Josephine Foster Graphic As A Star

e alla fine eccola apparire, diafana ed eterea come un disagio onirico di E.A.Poe. Fabio mi aveva annunciato la sua evocazione londinese ed io me ne stavo da tempo acquattato nel bosco per scrutarne il passaggio! è la stessa Josephine Foster a narrare la genesi di questo disco: un lungo periodo passato in isolamento fra montagne spagnole, lontana dalla civiltà e dall’America natìa. ruscelli, greggi e campane del villaggio più prossimo a scandire i giorni. la chitarra, un registratore e pochi libri: fra questi una qualche edizione delle opere poetiche di Emily Dickinson. niente di più e niente di meno.
le deve essere parso assai normale iniziare ad intonare la lettura di quei fragili poemi vocalizzando, aggiungendo passaggi armonici e cadenze. poi la chitarra ha fatto il resto: nasce così una saga esile e minuta composta da 27 frammenti tratti dalle raccolte della consorella americana!
Graphic As A Star (Fire, 2009) è una pastorale in miniatura per voce, chitarra, armonica, crepitìi di focolare, corredo ornitologico vario e un solitario moscone impiccione! la solitudine che esplode senza fragore, la meditazione laica sull’essenziale agreste e il viaggio a ritroso a scavalcare i secoli. canzoni infinitesimali e scheletriche, ossi di seppia in gabbie di canarini assenti, acqueforti in tempera sbiadita: a volte necessitano di un giro armonico essenziale; altrove è bastante il canto presso il focolare che schiocca oppure è il mattino che si risveglia in una registrazione ambientale involontaria.
la voce di Josephine ha deciso da tempo di compiere un percorso arduo e solitario: ritrovare canoni e stilemi di una vocalità primordiale e materna, riprodurne meravigliosamente intonazioni e vocazioni celesti e (ri)portare tutto questo al centro esatto del songwriting di questo tempo che oramai ci è sfuggito irrimediabilmente. perché la domanda che mi pongo da fan inebetito e lievemente ottuso è questa: chi (altri) oggi è ancora in grado di concepire, pensare e realizzare dischi come questo? chi di gettare nel bel mezzo di questo canzoniere minimale una perla purissima e iridiscente come My Life Had Stood A Loaded Gun?

curiosando in una libreria polverosa ho cercato una vecchia edizione di poesie della Dickinson: la possedeva un diciottenne un po’ romantico e un po’ coglione, ma, a quanto pare, né del libro e neppure del giovinastro vi è rimasta più traccia e così sono finito in rete a farmi illuminare dalla completezza di un sito (italiano) dedicato ad Emily Dickinson: lì, chi vorrà, potrà ripercorrere la cernita che Josephine Foster ha fatto fra più i 1700 poemi che rappresentano il lascito prezioso della poetessa; cercare e trovare i passi con i quali ha deciso di tornare ad un’America arcaica ed intonsa!
la foto qui a fianco proviene dall’album di Fabio (per fortuna sempre lui), ed è stata carpita dal vivo a pochissimi sospiri dal pianoforte presso il Caffe Oto. lo voglio ringraziare per avermi mostrato quel profilo antico, l’eleganza di un albatros e la sua bellezza imprevista ed inconsueta.
mentre sto per gettarmi nell’ennesimo ascolto di questa delizia mi rendo conto lucidamente che questo canzoniere mi accompagnerà, da ora, ovunque andrò: è il tempo stesso ad esser stato aggirato da canzoni che al tempo non appartengono già più, per assenza o per indeterminatezza! e non mi è davvero difficile stabilire con certezza come questo lavoro rappresenti il Disco del Secolo – Ottocento!

Josephine Foster Graphic As A Star

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0 risposte a Josephine Foster Graphic As A Star

  1. Fabio scrive:

    Sono trasalito qualche giorno fa quando mi e’ capitato in mano il programma dei concerti di Dicembre e Gennaio al Cafe’ Oto. Prima ho pensato che di un programma scaduto si trattasse, e invece posso annunciare in anteprima ai lettori del tuo eccellente blog che Venerdi’ 18 Dicembre “Josephine Foster returns to Cafe Oto with her full band playing songs from her acclaimed album This coming gladness”.

