Mike Reed’s Loose Assembly Empathetic Parts

quando mala tempora currunt e il declino morale di questa stolta civiltà incombe io avverto irrefrenabili istinti di rifugiarmi (sfuggirmi) in luoghi sicuri e nascosti, direi quasi sacri; imbottirmi di jazz è funzione buona all’uopo, moto a luogo, lasciapassare privato e salvifico. e quanto più mi incammino a ritroso nella storia di questa musica quanto più riesco ad isolare quel tempo estatico da questo presente asfittico. il sortilegio perlopiù funziona a memoria, senza trucchi e senza inganni. ma i benefici maggiori si possono ottenere quando il luogo prescelto coincide temporalmente con il presente da cui si sfugge, quando il jazz sbaraglia l’odierno ed irrompe a sventolare la sua irredenta bandiera di libertà. Mike Reed ha fatto anche molto di più gettando un ponte fra una stagione selvaggia ed irrequieta della musica afroamericana ed il futuro che si affanna sul fare del prossimo tempo. da quella Chicago della Association for the Advancement of Creative Musicians (AACM) agli odierni talenti della scena cittadina, dall’Art Ensemble of Chicago a quelle porzioni empatiche capaci di traghettare la lezione di quei maestri alle future genti. e se il Virgilio che guida questa traversata è Roscoe Mitchell si può essere certi di essere salpati dal porto giusto e che si giungerà all’approdo desiderato, e che nel bel mezzo del cammino vi sarà di che gongolarsi. Empathetic Parts vede la luce nel 2010 per l’etichetta 482 Music sotto il nome che da qualche tempo Mike Reed ha scelto per portare avanti i suoi progetti: Mike Reed’s Loose Assembly. naturalmente il titolare è alla batteria, Greg Ward al sax alto, Tomeka Reid al violoncello, Roscoe Mitchell all’alto, al soprano e al flauto, Jason Adasiewicz al vibrafono e Joshua Abrams al basso. questi ultimi due nomi non sono nuovi presso questi lidi: li vidi assieme accompagnare Rob Mazurek (probabilmente il grande assente di questo disco) poco meno di un anno addietro, e in più raccontai dei due dischi del vibrafonista (qui e qui). di Joshua Abrams è invece il disco più desiderato (e non ascoltato) dell’anno scorso: Natural Information ha visto la luce esclusivamente in lacca vinilica per la Eremite ed io attendo paziente (e non ho fretta) di poterlo ascoltare.

Empatethic Parts consta di due uniche composizioni: la prima che dal titolo al disco è una lunga suite governata dalla preposizione di Reed di ottenere un arrangiamento collettivo che vede i musicisti responsabilizzati nel condurre di volta in volta l’andamento del flusso d’insieme. 33 minuti di depistaggi e bellezza abbracciano stili e irruenze diverse: dal puntillismo all’astrazione passando per vellutate atmosfere oniriche. il jazz contemporaneo passa giocoforza da qui. l’esecuzione fu rubata dal vivo al Umbrella Music Festival del 2009 approfittando della disponibilità del decano di Chicago prontamente coinvolto nell’assemblea.
la seconda traccia (I’ll Be Right Here Waiting) omaggia il trio avant free degli Air con l’arrangiamento di un loro brano del 1979: è una riproposizione ed una riaffermazione del pensiero forte che fu (e che è) dell’AACM, mai completamento sedato e mai definitivamente sopito.
il luogo in cui nascondermi è tutto qui, e mai rifugio fu più frastornante: assomiglia ad un ponte che da assai lontano porta quell’idea di musica (e di vita) ben oltre le basse nefandezze del tempo odierno. il mio è solo un semplice invito a percorrerlo.

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7 risposte a Mike Reed’s Loose Assembly Empathetic Parts

    • mauro scrive:

      lo stavo cercando da tempo. sei un tesoro. mi farò presto vivo con altri mezzi. ciao

      • borguez scrive:

        ciao Mauro,
        diciamo che il tesoro è ciò che hai trovato ed io, tutt’al più, sono la spelonca dove quella quarantina di loschi figuri obbedivano al loro Alì.
        credo ti piacerà; me lo farei sapere nei modi e nei tempi più opportuni.
        a presto

  1. G. scrive:

    s t u p e n d o questo disco.
    è jazz o è contemporanea?Poco importa.
    Ci sono alcuni musicisti che ti ricordano ogni tanto che la strada
    intrapresa è quella giusta…Mike Reed è uno di questi.

    G.

  2. M_B_ scrive:

    non riesco a scaricarlo puoi fare un link nuovo da qualche altra parte

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