Hans Hassler
Hassler

poteva bastare l’organico di questo ensemble composto da accordion, clarinetto, clarinetto basso e percussioni (scodinzolìo ed abbondante salivazione assicurate) o semplicemente l’affidabilità di un’etichetta sublime come la Intakt; oppure anche il solo fatto di pensare che la musica folclorica svizzera sia, vista da uno straniero, altrettanto esotica quanto quella di qualsiasi posto lontano mille miglia da dove scrivo. insomma i motivi per buttare giù due righe a proposito di questo disco non scarseggiavano, ma credo cha da sola, la faccia di Hans Hassler, non possa che attrarre naturale simpatia e curiosità.

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siamo in Svizzera dunque (e qui dovrei chiedere venìa e maggiori delucidazioni all’amico Corrado Antonini) e, a quanto mi è dato di capire, in bilico fra tradizione ed avanguardia. questo il terittorio esplorato da oltre trent’anni da Hans Hassler, suonatore di accordion oltreché cultore (ed esecutore) di un particolare tipo di organo diatonico che prende il nome di Schwyzerörgeli (da me conosciuto da circa cinque minuti). e la musica dei grandi compositori della tradizione popolare svizzera (Paul Kollegger, Luzi Brüesch, Kasi GeiserHans Fischer) la materia di studio ed ispirazione di questo barbuto musicista dal perfetto phisique du role e dall’impeccabile dress-code.

chaernehus-theater-der-akkordeonist-im-interview-1442_1questo il punto di partenza e stimolo per creare questa musica da camera (da stube sarebbe facile dire) dall’apparente tasso alcolico elevato e ricca di quelle vertigini d’alpeggio che saturano d’ossigeno polmoni e meningi; non vi sono qui corni alpini ma l’autenticità e la riconoscibilità delle melodie è assicurata, così come l’effetto souvenir da cartolina con tanto di edel-weiss.

Hassler

Hassler (Intakt, 2014).
con Hans Hassler ci sono il clarinetto di Jürgen Kupke, un altro clarinetto (stavolta basso) di Gebhard Ullmann, e le percussioni di Beat Föllmi: musica che non esiterei definire d’avanguardia se non fosse che quando il quartetto si cimenta con gli “standard” della musica tradizionale non può che partire quell’ebbrezza montanara da festa popolare riconoscibile e tipicamente collocabile a livello d’alpeggio.
musica divertita e sanguigna che non nasconde le sue ascendenze ma che anzi le eleva ben oltre le vette innevate e le verdi vallate: a me è parsa assai gradevole nonché carica di quell’esotismo che riconosciamo a quelle tipicità che ci restituisce, magari falsamente, l’idea sonora precostituita che abbiamo di luoghi (vicini o) lontani.
di certo Hans Hassler e riuscito a restituire dignità a musiche (e compositori) che magari semplicemente si snobbano per pregiudizio o eccessiva vicinanza (territoriale).
una bella sorpresa, buon ascolto
e saluti dalla Svizzera

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6 risposte a Hans Hassler
Hassler

  1. Corrado scrive:

    Italia-Svizzera 1 a 0 (e ti pareva). Amico mio, la parola “schwitzerörgeli” sulla tua pagina ha tutto un altro sapore. Grazie per l’esotismo di ritorno. Mi ha colpito in fronte come un boomerang 😉

    • borguez scrive:

      quello sorpreso sono io, davvero.
      i pregiudizi spesso nascondono le delizie che spuntano nel giardino attorno a casa: si guarda oltre gli oceani ma la stella alpina cresce proprio abbarbicata sotto al naso.
      una delizia, e la musica svizzera stavolta è soltanto un pretesto come un altro.

    • borguez scrive:

      congratulazioni caro Sergio,
      per quanto scritto (l’hai scritto tu?) o per quanto segnalato.
      in effetti è un disco sorprendente, rinfrescante e ossigenante.
      ma in pochi pare l’abbiano notato….
      tranne te e me, bucolicamente.
      a presto

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