I Gatti Mézzi
Vestiti Leggeri

trascurare la triste Italia credo sia doveroso ma lasciare che questo vuoto senza speranza inghiotta anche la musica italiana sarebbe doloso: non tutta, sia ben detto. chi in questo paese ci è nato non può aver fatto a meno di una massiccia dose di canzone d’autore nostrana, parole e suoni consumati, assorbiti, a volte amati e che inevitabilmente hanno costituito un sussidiario per leggere il tempo, le proprie ed altrui emozioni, i sogni, gli istinti politici e per provare a capire questo stivale oramai lordo. rifugiarsi in quella terna (cinquina?) di nomi che hanno portato la nostra canzone ben oltre la bellezza non salverà il resto della penisola che affonda in tedio e bruttezza scambiata per splendore.
in questo blog raramente si affronta la canzone autoriale italiana e non certo per snobismo di chi scrive (ne avrei voglia eccome) ma piuttosto per magrezza di fonti e amarezze diffuse, però sono pronto a scattare quando ascolto qualcuno che davvero mi piace e mi fa fare (per un poco) pace con quella che in fondo è una vecchia passione mai domata.

I Gatti Mézzi spero non siano un nome nuovo per chi legge, ma nel caso lo fossero mi permetterei di presentarli con pochi dettagli: sono un duo (Tommaso Novi e Francesco Bottai) provenienti da Pisa e attivi dal 2005, notati già da alcune giurie più attente e giunti al quinto disco senza giungere alla ribalta che meritano. affondano le loro storie nella provincia (toscana nel loro caso) sfruttando un dialetto (vernacolo pisano) comprensibile (per nostra fortuna) in tutta la penisola; la loro musica e le loro ascendenze sono così piacevoli e così tante che non spenderò una riga per tentare di elencarle, perché non amo etichettare e perché ciascuno che avrà voglia di acoltarli riconoscerà familiarità che appartengono alla canzone italiana nella quale (come si diceva più sopra) sia i Gatti Mézzi che noi siamo cresciuti.

Vestiti Leggeri (Picicca Dischi, 2013) è dunque il loro quinto lavoro e sono loro stessi a spiegare assai bene il motivo di questo titolo in cui è racchiusa la freschezza e la fragranza di queste canzoni: “Vestiti leggeri perché non ci siamo coperti, siamo usciti allo scoperto con un disco che è una confessione, ma non di peccati, non c’è vergogna, non c’è remissione. E’ una confidenza intima, di quelle che fai un po’ briào ar tu’ migliore amico. Gli esterni un po’ di paure. La paura di impazzire, la paura di perdere tutto, anche la casa, la paura di non sapere più cos’è di preciso l’amore, la paura di dimenticarsi un padre che fu, e quella di veder cambiare il posto che ami di più al mondo. Si parla tanto di donne, nel bene e nel male, ma senza fare sconti cavallereschi. E’ anche il tentativo di approfondire in maniera leggera le dinamiche impazzite del linguaggio e dell’espressione che è sempre meno propria nell’era dei social network, dove si copiano e s’incollano citazioni precompilate. Di sicuro è un disco con due piccoli bimbi, Bianca e Furio. Due creature cantate fra le preoccupazioni e le promesse di due babbi ganzissimi.”

escludere la demenzialità credo sia la prima cosa da fare e soprattutto evitare di scambiarla con quel magico dono che i Gatti Mézzi sembrano possedere elegantemente: l’autoironia. autoironia che dovrebbero obbligare per via costituzionale agli apparati tronfi e pericolosi che pilotano ciò che resta di questo paese. ma non volevo parlare di politica. volevo parlare di 11 canzoni da sorseggiare come bicchieri di acqua fresca, canzoni a fior di pelle, vere, vestite leggere: spesso ci si innamora di una canzone perché ci racconta con parole esatte ciò che già sappiamo ma che non trova una forma verbale nei nostri pensieri oppure perché riconosciamo qualcosa o qualcuno, altre volte perché la musica ci sveglia sogni inghiottiti languidamente per osmosi, luoghi, provincie, cittadine con le loro storie ed immancabile personaggi. oppure perché a scrivere queste canzoni sono due babbi ganzissimi beatamente “rincoglioniti” nel guardare crescere le loro piccole creature e a riuscire pure a scriverne fra dolcezza ed ironia: è lì che mi arrendo commosso ed ammetto touché!
canzoni leggere con il sorriso, la giusta ironia, una lucida amarezza, il ricordo di un padre che non c’è più e delle musiche oniriche da fischiettare: oggi non chiedo di più!
buon ascolto

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16 risposte a I Gatti Mézzi
Vestiti Leggeri

  1. mauro scrive:

    Ho tanta voglia di musica in italiano, caro Borg. Grazie come sempre. Purtroppo hai pubblicato il post da poco ed il file è già stato cassato. Son veloci gli sceriffi.

  2. hrundi v. bakshi scrive:

    già!

