Noël Akchoté
Gesualdo: Madrigals for Five Guitars

se fra i frequentatori di queste pagine vi fosse, puta caso, qualcuno più interessato alle biografie (leggi: gossip) dei musicisti piuttosto che alle loro musiche ecco che la vicenda del personaggio in questione potrà soddisfare assai la morbosità del lettore.
nobile, esteta, cacciatore e pluriomicida; quindi fuggiasco, pensatore ed eremita nonché finissimo uomo di elevata spiritualità e ineffabile modernità. il pettegolezzo ammanterebbe certo la vita pubblica di quest’uomo se non fosse che le vicende di cui si va parlando risalgono a quattro secoli addietro, e di testimoni oculari non v’è più traccia.

gesualdo

Carlo Gesualdo (o Gesualdo Da Venosa) è per fortuna ricordato assai di più per la sua musica che per le faccende biografiche; all’unanimità i conoscitori del barocco riconoscono al musicista quello spirito di modernità che ancora oggi, passando per Stravinsky, appassiona e rapisce musicisti contemporanei. i suoi Madrigali a cinque voci hanno questa volta folgorato il chitarrista francese Noël Akchoté che da parecchi anni si è dedicato allo studio della musica barocca tralasciando di tanto in tanto l’ambito dell’avanguardia jazzistica che lo ha fatto conoscere (Derek Bailey, Sam Rivers, Lol Coxhill, Fred Frith, Evan Parker, Han Bennink per non fare nomi). ore ed ore di studio e di registrazioni casalinghe a sovraincidere la propria chitarra per ricreare le polifonie tipiche delle pluralità vocali delle composizioni di Monteverdi, Palestrina o Orlando di Lasso.

Noel

Noël Akchoté aveva già inciso alcune pagine dai sei libri di madrigali di Gesualdo, ma il suo nuovo progetto ha questa volta in più la visionarietà innata del chitarrista francese e la modernità del compositore di queste musiche. l’idea è quella di trasporre le partiture delle cinque voci di questi madrigali su tablature per chitarra ed affidare a cinque diversi chitarristi l’esecuzione delle parti. non è tutto: le chitarre sono elettriche e i nomi dei quattro musicisti che accompagnano Akchoté non provengono dalla cultura classica ma piuttosto dall’ambito indie e avant jazz. Julien Desprez, David Grubbs, Adam Levy e Doug Wamble hanno fedelmente seguito il “direttore” fin nelle sale della biblioteca dell’Abbazia di Royaoumont per immergere in questo ambiente acustico l’esecuzione e la registrazione di venti madrigali di Gesualdo.

Noël Akchoté - Gesualdo Madrigals for Five Guitars

Gesualdo: Madrigals For Five Guitars (Blue Chopstick, 2014) è prima di tutto una delizia rara e benedetta, una di quelle meraviglie che danno senso alla curiosità di ascoltare ancora musica “nuova”. non avendo io gli strumenti e la dottrina di disquisire di armonia e polifonia non mi permetterò di stabilire ove risieda la modernità delle composizioni di Gesualdo, quello che è certo che quanto avevo sospettato ascoltando i madrigali di Monteverdi (Eccomi pronta ai baci resta pur sempre uno dei miei brani preferiti di sempre) trova in questo disco una rigogliosa conferma: i madrigali continuano a parlare a noi moderni (odierni) come se il linguaggio e le nostre conoscenze fossero le medesime. e per certo, quel tremolo naturale delle accordature elettriche (per quanto qui diligentemente tenuto a freno) non può che rimandare a tanta musica “moderna” ascoltata nelle nostre esistenze, paiono meditazioni di avant-folk dominate da quel senso organico e compiuto che ci lascia muti di fronte a certe facciate di cattedrali o alle minuzie di vedute rinascimentali dipinte quando la prospettiva era ancora una giovinetta tutta da scoprire.
mi viene alla mente la parola rapimento, e di conseguenza rilascio e riscatto, in un giro virtuoso di banconote (come quelle raffigurate in copertina) in cui chi ascolta è allo stesso tempo creditore e pagante, fortunato beneficiario di tanta spirituale bellezza.
l’autunno è alle porte, tenere vicino alle orecchie questo disco porterà quiete e sollievo.
buon ascolto

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