Ergo Phizmiz Things To Do And Make

ecco dunque un nuovo disco di Ergo Phizmiz che prova ad ufficializzare e storicizzare una vulcanica carriera consistente in una serie di pubblicazioni e collaborazioni sparse nei luoghi e nel tempo: performance, dj set, cd-r e leccornie assortite fruibili dal reparto Free Music Archive del suo sito. un nuovo disco di canzoni originali (quelle che un tempo occupavano i lati dei 45 giri) raccolte sotto il titolo di Things To Do And Make per l’etichetta Care In The Comunity.

11 tracce convulse ed eterogenee che faticano a contenere nel minutaggio standard del mainstream (3/5 esili minuti) la genialità esuberante del giovinastro occhialuto. sia chiaro, siamo di fronte ad ammenicoli musicali deliziosi e assai gradevoli, per certi versi pure curiosi, ma ho come l’impressione di continuare a preferire alcune attitudini performative materializzatesi in passato.
mi riferisco per esempio alla collaborazione fattiva e continuativa con i cuginastri People Like Us (va da sé consigliare l’ultima collaborazione con Wobbly di cui già parlai) che produsse a suo tempo quel continuo (perpetuo si direbbe) aleph uditivo che è Perpetuum Mobile.

dunque colgo il pretesto del nuovo lavoro di Phizmiz per parlare in realtà di un variegato (e diacronico) universo di personalità che si aggirano curiose e pragmatiche attorno ad un’idea di musica che (per ora) fatico a definire (e che non son certo di voler fare).
magari, avendone la possibilità, si potrebbe assistere alla prima della performance The Keystone Cut Ups che il Festival di Berwick ha commissionato ai sodali “giradischi” e che avrà luogo esattamente stasera 15 settembre 2010.

la maschera triste dietro le sbarre è assai familiare da queste parti e riporta alla commistione possibile che la performance metterà in atto: un pasticcio fra certo cinema slapstick (futuribile) degli albori del secolo scorso rivissuto e sonorizzato con suoni e ammenicoli del tempo “moderno”. esemplificativo possa essere questo estratto di Ghosts Before Breakfast di Hans Richter musicato nel 2007 dalla coppia.

[vimeo=http://vimeo.com/10522614]

di che musica dunque stiamo parlando? e come definirla? potrebbe qui partire un gioco di aggettivazioni variegato e piuttosto imperfetto: collage, cut-up, pasticcio, collezionismo musicale e chincaglieria radiofonica di rigetto? non saprei.
ciò che so è che sono tremendamente attratto da questo approccio impuro e onnivoro alla memoria musicale collettiva: una sorta di rispettosa presa in giro del polpettone sonoro che ottunde le nostre menti e i media oramai costretti a rigurgitare suoni e sensi.
Vernon & Burns (compagni di scuderia di Phizmiz alla Gagarin, con Felix Kubin a sopraintendere) maneggiano una materia sonora non troppo diversa da quella sopra esposta, sbilanciata fra radio drammi futuribili, surrealismi di ritorno e ipotesi spaziali mai realmente verificate. l’ultimo The Light At The End Of The Dial continua ad essere la delizia dei miei amplificatori casalinghi.

forse sarebbere bene aggiungere a questa ipotetica scena anche l’arte dei beneamati The Books: per certi versi succo della medesima radice di cui si va parlando. somiglia l’attitudine al recupero e assemblaggio di materiali sonori di risulta, ritagli, lacerti, memorabilia del tempo acustico dei nostri avi e riformulazione surrealista o dadaista (con una risata sempre nella manica). nella loro sparuta discografia si nasconde questo gingillo audio che fa cominciare la sua meraviglia sin dal titolo.
l’epoca a 78 giri dei crooner e delle canzonette della radio è spesso il bersaglio preferito dei nostri pizzicagnoli sonori: epopea possibile di un genere pressoché scomparso che prendeva il nome di novelty song. nonsense, comicità, esotismo, elastici e fragori: il suono che avrebbe fatto la colonna sonora del cinema comico… se non fosse stato muto!
formidabile documento di quel tempo (e di quelle canzonette) è una compilation della Trikont dal titolo Flashbacks #2 Crazy & Obscure: Novelty Songs 1914-1946 che raccoglie perle di personaggi del calibro di Groucho Marx o Spike Jones. confesso la mia instancabile sorpresa nello scoprirmi ascoltare ancora (ed ancora) questo disco: divertimento puro e istantanea di un tempo (fuggito?) in cui ironia e melodia rimavano baciati.
ho forse perso il filo del discorso in questo rapido excursus attorno ad un’attitudine artistica (più che ad un vero e proprio genere) che solletica il mio divertimento ed il mio gusto, così come perdevo il senso ultimo dei miei gesti quando fanciullino mi divertivo a “frullare” la monopola di sintonizzazione della radio e ad ascoltare di nascosto l’effetto che faceva. perso il bandolo e mancata una definizione non mi resta che l’ultima questione (è l’amato Madlib apparentabile deontologicamente ai suddetti artisti?) e una manciata di dischi che come al solito propongo nei commenti.

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5 risposte a Ergo Phizmiz Things To Do And Make

  1. Simon Uke scrive:

    Anyone knows a good wedding dj in Montreal?

  2. Anonimo scrive:

    Vero.
    A Montreal, tra l’altro, ci sono alcune buone wedding bands, ma non conosco wedding dj…

    Caro Borguez, ogni tanto passo e pesco ed è sempre un bel pescare
    Non ricordo se questo l’ho pescato qui: se no, te lo suggerisco, ammesso tu non lo conosca già, se si ti riringrazio, perchè un gran bel disco

    Nils Frahm and Anne Muller – 7fingers
    http://www.megaupload.com/?d=P8TK08SX

    odradek

    • borguez scrive:

      Montreal è un poco lontana, non conosco molto di laggiù, se non il suo cittadino a me più celebre: tale Leonard Cohen.

      l’accesso da queste parti, oltre ad essere gratuito, è sempre gradito soprattutto se gli ospiti lasciano doni del genere, per me e per gli altri pellegrini di passaggio da queste parti.
      mi metto ad ascoltarlo.
      grazie, a presto
      buon fine settimana odradek

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