James Brown Black Caesar

anche James Brown non sfuggì nei ’70 alla lusinga di una bella soundtrack per dire la sua sulla blaixplotation incombente. come tanti gangsta di quartiere, i mammasantissima del black power si accodarono l’uno all’altro per inanellare una serie di colonne sonore memorabili. Shaft di Isaac Hayes, Superfly di Curtis Mayfield e nel 1973 questo Black Caesar con il groove di Mr.Soul a fare da sfondo sdrucciolevole alle vicende del film. l’anno prima anche un certo Marvin Gaye non si era sottratto alla moda, ma magari non brucio le parole e se ne riparlerà prossimamente su questi schermi…

ma questa volta mi sarà assai difficile parlare del film perchè proprio non l’ho ancora visto. il disco però, da parecchi anni, mi tiene lieta e danzante compagnia. quindi, da blogger diseducato mi limiterò a consigliare e il disco e eventualmente (a chi ne avesse la possibilità) la visione del film. dico solo sottovoce che una versione di contrabbando è più disponibile di quanto si possa pensare. e che il trailer audio non farà altro che invogliare all’ascolto (o alla visione)…

poi di contorno tutta una serie di memorabilia che fanno brillare gli occhi e salivare le papille. a partire dalla locandina ufficiale del film.

il protagonista nei panni dell’eroe Tommy Gibbs era una delle icone della generazione, Fred “The Hammer” Williamson. con la sua teoria di completi a zampa, camicie inamidate e basettoni da vertigine. movenze da pantera e sguardi languidi femminili appiccicati addosso. vederlo all’opera per credere.

[youtube=http://it.youtube.com/watch?v=4qYjaoNCxXY]

il funky di James Brown che si ammansisce al soundtrack e alle esigenze di pellicola, e un curioso montaggio ritrovato in rete che ben fotografa lo scenario del film e le sue atmosfere…but who’s Joe?

[youtube=http://it.youtube.com/watch?v=nYiDVMfwdmI]

Black Caesar dunque! senza troppi discorsi e con tutte le raccomandazioni del caso, come quella di celebrare questo primo natale senza The King of Soul scartando regali, e shakin’ the ass al groove di un Funky Christmas (ironia della sorte, sic!)

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0 risposte a James Brown Black Caesar

  1. borguez scrive:

    caspita, non c’entra con il post, ma c’entra assai con questo blog.
    quei simpatici di WordPress mi avevano bloccato un commento di Punck relegandolo nello scantinato dimenticato dei commenti in attesa di moderazione (perché poi?). riguardava un discorso di qualche post fa su Resonance FM. lo ripubblico qui scusandomi con Punck e lo riattualizzo visto che merita tutta la mia stima e la sua soddisfazione

    “caro marco

    visto che hai citato la leggendaria Resonance FM,
    con una punta di orgoglio ci tengo a farti sapere che qualche giorno fa i miei field recordings sono stati i protagonisti dello storico programma che l’emittente londinese dedica all’argomento cioe’ “Framework”.

    puoi scaricarti la puntata qui:
    http://www.punck.net/mp3/18.11.07 framework.mp3

    piu’ info su framework e sottoscrivere il podcast qui:
    http://murmer.soundtransit.nl/radio.html

  2. Hank scrive:

    Evidentemente anch’io ero in (vana) attesa di moderazione (dall’alcol), poiché rimasi indietro di ben due post (a proposito: “avvocato alcolista”?! Avvocato con chi?!). Non rammento la canzone di Dylan, ma Moondog è citato in “Chronicles”: “Moondog was a blind poet who lived mostly on the streets. He wore a Viking helmet and a blanket with high fur boots. Moondog did monologues, played bamboo pipes and whistles. Most of the time he performed on 42nd Street.” Moondog è fantastico.

  3. borguez scrive:

    sapevo di potermi fidare di Hank!

    che aggiungere…Moondog è fantastico.

  4. Fabio scrive:

    Say it loud: I read Borguez and I’m proud!

  5. Hank scrive:

    “For mature readers”! (op. cit.)

  6. borguez scrive:

    visto che trovo in Fabio ed Hank due riconoscenti e fedeli lettori di queste mie parole, e visto che attorno a Mr.Soul ci stiamo scambiando sagaci minchiate, vorrei ribadire e rinnovare l’invito ad ascoltare quella kitscheria che fu l’album natalizio di James Brown. dietro la ragione sociale ruffiana e puttana (come lo fu il titolare) si nascondono alcuni gioielli di purissimo soul funk.
    Funky Christmas è magma bollente, e che nostalgia per personaggi come lui, che anche quando “scivolavano” nella più bieca operazione incassa/denaro non smettevano di volare altissimo!

    Fellas, I’m ready to get up and do my thing (yeah go ahead!)
    I wanta get into it, man, you know (go ahead!)
    Like a, like a Santa Claus, man, (yeah go ahead!)
    Movin’ and doin’ it, you know
    Can I count it off? (Go ahead)

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