Harappian Night Recordings Non Euclidean Elucidation Of Shamanic Ecstasies

mi sia concesso di intrattenermi per un poco attorno ad un progetto che non finirà di certo nelle playlist di fine anno (di quello passato o di quello corrente), e che per stavolta esulerà i concetti di qualità musicale o di valore intrinsecamente elevato, ma la mia porzione di anima stravagante è stata letteralmente rapita da questo trip mesopotamico.
Harappian Night Recordings è lo pseudonimo che ha scelto Syed Kamran Ali per catturare e registrare le sue fantasticherie musicali, veri e propri viaggi a bordo di kilim volanti sulle alture caucasiche e più giù verso l’universo arabo e l’oriente indostano. di Kamran Ali potrei dire assai poco anche perché la sua figura è circondata da un velo di mistero; di residenza anglosassone ma di ascendenze asiatiche di seconda (o terza generazione) e noto come facente parte del gruppo The Hunter Gracchus e gravitante attorno all’etichetta ascendente di Sheffield che porta il nome di Singing Knives.

l’esordio per la Bo’Weavil dal titolo The Glorious Gongs Of Hainuwele non era sfuggito agli amanti di un certo suono deviante e di matrice freak-etnomusicologica. un composto organico assemblato con field recordings (rituali, suk, divinazioni) e da dischi misteriosi suonati sovrapponendo ad essi percussioni, chitarre acide o suoni radiofonici captati dalle sponde orientali del pianeta. lavoro apparentemente ostico e fuorviante ma che lentamente, ascolto dopo ascolto, concedeva intromissioni e percorsi ambigui verso i suoni dell’emisfero arabo-indostano. come ascoltare un mangianastri che trascina una audiocassetta stropicciata nella bottega del barbiere mentre sulla piazza di fuori esplodono le urla del mercato soleggiato – il tutto in una qualsivoglia piazza mediorientale. un poco di gamelan, del misticismo sufi e qualche raga indiano mischiato alle carovane tuareg e alle preghiere di un bramino.
per chi volesse ascoltarlo per intero rimando alle sponde di uabab oppure ci si può accontentare di questo video (e stabilire che non si vuole procedere oltre).

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=_AzLV7zDMtM]

ma la vena prolifica e aberrante del nostro non pare arida. e se a qualcuno (me compreso) è parso già abbastanza stravagante il debutto è bene prepararsi ad uno sproloquio di dischi e suoni in arrivo da vari angoli del pianeta. al solo volgere dell’anno sono usciti ben tre nuovi lavori a nome Harappian Night Recordings: un cd-r per una neonata etichetta egiziana (100Copies) che dovrebbe portare il titolo di Ten Reveries On Psychopathic Alchemy (il sito non ne evidenzia traccia e sono gradite eventuali segnalazioni) e un ulteriore cd-r per la Singing Knives dal titolo International Sex Hits For Persian Miniatures (e anche qui le notizie scarseggiano). ciò che è certo invece è che l’etichetta Ikuisuus ha pubblicato quello che a tutt’oggi è considerabile il seguito del debutto di cui sopra.

Non Euclidean Elucidation Of Shamanic Ecstasies è, se possibile, assai più deviante e destabilizzato del precedente. l’etichetta lo descrive così: Winnowed from the polymath, alchemist, “the man who could walk through in-between positions”, arch Black Duke of Maknovischina, peripatetic flux ingester haji gutterpup Ustad’s Almanac, his scribblings and tapes spanning 31 yrs, “Non-Euclidean Elucidation Of Shamanic Ecstacies” was hastily transcribed and assembled sixty nadis travel west of Sahiwal by an assemblage of Vamachara hounds and the Abdals of Rum wearing black mantles and animal hides over their shoulders with pouches of flint and herbs. Some with felt cloaks carrying drums, bells and horns, sometimes screaming. Others carrying large yellow spoons, iron rings, sucai clubs, ankle bones and singing bowls. Swords drawn across their chests and snakes twining the arms. After 30 days of pitri they sculpted 10 psychic enemas.
e io non so sinceramente cosa potrei aggiungere oltre se non che sembra una approsimazione per difetto. distorsioni, improvvisazioni acide che cozzano con tamburi erranti, canti di pastori e litanie di transumanza. onde lunghe ricevute da antenne traballanti ritrasmettono l’idea punk addosso ai caffetani odoranti di incenso e montone. ripeto, forse è più il valore immaginifico di quello strettamente musicale, ma l’idea stuzzica il mio esotismo e l’anarchia intrinseca al progetto.
sbirciando fra influenze e similitudini del myspace, fra nomi sconosciuti e impronunciabili spunta per incanto il nome dell’illustre cugino Jorge Luis Borges e probabilmente proprio a lui si potrebbe far riferimento per catalogare questo delirio di stravaganza e inusitata immaginazione.
non me ne abbiano gli amanti della melodia e del clavicembalo ben temperato, ma le mie orecchie abbisognano di viaggi inaciditi e miraggi da mille e una nota, e se poi fossi riuscito ad incuriosire qualcuno non resta che seguire la cometa qui sotto.

