fondale profondo, lento e sicuro. perchè a ben comprendere non sarà difficile riconoscere la forma del tango o il principio di un movimento che si danza. ma la mia percezione, sfidando l’ossimoro del tango, ha sempre intuito un ballo solitario, a riempire le assenze e le attese, improvvisando sopra quel ritmo implicito che oscilla e fluttua. ho già compiuto il mio dovere e quel disco sta già navigando su queste onde ad incontrare altri porti e nuovi approdi.

dicevo che Dino Saluzzi è innanzitutto una faccia da incontrare. non mi sbagliavo, su certe cose non ci si sbaglia…mai!

[youtube=http://it.youtube.com/watch?v=gpLjRgl8ol0]

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0 risposte a Dino Saluzzi

  1. maud scrive:

    ahahaha, mi viene in mente il mio amico carlito, argentino, che ascoltando galliano mi disse qualcosa tipo “tzè, si sente troppo che è francese”… altra scuola, aggiungerei!!

  2. borguez scrive:

    Carlito è argentino?
    avrei qualche domanda per lui…
    cominciamo dal cosa ne pensa di Saluzzi!

    questo disco è immenso, per davvero… forse ho omesso di dirlo!

  3. odradek scrive:

    Ogni tanto passo sulle tue pagine ed è sempre un bel passare.
    Grazie per tutto il bendiddio che ho raccolto qui ed in particolare per avermi ricordato oggi, mentre facevo questo viaggio a ritroso nel tuo tempo, questo disco, che non ascolto da anni ma che, all’epoca dell’uscita mi ammaliò, e la sua malia è contagiosa, tanto che divenne il più venduto, per un buon periodo, nella mia bottega di pusher musicale.
    Buona giornata.

    odradek

    • borguez scrive:

      buona giornata a te, anche se non so se sia più la stessa, un’altra o chissà quale. poco importa.
      questo disco è davvero un piccolo segreto contagioso per coloro che ne sono entrati in contatto.
      sono lieto dei tuoi passaggi e di avermi fatto ragionare sul concetto di pusher musicale: non male!
      a presto,
      borguez

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