Jacques Tati Forza Bastia 1978

la curiosità è contagiosa e mette radici. annida e si espande con fare virale. la condivido con gli amici e questo non permette che si estingua: come la madre per l’aceto. così, se ci si distrae anche solo un poco, è bastante rinvigorire la favella che cova sotto la cenere ed ecco rifiorire una vecchia suggestione ed una ricerca che si era smarrita fra i rivoli dei giorni e dei suoi impegni.
Pietro, alcuni giorni addietro, mi sobilla e mi stuzzica rammentandomi di una piccola delizia che avevamo scordato. notizia captata chissà dove e fattasi cellula dormiente in sconosciuta maniera. …chissà se si trova in rete?
sto parlando di Jacques Tati e sono felice di poterlo (finalmente) fare approfittando di questo piccolo mediometraggio, in modo da poter contenere e limitare l’infinità di parole che dovrei utilizzare per raccontare l’intera carriera di un mio dolce eroe del ‘900.
ma cominciamo dall’inizio… nell’aprile del 1978, fra lo stupore generale, la squadra francese del Bastia raggiunge la finale di Coppa U.E.F.A. l’avversario è la compagine olandese del PSV Eindhoven dei celeberrimi gemelli Van De Kerkhof. la Corsica è in delirio e la cittadina si prepara ad accogliere il match d’andata.
il presidente del team corso, Gilbert Trigano, chiede a Jacques Tati di raggiungere l’isola e di girare un piccolo documentario sul paese in festa che si prepara a gremire lo stadio Furiani. Tati accetta, ed assieme alla figlia Sophie Tatischeff comincia, sin dal mattino del 26 aprile, ad imprimere i 35 mm della sua pellicola.

forza-bastia-781nasce così Forza Bastia 78 o L’île en fête, documentario di 26 minuti che (forse) subì un poco d’oblio a seguito della sconfitta del Bastia nel match di ritorno, ma che, opportunamente restaurato, rivide la luce nel 2000, al 18° Torino Film Festival. fu la stessa Sophie Tatischeff a rispolverarlo e a presentarlo.
non c’è trama e non c’è copione. solamente una camera curiosa, a volte nascosta e altre apertamente disponibile alla gioia dei tifosi. ci sono i sorrisi e i cori. volti buffi e ingenui di fine ’70 e di un calcio davvero d’altri tempi. ma c’è soprattutto lo sguardo di Tati, quello che ha sorretto e tenuto assieme i suoi film strampalati. la capacità di osservazione, la risata involontaria, i nostri tic e il non-sense del quotidiano. una strana maniera di (non) fare cinema limitandosi a guardare.
probabilmente il presidente del Bastia, quando invitò Tati, aveva in mente Jour de Fête. pensava a quella stessa illogica allegria che accompagna feste e celebrazioni, che inebria e instupidisce un poco grandi e piccini, e che li rende involontari attori e spettatori. dentro quell’illogico è sufficiente che si inneschi un piccolo meccanismo sgangherato ed ecco partire involontariamente la gag. il pomeriggio di quel 26 aprile si abbattè sullo stadio un temporale insistente che allagò il campo. i metodi per cercare di asciugarlo e per far disputare la partita divengono divertenti in modo inconsueto, buffi, se rubati e trasportati sulla celluloide.
questo e molto altro è Jacques Tati. è colui che (mi) ha insegnato che per ridere non è necessario recarsi ad un teatro o in un cinema, ma è sufficiente aprire una finestra o sedersi sulla panchina di un parco. gli uomini sono buffi se osservati attentamente: teneri o goffi, gesticolano, inciampano e divengono macchiette inconsapevoli, animali divertenti che producono senso e sorriso nel gioco reciproco di osservarsi.
la domanda era dunque …chissà se si trova in rete? la risposta è sì! lo si può vedere qui oppure qui. e per fortuna!
lascio chi vorrà alla breve visione rimandando i tanti discorsi sulle meraviglie del cinema di Tati, che per lunghezza e incapacità faticheranno ad entrare in questo luogo, ma resteranno per lungo tempo ancora nei miei occhi.

