Klima Kalima
Finn Noir

lassù in alto, in Finlandia, prima poi si dovrà andare, non fosse altro per le continue suggestioni che da la giungono: le distrazioni sono sempre assai numerose, ma con frequenza luciferina giunge uno spiffero che fa voltare lo sguardo e le orecchie verso nord. questa volta è il turno di un disco che sin dal titolo dichiara esplicitamente luogo e tinta dell’epifania sonora: Finn Noir gioca linguisticamente con un genere cinematografico ben preciso e, nello stesso tempo, indica senza possibilità d’errore il luogo geografico dove atterreremo.

Klima Kalima è il nome del trio che il chitarrista elettrico Kalle Kalima ha formato da qualche tempo assieme al contrabbasso di Oliver Potratz e al batterista Oliver Bernd Steidle. tutti e tre finlandesi naturalmente e tutti e tre appassionati di cinema, jazz e amanti del proprio paese; esordirono nel 2004 con un inequivocabile Helsinki On My Mind (2004) a cui fece seguito nel 2010 Loru (con la partecipazione di Jimi Tenor).
è ora il turno di questo Finn Noir (Enja/Yellowbirds, 2012) ispirato a tre grandi registi noir del cinema finlandese: Matti Kassila, Aki Kaurismäki and Mikko Niskanen. dei tre credo solamente quello di mezzo non abbia bisogno di presentazioni, non fosse altro perché ci è contemporaneo e probabilmente è il più noto al di fuori del territorio nazionale. in cosa consiste l’operazione di Kalle Kalima? è lui stesso a spiegarlo nel suo blog; le visioni dei film di questi registi hanno creato la suggestione e l’ispirazione per comporre alcune musiche che potrebbero rappresentare colonne sonore alternative a quelle di quegli stessi film. ecco dunque un jazz elettrico e cinematico, nervoso e suadente, punteggiato di tango e di punk rock a provare a raccontare nuovamente le vicende de La Vie de Bohème, di Ariel o di Calamari Union. oppure sostenere e punteggiare le indagini del Komisario Palmu assai celebre personaggio letterario e televisivo finlandese.

atmosfere notturne, tanghi dinoccolati, tensioni elettriche e nostalgie per trio jazz: tutto scorre alla perfezione e mancano davvero solo le immagini in bianco e nero a cui dare voce. ma il disco mi ha scatenato una strana voglia (si parlava di tentazioni luciferine) di riascoltare le colonne sonore originali dei film di Aki Kaurismäki e mi sono ricordato di avere da qualche parte un doppio dal titolo Jukebox – Music In The Films Of Aki Kaurismäki uscito nel 2006 per l’etichetta Megamania.

dove si sarebbero potuti incontrare Joe Strummer, Carlos Gardel, Fred Gouin e i Renegades se non in un film di Kaurismäki? il doppio è micidiale come un’intera bottiglia di vodka finnica: tanghi (forse non tutti sanno che dopo l’Argentina il paese più densamente abitato dal tango è proprio la Finlandia), arie d’opera, metal e rock kitsch, languide ballatone, tradizionali sovietici, canzoni d’amore, rockabilly finlandese e gli immancabili Leningrad Cowboys.

e se una bottiglia di vodka finnica tira l’altra è giusto che ritorni qui a parlare di Markku Peltola: lo feci già su questo stesso blog cinque anni addietro quando mi giunse la triste notizia della sua dipartita, ma oggi come allora non è del suo cinema o di tristi notizie che vorrei parlare quanto piuttosto di due dischi che incise con il gruppo che portava il suo nome affiancato a quello di Buster Keaton. sia Markku Peltola / Buster Keatonin Ratsutilalla (Ektro Records, 2003) che il successivo Markku Peltola ‎/ Buster Keaton Tarkistaa Lännen Ja Idän (Ektro Records, 2006) paiono letteralmente scomparsi nel grande mare della musica liquida, affondati o annegati come un battello ebbro. due dischi splendidi. scrissi allora “musica strumentale, acustica o semi-acustica, sghemba e sgangherata come certe bande da dopolavoro che si ritrovano più per bere e scaldarsi dal freddo del lungo inverno finnico. fiati stracchi e latini, chitarroni da fiesta chicana, tamburi da parata e archi pizzicati.” e confermo oggi che ancora non ho smesso di ascoltarli.

a cotanto peccato rimedio qui sotto anche perché le musiche contenute in quei due dischi sono il più denso aleph immaginifico attraverso il quale mi pare di immaginare la terra di Finlandia a cui prima o poi si dovrà approdare.
e se non è ancora tempo di partire si può pur sempre desiderare da quaggiù.
buon ascolto

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10 risposte a Klima Kalima
Finn Noir

  1. LYSERGICFUNK scrive:

    Leggevo oggi una recensione sul disco dei Klima Kalima e pensavo:….interessante, lo voglio ascoltare al più presto….. ed ecco qua…. il solito grande Borguez….. Ottimo post (adoro il geniale Kaurismaki, uno dei miei registi preferiti)….. Per l’ennesima volta Grazie Mille!
    Saluti Lysergici Guido

    • borguez scrive:

      assai lieto della tua soddisfazione e del tuo gradimento, come dicevo in qualche commento addietro sono lieto di diventare prevedibile (segno di attendibilità?) e allo stesso tempo vorrei sorprendere (prima di tutto me stesso) con ascolti “altri”. ma una certa disciplina e sedimentati gradimenti che non possono certo essere aggirati mi conducono in luoghi idonei al mio piacere e, spero, a quelli di coloro che gentilmente frequentano questo luogo.
      e a tutti questi gentili signori consiglio pure un luogo altrettanto gradito LYSERGICFUNK appunto.
      grazie Guido,
      a presto

  2. Costantino Spineti scrive:

    il disco dei films di Kaurismaki è bellissimo.

    L’idea di ricolorare capolavori come Ariel, Calamari union o La via de Bohème è molto interessante, lo prendo tout de suite.

    Dalla cover, si direbbero usciti anche loro da un film del Grande Maestro.

    Saluti africani Borg.

    • borguez scrive:

      l’iconografia della copertina è limpida come un conclave!
      io ti eleggo già come mio pontefice africano prescelto!
      robe da matti in terra italiota, bene facesti a prendere il volo a rovescio, contromano alle rondini.
      un abbraccio

      • Costantino Spineti scrive:

        contromano toujour mon frère…contromano toujour.

        Et de grande vitesse!!! comme les oiseaux, comme les hirondelles…vers le soleil.

        …et dans le mois d’Avril…Ouverture de Blue Saxo.

        Je t’attend.

        • Costantino Spineti scrive:

          Per quanto riguarda la limpidezza dei conclavi, avrei qualcosa da ridire…dopo la defezione del pastore tedesco meglio noto come benedetto icsvì…ci si può aspettare di tutto.
          Un papa nero non sarebbe male…ma si annusa odore di yankee…gli states vogliono vendicarsi.
          Per me tra un pò scoppia ‘na bomba che la metà gia basterebbe…quindi ce ne vuole uno giovane forte e ribaldo, e soprattutto con un buon sistema cardiovascolare!!!

          Il prossimo deve reggere botta…Gran botta!!

          Tuttavia peggio del pastore tedesco sarà difficile trovarne.

          • Costantino Spineti scrive:

            “- Io folere pene ti tutti apitanti ti terra-”

            …roba da grattarsi la testa…INGORDO!!

  3. matteo scrive:

    Sono stato molto contento di aver trovato questo sito. Voglio dire grazie per il vostro tempo per questa lettura meravigliosa! Io sicuramente mi sto godendo ogni post e ho gi

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