Giocando con Pelé

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il ricordo è sbiadito, ma molto probabilmente fu a Natale del 1976 che ricevetti in regalo questo libro. avevo 8 anni appena compiuti. la copertina era molto più eloquente di qualsiasi sinossi o edizione critica, Giocando con Pelè!

a quel tempo non credo sapessi con esattezza chi fosse quel calciatore anche se di certo avevo pronunciato quelle due sillabe più di una volta. lo avevo fatto sul campetto con gli amici o sull’asfalto della strada calciando un pallone, forse per imitazione di qualcuno più edotto di me… quel nome era una specie di grido evocativo, un mantra e un’onomatopea di qualcosa di esotico e profondamente legato al gioco del calcio, l’ignoto che si manifesta e assume le sembianze del fantastico.

sono certo che all’epoca la letteratura inerente il calcio non fosse proprio florida. il pallone già lo possedevo, le scarpe pure e anche una fantastica maglia arancione marca Adidas come quella dell’Olanda di Johan Cruijff. è proprio per questo che ancora oggi apprezzo lo sforzo che fece mio padre per scegliere quel regalo che è ancora in mio possesso e che tengo nella mia biblioteca preziosa. lire 2.000 recita la quarta di copertina! e se risfoglio l’indice mi torna alla mente troppo del tempo passato.

1. Il controllo di palla 2. Il passaggio 3. Il colpo di testa 4. Il tiro 5. La finta e il dribbling 6. Lo stop 7. Portare e guidare la palla 8. Punizione e calcio di rigore 9. Il portiere 10. La rimessa laterale 11. Raccomandazioni di carattere generale 12. Conclusioni

c’erano fotografie bellissime in bianco e nero e immagini esplicative di esercizi e posizioni, ma ciò che ricordo profondamente sono parole apostoliche di un discepolo del calcio. “E’ necessario avere un legame quasi sentimentale con la palla”…oppure “Prima di essere un calciatore devi essere un atleta, ma prima ancora di essere atleta devi essere un uomo” …o anche e definitivamente “Sii uomo, tanto nella sconfitta quanto nel successo. Solo se ti dimostrerai degno di te stesso avrai il diritto di meritare il rispetto e la fiducia degli altri” …bisogna ammettere che era roba forte per un bambino di 8 anni!

sono passati molti anni e oggi conosco meglio la storia di Pelé. immagini, video e altri libri ne consacrano la gloria, ma a me piace ricordarlo immortalato nel più bel goal sbagliato che io ricordi, in una finta sbalorditiva che ha spostato leggermente e di qualche frazione di grado l’asse terrestre. un gesto di assenza e di mancanza, un togliere, un sottrarre. semplificazione e essenza della semplicità. di certo un segno del genio e della purezza del suo talento…

[youtube=http://it.youtube.com/watch?v=bNjY4aPu3Oc]

Mexico ’70 semifinale Brasile-Uruguay (3-1)

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0 risposte a Giocando con Pelé

  1. Hank scrive:

    Eh beh, il Brasile va ricordato anche per cose serie… 😉

    La partita è Brasile – Uruguay, episodio raccontatomi da mio padre che ha sempre un inspiegabile moto di commozione ogni volta che nomina il portiere, inspiegabilmente rispondente alle generalità di Ladislao Mazurkiewicz.

    Quella finta non è già terrificante nell’esecuzione: è il fatto che qualcuno l’abbia semplicemente concepita che è inquietante.

  2. borguez scrive:

    Ladislao Mazurkiewicz, indimenticabile! Ma corrisponde al vero?

    il concepimento di quella finta è la cifra del genio… qualcosa di astratto rispetto al giuoco del calcio e nello stesso tempo la sua essenza!

    quella finta è omaggiata in una canzone di Caetano Veloso…il testo recita più o meno as finta du Pelé perchè il Brasile è tutto una cosa seria!

    mi sono dimenticato di ringraziare Luca per l’assistenza tecnica e per la foto di copertina del libro!

  3. Albertosi scrive:

    Ma certo, il caro amico Ladislao!

  4. mr.crown scrive:

    i’m back.
    http://www.crownicles.blogspot.com

    del brasile ricordo le favelas i desaparecidos la prostituzione minorile i governi corrotti militari assassini disastri ecologici e chi più ne ha più ne metta.

  5. diego scrive:

    Non era una finta, semplicemente non c’ha preso.
    Maradona era più forte.

    (oggi mi sono svegliato bene :))

  6. mr.crown scrive:

    già , maradona era più forte di tutti.
    e non è brasiliano.
    e grazie a dio nessuno rompe le palle con la musica argentina

  7. borguez scrive:

    Roberto Goyeneche, Carlos Gardel e Astor Piazzolla solo per iniziare!
    Benvenuto in ogni caso a Mr.Crown!
    Diego sai benissimo che stai mentendo…quella finta è oltre la nostra immaginazione, Maradona sarà stato pure più forte, ma nel 1976 non esistevano ancora libri sulla sua parabola ed io da qualche parte dovevo pur formarmi…
    Per quanto riguarda poi una certa supremazia calcistica del Brasile sull’Argentina non credo vi sia da dilungarsi troppo. mi pare pure che ieri sera se ne abbia avuto una qualche conferma…

  8. Hank scrive:

    Uhm, su Maradona più forte di tutti avrei qualche dubbio. E anche su Pelé, peraltro. Credo siano quelli con la stampa migliore. Quelli che c’erano hanno una significativa predilezione per Di Stefano. Si chiedano ragguagli all’anagraficamente autorevole Morphine su Peppino Meazza. Si rammentino i filmati di Cruijff (da chiosarsi obbligatoriamente con un doveroso “Porco dio, Cruijff!”. Anche i più compassati cronisti dell’epoca lo facevano). Si consideri infine che io (ovverossia la massima e incontestabile autorità mondiale in materia di calcio e musica) all’epoca consideravo non inferiore a Maradona il simpatico Platini.

