Mimmo

non dispiace vedere quella faccia da italiano che aveva Modugno sporgersi da ogni giornale o edicola. e poi radio e (presumo) televisori. l’anniversario, sempre che abbiano senso gli anniversari, è di quelli importanti. 50 anni dall’apparizione della canzone che più di ogni altra rappresenta l’Italia nel mondo.
Volare (che in realtà, come credo ben si sappia, si intitola, meravigliosamente, Nel Blu Dipinto di Blu) vinse Sanremo nel 1958. 50 anni dunque da una piccola “rivoluzione” che non ha cambiato la storia della musica e neppure quella della società italiana, ma che per sempre aprì all’onirico e a quel poco di surreale che può contenere una canzone. chiuse probabilmente un dopoguerra difficile per inaugurare il boom e la sbornia dei ’60.
e come spesso accade un successo di tale portata tende (italianamente e non…) ad offuscare tutto ciò che prima venne e dopo accorse. mi torna sempre in mente a questo proposito l’effetto che fece My Baby Just Care For Me sulla carriera di Nina Simone. più o meno! e di questo brevemente vorrei parlare, fermo restando l’immensa riconoscenza che pur io debbo a quel sogno così che non ritorna mai più!
prima di quel ’58 Modugno aveva già scritto canzoni memorabili. canzoni che avevano portato nuova linfa alla tradizione napoletana. penso a Lazzarella e Io Mammeta e Tu, a Strada ‘Nfosa (meravigliosamente fra Napoli e un sobborgo dei Platters) e Resta ‘Cumme dove il rivoluzionario verso (Nun me ‘mporta d’o passato, nun me ‘mporta ‘e chi t’avuto) faceva i pugni con il maschilismo imperante dell’epoca. ma qualche anno prima c’era stata la parentesi dialettale. fra il 1955 e il 1956 Modugno, oscillando fra dialetto pugliese (il suo) e siciliano, aveva composto delle vere e proprie work songs inerenti minatori e pescatori. Lu Pisce Spada la più celebre di tutte.
Dopo, dopo quel 1958 e prima dell’edizione successiva di Sanremo che rivinse con Piove (e che molti dimenticano) riuscì ad inanellare un paio di altri successi che basterebbero ad illuminare la carriera di chiunque altro. sto pensando a Vecchio Frack, certo, di cui magari non tutti ricordano questa interpretazione così carica di pathos e “televisamente” perfetta e soprattutto una delle mie preferite e direi piuttosto misconosciuta Notte di Luna Calante. nessuna parola in più. da ascoltare.

ma forse è nelle due collaborazioni con Pier Paolo Pasolini che prende senso tutta una ricerca e una tensione sottesa e intrinseca al Modugno autore. 1966, Uccellacci e Uccellini. 1968, Che Cosa Sono le Nuvole? (episodio del film Capriccio all’Italiana). una canzone che prende e da il titolo al cortometrggio (scritta assieme a Pasolini) e un’apparizione a fianco di Totò. tutto il mio folle amore lo soffia il cielo!

del capolavoro di Pasolini invece cantò la sigla in un esperimento forse primo ed unico nel suo genere. Ennio Morricone a sopraintendere, suonare ed orchestrare. Modugno ad interpretare. Pasolini a scrivere e dirigere e l’immensità di Totò a recitare. forse è bene sottolineare l’altezza di questa collaborazione e il virtuoso crocevia che si venne a creare. quattro eccelse espressioni pensanti italiane riunite in un solo istante e sospinte e benedette da un afflato popolare. forse quando ancora era possibile una franchezza intellettuale, una libertà espressiva e un coraggio che oramai è un poco perduto.
[youtube=http://it.youtube.com/watch?v=237CM6RZTdE&feature=related]
in ogni caso e comunque la si pensi io mi concedo un sonoro… Viva Mimmo!
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0 risposte a Mimmo

  1. diego scrive:

    ah, quanto gustoso apprendere!

    Ne discutemmo una volta, ma nulla si cita di quelle lacrime da cornetta telefonica che turbarono il mio inconscio di bambino. Certo, quello era il dopo dopo!

  2. borguez scrive:

    e attendo ancora quel pezzo che troverà degna ospitalità in un blog ancora in essere colmando l’assenza di un blog che invece non è più!
    ci terrei!
    ci tesi!

  3. diego scrive:

    oh bella, non escluderei suddetta ipotesi!

    inoltre, visto che a certe cene si pone il veto al libero scambio di opinioni su un certo tipo di musica, vorrei esprimermi in questo territorio franco:
    in un ipotetico e personale Five Easy Pieces di questo periodo inserirei e segnalerei calorosamente the Low Lows – Shining Violence e Bon Iver – For Emma, Forever Ago aka Justin Vernon ex DeYarmond Edison (gli altri tre hanno formato i Megafaun…)

  4. borguez scrive:

    fa piacere che i sentieri calpestati rimangano gli stessi!
    quei due dischi sono in attesa di ascolto. appuntati e annotati nel taccuino personale.
    questa segnalazione garantirà loro una raccomandazione ed un passaggio di grado.
    e procederò speditamente nei loro confronti.

    acqua in bocca!

  5. alice scrive:

    signor diego
    se era un tentativo di appiccare un fiammifero…
    … le ricordo che sto per inventare una cena anche per lei
    dove lei gustosamente potrà far mercé di sè
    e meravigliarci con le sue imperiose opinioni musicali
    personali
    mentre la suddetta e sottoscritta cuoca – silenziosa – penserà a bere vino.

  6. diego scrive:

    era tutto molto buono.

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