Les Claypool Of Fungi And Foe

strani incontri notturni. forse sarebbe meglio chiamarli riabbracci, riavvicinamenti. di certo ritrovamenti!
io e Les Claypool ci eravamo persi di vista sul ciglio dei ’90 del secolo scorso. amore e odio il nostro, ostilità e fastidio mescolati ad attrazione malsana e ventrale. i suoi Primus segnarono il loro tempo, le menti di parecchi virgulti devianti e le slabbrature di quel basso misero sottosopra idee e concetti di suono. ma poi ci perdemmo, o meglio fui io a perderlo!
altre traiettorie, ipotesi colte e approcci più “sani” di mente mi ricondussero su piste musicali meno instabili, se si vuole più addolcite. ma il contagio ci fu, sottocutaneo e strisciante, l’incubazione certa e longeva.

così passo questa notte appicicosa di luglio sulle sponde di un fiume ospite di un amico. nel capanno di un amico, un invito caro. notte mesozoica che pare di essere in Louisiana, fra reti da pesca, ombre incerte e sciabordìi di rive melmose. notte bassa senza luna. saltano tappi di bottiglie e si sciolgono lingue. prima un disco di Pink Anderson e poi uno di Victoria Spivey. il fiume su cui facciamo sponda non ha un delta, ma se mai lo avesse sapremmo come chiamarlo. l’atmosfera rurale è assai più che evocata.
poi mi distraggo e qualcuno fa scivolare un disco nel lettore. l’aria si fa più densa, il buio pare prendere un ritmo percosso, macellato. Ma questo chi è? mi viene istintivo chiedere: e di risposta ce n’è una sola!

splash-fungi-coverLes Claypool e il suo nuovo Of Fungi And Foe (un plauso inevitabile a copertina e packaging) lo potevo incontrare solo lì, in una notte come questa, perché certi ritrovamenti necessitano di quell’aura di insensato che li amplifica spiazzandomi. stessa malsana percussività, stesso lato sbagliato della strada, contromano a testa bassa. scuoto la testa perplesso e mi addosso tutta la colpa della mia negligenza, del nostro smarrimento. riconcilia con il mondo (della musica) sapere che certe zucche malate non hanno smesso di essere cocciute e allergiche a briglie o sellature.

navigo sul fiume melmoso della rete e vengo a scoprire altre ed ulteriori questioni. disco nato per sonorizzare pellicole, progetti striscianti di cui colpevole non ne so nulla. roba da reale sottosuolo mi dico. uno di questi film si chiama Pig Hunt e già dal titolo strilla e inquieta.
les claypoollo stesso Claypool compare nelle vesti poco rassicuranti di un parroco. il trailer è di quelli che non capisci se ridere o preoccuparti seriamente, di certi è bene allontanare i piccini dalllo schermo e l’indicazione vale anche per questo video del brano Boonville Stomp che dal disco si insinua direttemente nella colonna sonora del succitato film.

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=sb_9UltjK-w&feature=channel_page]

la vita può essere misurata in vari modi e con svariate unità di misura. non sono certo esista una scienza che si basa sulle (non)coincidenze. peccato! avrei alcune pubblicazioni da portare per avvalorare quell’eventuale tesi. non mi capacito di come e perchè Claypool abbia scelto proprio questa notte e questo luogo per riemergere dalla palude del (mio) tempo, ma se solo avessi un oracolo pagano non esiterei a domandarlo. gli chiederei inoltre a quale (non)coincidenza appartiene il fatto che lo stesso bassista si sia messo in testa di esordire come scrittore nel 2006: South of the Pumphouse il titolo per la Akashic Books. traduzione italiana? sì! titolo? A Sud Del Capanno, quarup editrice 2009 (traduzione di Fabio Genovesi).
resto basito!
proverò a procurarmi quel libro e nell’attesa mi riascolto il disco… buonanotte

Les Claypool Of Fungi And Foe

Questa voce è stata pubblicata in 2009. Contrassegna il permalink.

0 risposte a Les Claypool Of Fungi And Foe

  1. Lucien scrive:

    Mi sa che c’avete dato sotto in quel capanno.
    Che vi siete bevuti, i fiumi uniti?
    Scherzo: non è male. Certo non è da risveglio mattutino o da tramonto in spiaggia, ma ha un fascino paludoso.

    • borguez scrive:

      i fiumi erano proprio quelli e le sponde le medesime!
      paesaggi consueti per chi bazziga queste terre!
      credo che tu, Lucien, le conosca!
      la vicenda è quella di un incontro, il disco (malsano e inquieto) viene un attimo dopo!
      concordo con te sul fatto che si tratti di materiale da maneggiare con cura!
      a presto

  2. kekko scrive:

    è un disco spettacoloso e splendidamente fuori dal tempo, lo ascolto spessissimo ultimamente. e due minuti di numeri di Les C al basso fanno terra bruciata di tutto. Visto che di questi tempi è di moda riunirsi perchè negare qualche apparizione estemporanea ai Primus, giusto? magari con doppia batteria (dover scegliere tra Herb e Brain sarebbe devastante).

  3. lo scrive:

    ho ancora una scheggia in mignolo

  4. mb scrive:

    grande disco e grande anche SXM qui a fianco.
    dei primus ricordo tutto con grande piacere, ma + di tutto ricordo Miscellaneous Debris, mi ha fatto rivalutare i pink floyd….vedete un po’ voi
    saluti

  5. jgz scrive:

    devo comprare disco e libro..

    Sinceramente il precedente, “of whales and woe”, non mi ha entusiasmato più di tanto, apparte un paio di traccie..

    vedremo come sarà questo..

    Saluti

    • borguez scrive:

      sinceramente mi sembra che qui il livello si sia leggermente alzato: stiamo sempre parlando di un outsider di lusso, di un cane sciolto, ma quanta bellezza!
      ci terrei a sapere la tua opinione!
      anch’io ti saluto e ti ringrazio per la visita,
      a presto,
      borguez

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