  3. borguez scrive:

    confesso che ho avuto qualche titubanza, non tanto nel scrivere di questo disco, ma nel renderne disponibile il download. innanzitutto è bene dichiarare che l’ho acquistato nelle forme liquide disponibili oggigiorno, e questo è un primo punto. ho tergiversato un poco perché malgrado questo blog renda spesso disponibile la musica di cui si parla, non è che io sia mai stato fervente sostenitore di questo “sistema” di condivisione: ho sempre espresso i miei dubbi e saluterei con piacere una modalità che accontentasse sia i musicisti che noi fruitori magari lasciando fuori chi dalla musica ha sempre ricavato profitto generando di contro il modus operandi attuale. ma sin ad ora nulla è apparso all’orizzonte e questa rivoluzione (credo di poterla chiamare così) continua a generare malesseri e perplessità.
    ammetto di aver evitato di “pubblicare” dischi di amici e conoscenti contraddicendo uno spirito libertario di cui non vorrei proprio farmi portabandiera. è vero che ho usato pesi e misure diverse, ma è anche vero che non esitato ha togliere link e files ogni qua volta qualcuno me ne abbia fatto gentilmente richiesta.
    per I Gatti Mézzi avrei voluto scrivere una postilla (sempre sottintesa) riguardante il fatto che avrei tolto il link se solo me ne fosse stata fatta richiesta, perché mi paiono assai più vicini di quanto in realtà non siano, mi paiono amici ma non ci conosciamo. tutto questo è assai poco coerente, ne convengo, ma come dicevo prima la mia posizione è alquanto incerta e più passa il tempo e più la confusione aumenta.
    il fatto che il link sia stato rimosso a tempo record (non da me: qualcuno ne ha fatto richiesta) mi fa pensare due cose: i due musicisti, o chi per loro, sono in ascolto e seguono questo blog, il che mi fa piacere, la seconda cosa è che a questo punto lo stimolo e la curiosità ad ascoltare questo disco (e magari ad andare ad ascoltarli dal vivo) sarà incrementata assai e magari involontariamente spero di aver fatto un poco di promozione ad un disco che mi è piaciuto.
    non sono certo di esser stato chiaro, ma due righe andavano spese.
    di certo ribadisco i complimenti al duo pisano e assai più certamente non ripubblicherò nessun tipo di link per il download di questo disco.
    a presto

  4. Costantino Spineti scrive:

    …I pisani se so’ storti!!!!
    …come la torre…

    Noooo….nun ce credo.

    Comunque, gran bel disco…Bischeri!!

  5. george scrive:

    condivisione con tutti i rischi e “pericoli” oppure, scrivi solo recensioni e alla maniera dell’ondarock, ci aggiungi il video o qualche altro ammennicolo sonoro legale e la smetti di condividere.
    Non capisco la tua confusione, così come non capisco il perché, tu accetti e sottostai al fantomatico volere di chi, ha eliminato il link, ci scrivi anche un pistolotto invero inconcludente e dall’altra parte, pubblichi il link e quindi, danneggi l’altrettanto italianissima BeMyDelay o se vogliamo dirla tutta, stando al suddetto pistolotto, perché questi due pisani si, va bene non danneggiarli troppo mentre per tutti gli altri artisti tra l’altro, al 98% stranieri, molti dei quali alla fame, secondo il tuo metro, è giusto “piratarli”?
    Forse è giuta l’ora che tu, decida da che parte stare.
    Saluti.

  6. george scrive:

    pardon, mi è saltato l’intro, riprovo: Non per essere polemici, ma le strade, sono due: o continui a tenere un blog di condivisione con tutti i rischi e “pericoli” oppure, scrivi recensioni, ci aggiungi il video o qualche altro ammennicolo sonoro legale e la smetti di condividere.
    Non capisco la tua confusione, così come non capisco il perché, tu accetti e sottostai al fantomatico volere di chi, ha eliminato il link, ci scrivi anche un pistolotto inconcludente e dall’altra parte, pubblichi il link e quindi, danneggi l’altrettanto italianissima BeMyDelay o se vogliamo dirla tutta, stando al suddetto pistolotto, perché questi due si, va bene e tutti gli altri artisti al 98% stranieri, molti dei quali alla fame, secondo il tuo metro, è giusto “piratarli”?

