Jason Adasiewicz Sun Rooms

mi piace pensare che Jason Adasiewicz, in questi paraggi, si possa considerare “di casa”.
e se lo è, lo è suo malgrado, a sua insaputa e per mea culpa; in realtà son io che fingo di ospitarlo e di accoglierlo ogni volta che qualche sua nuova avventura si affaccia alla ribalta musicale. presumo che lui sia all’oscuro di tutto, e non potrebbe essere altrimenti.
dopo la lieta epifania di aver assistito alle sue peripezie sullo strumento in forza al quintetto di Rob Mazurek (già scrissi) e dopo aver goduto del disco Varmint del quintetto Rolldown che porta la sua ragione sociale (già scrissi), ho pazientato diligente affinchè giungesse l’uscita del suo nuovo disco ingannando l’attesa con le delizie siderali dell’Exploding Star Orchestra (già scrissi) che lo annoverano fra i membri gloriosi dell’equipaggio.

nel nuovo Sun Rooms (Delmark, 2010) lo troviamo in piacevole compagnia di Nate McBride al basso e di Mike Reed alla batteria. ed è una meraviglia di trio, nella più classica e jazzistica accezione del termine.
e in effetti spifferi di neoclassicismo soffiano a più riprese sulle scorribande dei tre: si respirano istanti gloriosi della grande epopea di questa musica, e malgrado questo, non ci si potrebbe confendere nel percepire questo lavoro come un disco jazz dell’anno 2010.
la stessa scelta di alcuni standard (o cover che dir si voglia) rafforza la sensazione: Warm Valley viene dalle sacre scritture di Duke Ellington, Overtones of China è una delizia del reverendo Sun Ra, mentre Off My Back Jack è un doveroso omaggio al pianista Hasdaan Ibn Ali che passò come una meteora al fianco di Max Roach. le restanti cinque tracce sono composizioni originali che illuminano il corallario di un lavoro in piacevole equilibrio fra modernità e classicità.
la mia percezione dell’interplay dei tre porta il disco verso atmosfere notturne malgrado il titolo radioso e pieno di luce. credo sia solo una deformazione mia legata al suono di uno dei più talentuosi vibrafonisti in circolazione. ciascuno lo collochi nello spazio giorno o nella zona notte: l’importante è che Jason sia tornato a casa.

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7 risposte a Jason Adasiewicz Sun Rooms

  1. s.c. scrive:

    Decisamente zona giorno [quasi Zorn(a) Gion], oserei dire. Collocabile (volendo) nelle ore dell’avanzato pomeridium. Merci beaucoup. As usual. Aufidersen.

  2. delacuerva scrive:

    bel disco..non fosse altro che dopo 10 minuti di vibrafono comincio ad odiare il mondo…

  3. Anonimo scrive:

    Guarda chi si incontra: anche Monsignor SfasciaCarrozze frequenta questi lidi….
    Io passo come al solito, raccolgo, ringrazio Mr. Borguez
    (bella la prescrizione a tempo:)

    odradek

  4. Pingback: Peter Brötzmann & Jason Adasiewicz Going All Fancy | borguez

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