Ivano Fossati Musica Moderna

a dire il vero mi sono divertito assai.
strano esercizio quello di ascoltare un disco (atteso, sia ben detto) e buttare giù quasi inconsciamente delle primissime impressioni. esercitare un curioso flusso di coscienza scaturito da ragguagli e brandelli primamariamente percepiti e su questi tentare un seppur breve discorso articolato.
l’“esperimento” con Psiche di Paolo Conte l’ho trovato curioso e, per così dire, ripetibile, e dunque ora che mi trovo fra le mani protetto dal suo cellophane Musica Moderna (Columbia, 2008) di Ivano Fossati, non mi resta che ascoltare… e annotare. si potrebbe cominciare da una copertina bruttina, mi sia concesso.
Il rimedio era ed è il singolo scelto per anticipare l’uscita del disco. già ascoltata su radio fm e a quelle destinata. quel suono si plasma perfettamente alle programmazioni inebetite delle radio commerciali. canzone d’amore? Fossati conosce queste traiettorie come le tasche dei suoi pantaloni.
Miss America caribe. vecchi invaghimenti latini sotto una storia da raccontare. suoni perfetti e taglienti a margine di melodie conosciute. neorelismo del terzo millennio. lui e lei e la rivoluzione. qualcosa della vicenda mi sfugge. non c’è niente che non va!
Cantare a memoria sermone ecumenico e pastorale a legare i destini dei tanti alla medesima vicenda. profeta dei tanti. Fossati ama questi crescendo espressivi e queste socializzazioni delle emozioni. con marcia e inno annessi. ancora amore?
Il Paese dei testimoni ecco la politica. la sciarada fittissima di osservazione e rimandi. il dito puntato all’italiota, accenni di cronaca (?) e tv spazzatura evocata. canzone picchiata e battuta fra i suoni densi che dettano la cifra di Fossati. non ne comprendo a pieno l’incisività! forse…
D’amore non parliamo più ecco una nuova stanza nel canzoniere ligure. piano e voce. fra poesia e autobiografia. Riccardo Tesi c’è e si sente. sorprendente il titolo virato all’imperativo. bella. riconoscibile e bella.
Last minute vocazione transglobale di un sognatore. di un viaggiatore, di un volatore. lo sguardo fuori dai vetri, come sempre. così tanta elettricità in questo disco. elettricità al servizio delle parole. ancora una lei. una distanza. una mancanza. parole che giungono dalle budella, immediate. gli arrangiamenti mi lasciano perplesso, sarà bene ammetterlo.
Musica moderna l’amore “suo” pare proprio ci sia. le canzoni poco meno. l’uomo che detta all’artista. lirica. dove vai io vado debbo averla già letta altrove. un punto in più sul pallottoliere delle love songs. lui sa spanderlo attorno, ma mi pare lo riguardi prettamente. la musica arranca.
La guerra dell’acqua storie di sfacelo con minuzie e orrori. storie di ordinaria follia. j’accuse sterile. ho ascoltato dalla sua voce assai più ferocia e più arguzia. panorami di degrado in salsa r’n’r. ammetto la mia scarsa convinzione e la mancanza di emozioni vibranti.
Parole che si dicono porca miseria, il ragazzo è decisamente innamorato. la strana impressione di canzoni di un trentennio fa. tutto così limpido e chiarificato che difficilmente ci si adegua. dichiarazioni a viso aperto. mi disarmo di fronte a tanta sincerità.
Illusione ecco finalmente un “nuovo” possibile. tango di frontiera. qui il coraggio di osare e il leggero spiazzamento che vo’ cercando. la sonorità si adegua furba. fascinosa danza di passione e tessuto. ma chissà come pare stonare con tutto il resto. preferita!
L’amore trasparente era la sigla finale sui titoli di Caos Calmo. mi era piaciuta come antipasto ad un disco che attendevo fiducioso. era esposto con cura il pensiero ateo e pagano di molti, di noi molti. egoisticamente dai poeti questo si vuole. che indichino, additino e dicano ciò che non abbiamo il coraggio di dirci. ma il disco si chiude esattamente qui dove avevo sperato cominciasse.