    • borguez scrive:

      innanzitutto benvenuto george,
      sono lieto del tuo commento perché magari mi da l’opportunità di spiegare meglio, ove possibile. non sono certo che le strade siano esattamente due, lasciami pensare che ce ne sia una terza e che magari la possa chiamare mia. il blog nel quale ci troviamo è esclusivamente mio, nessun altro decide o interviene a livello “redazionale”: lasciami credere che sto facendo quello che mi piace fare e di farlo come credo.
      per questo non mi schiererò né con i “pirati” e neppure con i “bacchettoni”: non credo di dover stare per forza in uno di questi schieramenti. ho già detto che se domani nascesse un “sistema” che accontentasse tutti ne sarei ben lieto, ma nulla appare all’orizzonte.
      ti assicuro che continuerò finché ho voglia e tempo a fare ciò che ho sempre fatto su questo blog, così come continuerò a rimuovere i link quando gentilmente mi verrà richiesto. la parte illegale del mio operare ha una controparte legale che giustamente chiede i propri diritti: credo sia doveroso oltreché rispettoso!
      i dubbi miei che emergono (e che tu hai stigmatizzato) riguardano una situazione confusa che per quanto mi sforzi di chiarire (nella mia testa) si ingarbuglia sempre più: lasciami pensare che io stia facendo la stessa cosa che si faceva quando ci scambiavamo i vinili e ci registravamo le cassette, piratandole allora come oggi. lo si faceva con gli amici, con i compagni di scuola o con i ragazzi del quartiere. lo continuo a fare da qui, il quartiere è assai più largo ed il mondo circostante è cambiato parecchio. non ho mai pensato di essere la causa e neppure l’effetto di questo nuovo modo di scambiarsi musica.
      per quanto riguarda i musicisti “alla fame” permettimi una cattiveria: se hanno tempo e voglia di suonare musica sono certo che la loro pancia è già piena e che il problema della sopravvivenza lo hanno già risolto. se proprio debbo provare pena mi vengono prima in mente i disoccupati o chi si arrampica per resistere alla china discoscesa di cui non è suo malgrado responsabile.
      in ultimo, ti volevo chiedere da che parte vorresti che io stia? e magari sapere da che parte stai tu!
      a presto

  7. Jacometal scrive:

    Alla fine conta il risultato. Compravo e compro ancora sostanzialmente lo stesso numero di dischi. Ne ascolto molti di più è vero. E ciò consegue dalla grande offerta web. Avrei ascoltato volentieri e fatto ascoltare questo dei Gatti Mezzi a chi poteva apprezzarne il genere. E poi sarebbero stati link sui vari facebook, ascolti da autoradi0, commenti, chiacchiere, consigli e, magari, concerti. Chi ci perde a rimuovere i link?

    • mauro scrive:

      Anch’io compravo e compro ancora, registravo e oggi condivido con internet. E’ cambiata la quantità. Chi ci perde? Gli artisti? Io non credo. I gatti mezzi di 20 anni fa, o trovavano una GLFerretti che li produceva o, se andava(molto) bene, finivano con un articolino sul mucchio, poi auguri…Oggi hanno più possibilità di farsi conoscere (troppe?) In ogni caso sono musicisti e dovrebbero fare quello che i musicisti hanno sempre fatto per centinai di anni: suonare. Il music business è un’altra cosa. Oggi la penso così e penso che sia giusto codividere, scaricare e acquistare. Ho passato gli ultimi anni (Borguez lo sai) a chiederemi se il download era giusto, e probabilmente cambierò idea ancora 1000 volte ma il mondo è questo adesso, chi di noi non avrebbe desiderato di poter entrare in un negozio di dichi e di poter comprare tutto?

  8. Andrea scrive:

    Segnalo che il disco è disponibile all’ascolto su Spotify.. Ok non è la stessa cosa (dannata pubblicità) ma almeno è possibile farsi un’idea del disco “legalmente”.
    Poi sarebbe bello sapere se e come l’ascolto con questo software genera introiti per gli artisti..ma è un altro discorso..

  9. borguez scrive:

    evidentemente (e mi riferisco ai commenti qui sopra) non sono il solo a pensarla come la penso: concordo con i loro commenti e mi aggiungo ai dubbi relativi agli introiti percepibili da altre forme di diffusione.
    in ogni caso se volevo far ascoltare I Gatti Mézzi e dargli qualche visibilità credo di esserci riuscito.

  10. I Gatti Mézzi scrive:

    Ciao bimbi,
    volevo dirvi che noi non abbiamo segnalato nulla. Siamo convinti che la musica debba girare e che sia in un certo modo di tutti.
    Non lo avremmo fatto anche perché Pino è un amico e sappiamo beneissimo quale sia l’intento che lo nuove. Grazie per le belle parole. Davvero.
    Comunque se volete veniteci a sentì’ dar vivo che vi si fa sta bene! ahahah

    • borguez scrive:

      Cari Gatti Mézzi,
      non potevo chiedere parole più giuste per chiudere una (finta) polemica e stabilire un piacevole contatto. vi ringrazio per questo.
      ma ancor più vi ringrazio per il vostro disco (ribadisco: assai bello) e per l’invito a ritrovarsi ad un vostro concerto, mi piacerebbe.
      buone cose, buona fortuna
      e a presto
      borguez

  11. george scrive:

    Grazie per il benvenuto, il tuo ragionamento avrebbe senso se tu fossi un acquirente di musica, ma siccome il 95% di ciò che posti, è preso alla ndo cojo, cojo cioè da siti “pirati”, si potrebbe tranquillamente affermare che tu, sia doppiamente pirata.

    Saluti.

  12. LD scrive:

    More wonderful discoveries – Grazie.

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