    • borguez scrive:

      fantastico!
      mi riferisco all’album, all’appuntamento imperdibile (per chi è nei paraggi) e alla solerzia con la quale (mi) informi!
      presumo tu sarai a quel Café Oto in quel dato giorno e in quella data ora: penderò allora dalla tua penna mentre qui nei miei paraggi non accenna a diminuire l’entusiasmo per questo ultimo album!
      grazie

  2. costantino scrive:

    Io la vidi nel maggio scorso a Roma, esperienza indimenticabile…

    Elegante, aggraziata e austera…trasformare un locale romano in una vecchia abbazia.

    Mi piacerebbe essere a londra il 18 Dicembre.

    borguez, andiamo a conoscere Fabio Barbieri calling!

  3. Fabio scrive:

    E BBC Radio 3 ha appena annunciato che il 15 suona qui al Barbican, in un concerto di canzoni di Natale:

    http://www.barbican.org.uk/music/event-detail.asp?ID=9542

  4. borguez scrive:

    rispondo a Costantino e (per conoscenza) a Fabio:
    manco da Londra dal 1990, la data pare quasi preistorica! nella decade precedente ci feci visita per 5 o 6 volte tentando persino di trasferirmi lassù con fare irruento ed adolescenziale! ma tornai allontanandola un poco nel tempo e nello spazio: sono cambiato io ma credo che lei sia cambiata assai di più!
    poi il tempo mi ha fatto fare pace con il mio tempo e con i ricordi e da qualche anno a questa parte continuo a ripetermi che sarebbe ora di tornare!
    assai probabilmente vorrò celebrare nel prossimo anno un ventennale, un ritorno!
    so che in qualsiasi stagione Londra mi offrirà tante di quelle meraviglie che proprio Fabio continua a snocciolarmi ininterrottamente: ne sono certo!

    per chi può l’accoppiata Barbican e Café Oto mi pare vincente!

    p.s. tutte le foto che ritraggono Josephine “Giuseppina” Foster sono assai gradite!

  5. Fabio scrive:

    E’ un discorso lungo e complesso. Londra e’ cambiata immensamente in questi vent’anni. Per semplificare molto, ha perso completamente l’identita’ per la quale l’abbiamo amata. Inutile cercarla, non esiste piu’, se non come carnevalesco revival in quel di Camden, tenuto in piedi da italiani e spagnoli nostalgici.

    La ragione per la quale ha senso stare qui, almeno per me, e’ l’accesso a tutte le culture del mondo, nella loro forma piu’ autentica e undiluted: musiche, cibi, atmosfere. E’ l’altra Londra, quella non inglese, quella che continua a interessarmi. E’ poi e’ una citta’ molto giovane, impressionantemente tale se la confronti con le citta’ italiane. Nella mia zona non c’e’ una famiglia a pagare per vederla. Ti senti parte di una comunita’ di spiantati che arrivano da tutto il pianeta cercando nessuno sa cosa, e non e’ una brutta esperienza tutto sommato. Tiene vivi, tiene desti.

    • borguez scrive:

      è un discorso lungo e complesso, ma lo hai riassunto egregiamente!
      l’accesso a tutte le culture del mondo, la comunità di spiantati e musiche, cibi e atmosfere da tutto il mondo sono bastanti ad incuriosirmi.
      so perfettamente che non ritroverò nemmeno l’ombra di una Londra immaginata e vissuta, ma questo lo sapevo già!
      non mi resta che promettermi (e promettere) di trovare quel giusto tempo per tornare!
      poi tutto il resto sarà meravigliosamente in più!

  6. SigurRos82 scrive:

    Uh, il disco di Jack Rose qui a fianco mi rammenta che il chitarrista è venuto a mancare proprio qualche giorno fa 🙁

  7. barbara scrive:

    mi ha colpito della recensione l’elogio a My Life Had Stood, che penso sia un pezzo meraviglioso. chi l’ha scritta?

  8. borguez scrive:

    il testo è della stessa Emily Dickinson (come tutti quelli nel disco) e l’armonizzazione e la melodia di Josephine Foster!
    sono anch’io d’accordo con te (e con me): è un pezzo meraviglioso!
    grazie della visita e delle parole,
    a presto

  9. Che bella recensione, il disco è davvero speciale, io la trovo divina, anche con i suoi rumori di sottofondo completamente fuori luogo come solo lei sa fare!

    • borguez scrive:

      se la trovi divina non credo di doverti convincere di nulla: siamo perfettamente d’accordo!
      il disco è davvero speciale… già!
      sono felice che ti sia piaciuta la recensione e ancor più della tua visita!
      ciao, a presto

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