    Sulla supremazia musicale degli argentini non c’è dubbio. Il tango, “pensiero triste che si balla”, è definito dai brasiliani “musica da cornuti”. Il che gli varrà il mio tifo contro ai Mondiali di qui all’eternità.

  9. diego scrive:

    Quindi questo post è diretto a coloro che abbiano avuto dubbi sulla tua formazione calcistica vedendoti giocare?

  10. diego scrive:

    Quelli che ha citato Hank sono giocatori che al cospetto d’ El Pibe mi azzardo a definire ‘grossolani’.
    io voto Maradona tutta la vita, poi Lui
    “Football is a whole skill to itself. A whole world. A whole universe to itself. Me love it because you have to be skilful to play it! Freedom! Football is freedom.” (Robert Nesta Marley, 1979)

  11. Hank scrive:

    Bella sarebbe stata una squadra con Marley mezzo destro e Pasolini mezzosinistro. Me love it!

  12. borguez scrive:

    Quella squadra esigerebbe il ritorno di Julio Iglesias in porta e… Attenzione! Attenzione!
    Bonga a centrocampo!

    ma sono già altre storie…
    3 scoppole se le sono prese in ogni modo i vanesi argentini ai quali non perdono di aver vinto nel 1978 un mondiale a Buenos Aires proprio mentre in alcuni simpatici serragli intorno ai quartieri venivamo consumate nefande atrocità…

  13. déserteur scrive:

    Ricordo di aver letto questo “manuale” nel corso di sedute private all’interno di una biblioteca della campagna ravennate: Borguez conosce il LUOGO. Purtroppo la mia formazione calcistica era già irrimediabilmente compromessa, e nonostante gli “sforzi” compiuti, non sono mai riuscito a ingentilire il mio 45 di piede; in alcune notti credo però di essere riuscito ad interpretare alla perfezione il punto 10: la rimessa laterale, permettendomi dopo qualche allenamento anche la frontale. Studiando attentamente il video si noti di come Ladislao si inginocchi con reverenza all’arrivo di O Rey; un gesto di tanta eleganza non vi sarà certamente sfuggito!

  14. borguez scrive:

    colgo lo spunto…
    ripeto: quel libro è tutt’ora nella mia biblioteca e chiunque volesse dilungarsi in consultazioni o approfondimenti non ha che da chiedere!
    prima ancora che Maradona contro Pelè o Argentina contro Brasile e soprattutto Ladislao contro tutti, ci tenevo a sottolineare di come di questo libro volessi parlare!
    rimessa laterale frontale?
    vo’ a verificare!

  15. diego scrive:

    credo intendesse ‘rimessa frontale’ e basta.
    La rimessa frontale sta alla rimessa laterale come la rimessa dalla superficie sta alla rimessa dal fondo.
    Giusto déserteur?

  16. borguez scrive:

    il calcio del terzino!!!
    il calcio del terzino sta al calcio dal fondo come il scodellare sta a traversone!

  17. diego scrive:

    e non dimentichiamo la classica serie di batti e ribatti!

  18. Maud scrive:

    una copertina commovente, per quella sua grafica anni ’70 e la sua espressione nella foto e persino per come tiene il pallone tra le mani… se nella mia infanzia avessi posseduto un libro con una copertina del genere credo che guardandolo eviterei a stento gli occhi lucidi.

  19. borguez scrive:

    già, ben detto!
    il feticcio è pur sempre nelle mie mani e il sentimento ogni qualvolta lo sfoglio è un misto di orgoglio ed emozione, inesorabile senso del tempo fuggente e felicità immanente.
    il mio giudizio riguardo ai contenuti e viziatissimo e assolutamente parziale, ma trovo anche che abbia un senso didattico eccelso e una pretesa soddisfatta di poter in qualche modo insegnare un gioco che per sua natura non si insegna. insomma un suo valore esiste, e non mi riferisco ai 20 euro di Ebay!

  20. Hank scrive:

    In definitiva, io non ho avuto la fortuna, come mio padre, di ammirare Pelé se non in vecchi filmati. Ma lui non ha mai ammirato dal vivo le aeree evoluzioni di Borguez, altresì noto agli appassionati come “La Libellula di Mezzano”. E lo stridore prodotto dall’accostamento delle due nobilissime immagini reca in sé la poesia del calcio, in qualche misterioso modo. Non esiste partita di amatori in cui non si possa congetturare che tutti e ventidue i partecipanti (e anche l’arbitro, mai come in questo caso Calimero) non custodiscano in qualche mensola il manuale di Pelé. Piedi di ghisa, con anima di velluto.

  21. borguez scrive:

    qui terminano i commenti a questo post con la chiusa defintiva dell’ineffabile Hank…
    produrrò al più presto nuove discorsi!
    grazie

  22. Hank scrive:

    Oddìo, mi rileggo e ho un dubbio… Intendevo omaggiare (in modo scherzoso) sia O’Rey che il romanticismo dei campetti polverosi… Non ti sarai offeso, spero, nel qual caso mi scuso…

  23. borguez scrive:

    io non mi offendo mai, come potrei, so che le tue sono tutte lusinghe alle quali non resisto e che mi conducono al deliquio!
    …più che “libellula” diciamo bésa galèna!

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