Harappian Night Recordings Non Euclidean Elucidation Of Shamanic Ecstasies

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0 risposte a Harappian Night Recordings Non Euclidean Elucidation Of Shamanic Ecstasies

  1. SigurRos82 scrive:

    Dice che una fan della Sublime Frequencies come me potrebbe gradire? 😉

    Comunque sia mi hai incuriosito…

    • borguez scrive:

      esatto, siamo su quelle frequenze, un poco più bizzare e artificiose, ma da quelle parti.
      follia esoterica da cameretta, ma divertente.
      ripeto, non farà la storia della musica, ma è bello prenderne atto oggi, in un 2010 che fatico persino a scrivere, figuriamoci a capacitarmi.

  2. s.c. scrive:

    Acciderba! Assai interessante. Anzichènò. Merci beaucoup. As usual. Aufidersen.

    • borguez scrive:

      mi farebbe piacere avere il tuo responso in proposito, ma ho preventivamente avvertito della stravaganza in oggetto.
      indi per cui ci si può ritenere liberi di esprimere il più sincero dei commenti!

  3. hrundi v. bakshi scrive:

    Fuoritema:

    Black Man’s Cry The Influence and Inspiration of Fela Kuti
    …a me questo pare un gran bel disco, viene una gran voglia di stare in movimento…qualsiasi movimento!

    • borguez scrive:

      e se ti pare a te non c’è nessuna ragione per la quale non se possa fare una certezza.
      esso effettivamente è un gran bel disco.
      punto.

      per quanto riguarda il movimento, fai un po’ tu.
      qualsiasi movimento.

  4. s.c. scrive:

    La (musico)extravagantia invero non m’ha giammai spaventato: non appena avrò tempo, e modo, di “farlo mio” tornerò (ahiLei) ad annoiarLa. Au revoir.

  5. SigurRos82 scrive:

    La raccolta ispirata a Fela, sia per qualità del materiale sia per scelta di brani/artisti (non esclusivi del continente africano), è consigliatissima. E dimostra brillantemente l’importanza e l’influenza del Black President. Mito 🙂

  6. Bubba scrive:

    I tre pezzi Bate Cairo, headless mule e Ire of Konda Mangali sono belli solidi e penso che da soli giustifichino l’aquisto (legittimo con veri soldi di quelli che si spendono) del disco. Konda Mangali, in particolare, sembra un pezzo dei Beatles se i Beatles fossero afghani. Chissa, magari in un universo alternativo McCartney e co, in un qualche viaggio in Asia profonda hanno sentito per strada HNR che cantava Ire of KM e da lì é partita l’ispirazione che li ha fatti deviare dagli altri gruppi beat dell’epoca.
    Ah e giusto per intenderci i Beatles a me stanno più sulle balle che altro. Cioé ci sono pezzi belli ma non sono l’evento del secolo o qualche stronzata.

    • borguez scrive:

      efficace e immaginifica visione acuta di un disco imprendibile e salgariano.
      sai che direi di essere d’accordo quasi su tutto?
      se non fosse per i Beatles…
      ma questi non sono i Beatles e non sono stato io a citarli.
      benvenuto da queste parti Bubba, ogni saggia parola di apprezzamento o di dissenso è gradita.
      per cui a presto
      borguez

      • Bubba scrive:

        Oé, é uscita un po’ male quella scritta. Mi sta sulle balle la idolificazione mediatica dei Beatles, non i Beatles stessi. Avevan l’aria di essere dei simpaticoni (magari dei ragazzi un po’ viziatelli, ma bom) e ce ne vuole a pensare per davvero che la loro musica fa schifo.
        Il secondo album di HNR non ancora l’ho ascoltato. Lo farò nel fine settimana spero.

        • borguez scrive:

          allora fammi sapere che te ne pare del secondo.
          nel frattempo HNR sono usciti con un dvd (che non ho visto) e altri rivoli discografici di cui fatico a tenere il passo.
          buon fine settimana.
          a presto

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