disco di molte parole e di musica chiara. semplice nella duplice accezione se si vuole. composizioni che raccontano un periodo che indovino lieto e rappacificato, mentre intorno pare esplodere un suo privato legame. mi sembrano assai lontane certe investigazioni musicali e ancor di più illuminazioni verbali.
se proprio qualcosa debbo dire è che non c’è graffio, morso o lampo folgorante e perdurante. sensazioni vivide ma inconsistenti. il paragone non è giusto farlo, ma il passato non lo si cancella.
ascolterò e riascolterò ancora. e cambierò opinione altrettante volte. per fortuna. ho anche un bilglietto per il tour che comincia. sarà bello incontrarlo dentro un teatro.
trovo in rete questa intervista promozionale e proverò a capirne un po’ di più. resto perplesso e un poco amaro.

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0 risposte a Ivano Fossati Musica Moderna

  1. Ebass scrive:

    In sintesi: val la pena o solo la “penna”?

  2. lucien scrive:

    Stasera sarà ospite da Fazio.
    Ciao

  3. Ho ascoltato questo CD in auto, portato da un amico che l’ha comprato il giorno stesso della sua uscita nei negozi. Ora, a distanza di alcuni giorni, non ho ricordi di nessuna canzone. Non mi è rimasto il brandello di una melodia, non un giro folgorante di parole, non una rima nuova, né un’immagine viva e forte. E’ quello che mi succede con Fossati da Macramé (escluso) in poi. Sicuramente siamo cambiati: sono cambiato io, crescendo, ed è cambiata la sua musica. Come amici di liceo, ci si riconosce ancora, ci si saluta se capita, ma tutto finisce lì.
    Federico

  4. borguez scrive:

    vedo che vige la perplessità, e gli ascolti non diradano i dubbi.
    mi prendo ancora un paio di ascolti e poi tenterò di tirare qualche filo…

  5. Pingback: Vinicio Capossela Da Solo « borguez

  6. Edo scrive:

    Mha…Io sono un Genovese ”fossatiano” convinto e se ripercorro la discografia di Ivano trovo titoli ben piu ispirati. Direi che il disco è ben caratterizzato, nel senso che l’impronta di Ivano c’è ed è marcata ma manca quel mordente e quella genialità che in molte raccolte del passato rapivano la mente …… Questa era la caratteristica principale delle canzoni di Fossati, la capacità di trasportarmi su una nave di disperati in rotta sul centro America, in una notte stellata sul Caucaso o su una galera genovese del primo rinascimento…..in questo album manca, come manca il ”punch” di un arrangiamento incisivo in molti brani. Vediamo se nel riscoltarlo su un impianto come si deve riesco a cambiare idea….perchè odio non apprezzare appieno i miei amori

    Edo

  7. borguez scrive:

    sto con Edo (che ringrazio) e attendo il knock out. ma non giunge.
    il biglietto che stringo fra le mani vale un ingresso per un concerto a Bologna.
    cercheremo di fare pace. siamo intelligenti e ci riusciremo.
    lo so!

  8. Pingback: Pentangle The Time Has Come « borguez

  9. laFrà scrive:

    Ascoltando Musica Moderna mi è venuta in mente un’intervista di qualche anno fa, in cui Paolo Conte disse: “Usate l’ispirazione finchè ce l’avete, perchè poi scompare, e non si può ricreare con la volontà”
    Mi è evidente che Fossati ha perso l’ispirazione.

    • borguez scrive:

      e Paolo Conte ha ben detto, e a proposito. credo di averle ascoltate pure io quelle parole, tanto che quasi me le ricordo.
      sarebbe sbrigativo dire di Fossati che “ha perso l’ispirazione”, ma qualche cosa è accaduto e certo è difficile da definire.
      Musica Moderna, purtroppo, si va a cacciare dritto dritto fra i dischi da “dimenticatoio” e difficilmente verrà ritirato fuori. (sic!.)

      p.s. tu sei laFrà che penso io? mi rendo conto della cripticità della domanda, ma se è sì ci capiamo al volo, altrimenti ti dico con piacere benvenuta.

  10. laFrà scrive:

    No, non credo proprio di essere laFrà che pensi tu.
    (Sto ascoltando Vinicio, poi vado a vedere quello che hai scritto in proposito. Per ora sono al Paradiso dei Calzini -un genio-)

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