Josephine Foster & The Victor Herrero Band Anda Jaleo

tutto si può chiedere ad un fan tranne attendere. così, un paio di mesi fa, non appena l’etichetta Fire Records accennò alla futura pubblicazione del nuovo disco di Josephine Foster procedetti compulsivamente all’acquisto senza rendermi conto che la transazione da carta di credito funzionava eccome, mentre il download del disco no. e questo per il semplice motivo che non era ancora stato pubblicato. banale si dirà, ma non per un fan. un solerte John (incaricato delle comunicazioni dell’etichetta) mi rassicurò via mail che non appena il disco fosse stato disponbile mi avrebbe avvertito. e ieri è giunta la sua mail.

Anda Jaleo (Fire Records, 2010) viene licenziato a nome Josephine Foster & The Victor Herrero Band (marito della nostra) e, come già anticipato da tempo, si tratta di un rilettura (un concept?) delle canzoni che Federico García Lorca raccolse, arrangiò e suonò al piano accompagnato dalla voce di Encarnación López Júlvez detta La Argentinita. stiamo parlando del 1931.

la permanenza della nostra Giuseppina nell’isolamento della Sierra attorno a Granada sta producendo frutti piacevoli e per nulla scontati; così dopo l’omaggio devoto a Emily Dickinson che si concretizzò in Graphic As A Star ecco che, con la complicità del marito, la nostra deve essere entrata in contatto con quella manciata di canzoni popolari che rappresentano per gli spagnoli qualcosa di più di semplici memorie nazionali. la Colección de Canciones Populares Españolas infatti, pubblicata nel 1931, dopo una prima felice diffusione a suon di 78 giri venne bandita durante la Guerra Civile e, di conseguenza, consegnò alla canzone Anda Jaleo la responsabilità di divenire canzone politica e di protesta: al canzoniere fu concesso di tornare in circolazione solamente dopo la caduta del regime franchista.

Federico García Lorca y La Argentinita
Colección de Canciones Populares Españolas (1931)

cercando di lasciare intatta la densità di senso politico insita in un’operazione di questo genere e sorvolando su di una copertina talmente brutta da farsi ricordare, tento di addentrarmi nel disco gettando sulla pagina le prime impressioni. innanzitutto la lingua (inevitabilmente spagnola) rappresenta uno di quegli ostacoli assai ostici per tutti gli anglofoni che osano (ricordo un Dylan pagliaccesco e un David Byrne al limite del ridicolo); nel disco il buon marito Herrero la sorregge in un controcanto che mantiene in carreggiata molte canzoni.
ma se penso alla canzone popolare (non solamente spagnola) mi sovvengono voci carnali, dense e profonde: aggettivi che non si addicono al lirismo diafano della voce della Foster. il canto folcloristico spagnolo rimanda a colpi di glottide, schiocchi di labbra, pastosità e dinamiche che non appartengono a Josephine Foster. in alcuni brani si avverte uno strano imbarazzo che si vorrebbe evitare (Los Mozos de Monleòn, Las Morillas de Jaen) e in altri l’approccio di nacchere e calpestìo non bastano a far innalzare le canzoni a livello che meriterebbero (Las Tres Hojas, El Cafe de Chinitas).

eppure al talento di Giuseppina bastano tre colpi per invertire (in parte) il risultato e riportare senso e rispetto per questa operazione (l’ho già detto) comunque meritevole. il brano Anda Jaleo ha l’afflato e il senso profondo che le compete nel tempo che fu (e di qui a venire). Los Reyes de la Baraja le fa tornare alla mente di saper suonare l’arpa (accopagnamento ideale della sua voce n.d.r.) e di saper portare la canzone a spasso oltre il tempo. e poi, per chiudere, la ninna nanna a cappella Nana de Sevilla ammansirebbe qualsiasi toro soffiante nell’arena.

non sono certo che questo sia il disco memorabile della sua discografia, ma un plauso al coraggio e alla dinamica che sta prendendo la parabola della sua carriera credo sia doveroso. dopo i lieder di A Wolf in Sheep’s Clothing e la lieta rilettura della Dickinson, chi potrebbe divinare dove porti la direzione che passa per le canzoni di Lorca? assai difficile direi. i due dischi sono disponibili (uno più sopra e l’altro più sotto) per eventuali raffronti: io li ho fatti, non sono giunto a limpidi risultati ma, per così dire, sono stato onorato di poterli fare. per ogni opinione al riguardo lo spazio qui sotto è come sempre disponibile.

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5 risposte a Josephine Foster & The Victor Herrero Band Anda Jaleo

  1. Fabio scrive:

    Ordinato anche io con largo anticipo, ovvio. Dovrebbe atterrare nella posta a giorni, la Giuseppina.

    • borguez scrive:

      dinamiche da fan, non c’è che dire.
      malgrado io abbia già scritto le prime impressioni non aggiungo altro e attendo, se tu vuoi, l’opinione di un fedele conoscitore della materia.
      a presto

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