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14 risposte a Jacques Tati Forza Bastia 1978

  1. gianluca scrive:

    Uno dei ricordi più belli della mia vita è stato veder con mio padre “Mon oncle”. Papà amava molto Tati, perchè era un uomo che indagava sulle normalità degli esseri umani, e sul ridicolo dei loro irreprensibili comportamenti. Non posso guardare un tubo di plastica ,senza pensare di trasformarlo in una fila di salsicce…

  2. hrudi v. bakshi scrive:

    ..nel mio peregrinare fra Lorient, la Presqu’ile de Quiberon e St.Lazaire in cerca di ricordi di Monsieur Hulot…il nulla regnava nella memoria dei francesi, neppure una triste cartolina da turista, ricordava il passaggio di Tati in quei luoghi!
    che la rete detenga e si erga a mentore della memoria umana?

  3. costantino spineti scrive:

    …Sì borguez…amo molto anch’io Tati e quel suo modo strampalato di riprendere con la macchina da presa curiosità e goffaggine del genere umano…

    …Credo di potermi ritenere una sua perfetta “preda,visti i precedenti maldestri che ho…e per i quali sono diventato “famoso” per tutti quelli che mi conoscono di persona…

    Una su tutte (ma sono tante)…sono riuscito una volta a dare una “rumorosa testata” su un semoforo ad un attraversamento pedonale in pieno centro a Roma,distratto dalla nobile perfezione e dalla irrequieta bellezza del fondoschiena di una turista nordica che ondeggiava su “tacchi altissimi” di scarpe di vernice rossa…ricordo ancora perfettamente le risa trattenute con le mani,ma soprattutto gli sguardi dei passanti…fu a dir poco imbarazzante…

    Un’ultima curiosità borguez…

    Un documentario del 1960 a firma di Aram Avakian e Bert Stern,il titolo “jazz on a summer’s day”…festival di Newport…oltre alle innumerevoli perle incastonate (Monk,Stitt,Mulligan,Mahalia Jackson,Satchmo etc…)ci sono le facce,le espressioni goffe,le “naturalezze” della gente presente al festival…sicuramente per Stern (ma anche per me), sono più loro i veri protagonisti della pellicola…Un assaggio borguez…

    http://www.youtube.com/watch?v=454cQoyL1pg

    Per chi lo vuol vedere…si trova il torrent.

  4. alice scrive:

    un regalo per borguez.
    un regalo un pò per tutti.
    uno dei miei accurati buoni motivi per fare una valigia e partire.
    sorpresa!

  5. borguez scrive:

    provo a procedere con ordine….

    Gianluca, tu non lo puoi sapere di certo, ma il poster di Mon Oncle campeggia, con i suoi 4 o 5 metri quadri rossi, nel soggiorno di casa mia. e da lungo tempo. tuo padre è stato uomo intelligente e spiritoso se ha saputo ridere di Tati e mostrarlo a suo figlio.
    le salsicce sono poi una delle innumerevoli gags di quel film. io ne ho un mente altre. ma a ciascuno le sue.
    ecco cosa combina Tati! risveglia fanciullini e risate da adulti! questa la sua grandezza e la sua misura che non invecchia!
    grazie della visita. a presto

  6. borguez scrive:

    hrudi che cerca Tati sulla costa francese è già un film di Tati, involontariamente!
    fa già sorridere. fa sorridere il fatto che non lo si trovi, fa sorridere il fatto che lo si cerchi. da qualche parte prende sale una statua, ma poco importa. Tati resta appiccicato ad ogni uomo che inciampa, anche a quello che inciamperà domani.
    i francesi forse non gli dedicano magliette o cartoline, ma sanno organizzare mostre (a quanto pare) e a celebrare come si deve!
    si parte per Parigi?

  7. borguez scrive:

    ah, diavolo di un costantino!
    sai che hai citato involontariamente uno dei miei piccoli film documentario preferiti?
    e lo è per i motivi che hai ben descritto, ma anche perché ad un certo punto compare Jimmy Giuffre con il suo trio. una delle poche testimonianze video di un gigante sconosciuto ai più!
    non credo da tempo alle coincidenze. eccone una prova…
    grazie!

  8. borguez scrive:

    e grazie ad alice per la sorpresa!
    se poi mi aiuterà a tradurre un poco e a studiare meglio non escludo una doverosa gita fuori porta….

    Parigi val bene una mostra!

  9. hrudi v. bakshi scrive:

    ..be in effetti il tipo di costa e i colori dietro al “pennellone” sono più che vagamente somiglianti alla cote sauvage!
    …può essere che io sia rimasto intrappolato in una involontaria gag cercando in francese il francese!

  10. hrudi v. bakshi scrive:

    e ora che ho digitato, Saint Marc sur mer in google vedo che abbondano i ricordi in terra francese!!!
    albergo, statua, spiaggia con tanto di orari, passeggiata etc etc
    ..chissà cosa cercavo io cartina stradale alla mano!
    ai tempi non c’erano tutte queste diavolerie

  11. borguez scrive:

    mi permetto di copiare ed incollare una mail di hrudi. lo faccio per rendergli giustizia, e poi perchè mi ha inviato copia scansionata (che professionista!!!) dell’errore commesso dalla guida edt su Valle della Loira e zone limitrofe. lui per discolparsi e io per avvalorare il tutto. mi pareva giusto!

    Io ero sicuro d’aver agito giustamente.
    La discesa verso il Morbihan ad escludere la regione del Finistére (quella che ritengo ne rispecchi meglio il carattere e meriti una visita esclusiva, “alla fine della terra”) per motivi di tempo e distanze, dopo aver attraversato in auto tutta la Francia, l’Ome, il Calvados, la Manche, l’Ile et Vilaine era esplicitamente indirizzata ai siti megalitici di Carnac.
    Per me, la reale meta era trovare qualche cosa che ricordasse Tati.
    Nulla di più gustoso era inserire in quel viaggio un fine tutto mio, che eludesse le mete comuni o i vari accomodamenti che i compagni d’avventura a volte “impongono”.
    Nel lontano 1997 l’uso di internet era meno frequente, l’adsl forse non era ancora una nostra priorità e la mia “guida approssimativa” che alla luce di quanto scoperto da poco non sarà più tale!
    In un piccolo trafiletto alla voce Quiberon essa m’invitava a seguire le orme di Monsieur Hulot nella Presque ile ….di qui l’equivoco a ritenere i francesi un po’ ingrati verso un uomo che mi ha sempre fatto sorridere, non trovandovi alcuna traccia!
    Vi trovai in ogni caso l’oceano, nelle cui acque gelide non mi ero mai addentrato spiagge deserte e colori estivi totalmente diversi da quelli a cui siamo abituati.
    Che sia arrivato il momento di visitare la terra di foreste, leggende, fate, maghi, Re Artù e Lancillotto scendendo casomai più a sud fino a Saint Marc sur mer, visitare con nostalgia qualche cosa di irriconoscibile, magari voltarsi verso una statua di metallo ossidato e scoprirsi di nuovo a sorridere della posa non certo plastica di Monsieur Hulot.

    Era la guida che sbagliava….io di conseguenza!

  12. hrudi v. bakshi scrive:

    …bè; dopo dodici anni scoprire che l’errore pagato in soldi (il costo della guida),in convinzioni errate di ingratitudine verso un popolo, e di un’occasione mancata; meritava pure la verifica delle pagine e la scansione delle stesse!
    …mi sento più in una scena di Woody Allen che in una gag di Tati.

  13. alice scrive:

    ore 6.27 del mattino. quest’uomo mi ha fatto ridere come un bambino tra i sogni.
    in questa intervista, Tati parla. comincia così, parlando. rarità.
    e poi torna ad essere pantomime per finire con altre bizzarre parole.
    se poi si ha la fortuna di comprendere il francese, quest’intervista mette di buon umore per la giornata: Radio Canada. splendida.

  14. Olegario scrive:

    hi tati! i’m so glad that i could find this channel, you’re so cute, potvssiie, glamoruos, elegant a perfect role model, i’m 27 years old, and i was tired to see only teenages girls (no ofensses to anyone), so when i find you and april i was like; finaly! real women talking about beauty and helth!! so thankyou for making intelligent and interesting videos, and please keep doing it. CONGRANTS ANG GOD BLESS YOU!!!

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