Omar Souleyman Jazeera Nights

ci si dibatte spesso sull’autenticità o meno delle molte musiche che il mondo della rete ci sospinge incontro dai quattro angoli del pianeta. lontani sono i tempi eroici dell’etnomusicologia che animarono precursori e coraggiosi avventurieri del suono, cacciatori di canti, testimoni e garanti dell’autenticità delle musiche catturate. oggi ogni spigolo del pianeta è dotato di apparecchi di riproduzione del suono e connessioni internettifere: il miscuglio, il meticciato, l’imitazione e l’istinto commerciale annidano ovunque. così, dopo il bluff della world music e la sbornia di sonorità buone all’uopo della (terrificante) new age, anche oggi non credo potremmo essere in grado di sentenziare sull’effettiva purezza di un suono o di una musica altra: e forse non ha senso farlo. la musica si è sempre nutrita di commistioni e contaminazioni, contagi e conoscenze, mescolandosi e spostandosi assieme alle genti in movimento sul globo. pretendere razze ariane musicali è tanto stupido quanto impensabile.
mi diverto spesso a tentare di indovinare da quale luogo della terra provengano certe musiche che incontro per caso: mi avvicino alla risposta per approssimazione, tenendo fede al discorso fatto più sopra. Omar Souleyman proviene dalla Syria, ma se avessi dovuto divinarlo avrei piuttosto indovinato la grande area mediorientale senza specificarne la nazione precisa. il mondo ha potuto fare la sua conoscenza grazie a quegli etnomusicologi post-moderni che sono i responsabili delle’etichetta Sublime Frequencies di Seattle. dopo i primi due dischi pubblicati (Highway to Hassake e Dabke 2020) si arriva oggi al terzo lavoro dal titolo Jazeera Nights con il medesimo sottotitolo esplicativo: Folk and Pop Sounds of Syria.

anche in questo caso, come nei due lavori precedenti, si tratta di raccolte di brani pubblicati originariamente in musicassetta, supporto ancora in voga in molti paesi lontani dall’occidente opulento. a ben leggere bene le note del disco si scopre meglio la specifica provenienza di questo suono contagioso. si tratta di syrian dabke, un mistura folklorica e regionale di musica da ballo e cerimoniale della parte nordestina del paese che si lascia influenzare dal choubi iracheno così come da effluvi turchi e curdi. è il pop urbano che si sente rimbalzare dai bazar e dalle automobili di Al Hassak, nelle feste e nelle cerimonie.

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=pgRUHIeaKOk]

suono contagioso (come già detto) e irresistibile al quale associo il mio delirio, curioso e salgariano, di viaggiare e vedere e ascoltare il mondo che preme fuori dagli stupidi confini che qualche idiota vuole inutilmente (e vanamente) mantenere. viene voglia, per questo, di indignarsi e digrignare i denti come favevano gli amati Clash quando alzavano polvere cantando Rock The Casbah (che fosse Souleyman l’emiro in fuga?); ma preferisco ritornare con la memoria ad una delle scene più dolci ed esilaranti di un film amato (Le Mari de la Coiffeuse) e ripetere la danza che il grande Jean Rochefort improvvisava su di una musica che, per oggi, voglio credere fosse proprio quella di Omar Souleyman.

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=TSIuym1pFzY&feature=related]

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6 risposte a Omar Souleyman Jazeera Nights

  1. SigurRos82 scrive:

    Con Omar Souleyman ci avevo provato l’anno scorso con Dabke 2020. Giuro. Ma, pur ammirando la simpatia del personaggio, non sono riuscita ad arrivare fino in fondo. Too ‘tazzarrous’ for me, ahimè 😉

    Ma voglio riprovarci col disco di quest’anno, gusto perchè sei te 😀

    • borguez scrive:

      forse risiede proprio in quell’inappropriatezza il fascino di questi suoni lontani e chiassosi. un frastuono di strade e tastiere fuori moda, un pasticcio al pistacchio buono per danzare (vedi video) e tuffarsi nel caotico dell’urbe.
      chiamalo gusto dell’esotico o miraggio di un possibile italico.
      resta comunque ogni diritto di dire no con la testa e passare oltre (nessuno si senta obbligato).
      a me diverte e, per oggi, tanto basta.

  2. hrundi v. bakshi scrive:

    …per me, rimane sempre Il marito della parrucchiera!

    • borguez scrive:

      rimane, eccome se rimane!
      stasera vorrei vedere quel film con gli occhi vergini di chi non lo ha ancora veduto.
      ma credo mi accontenterò di altro.
      (firmato – vittime del fascino di Anna Galliena)

  3. Pingback: 2010 | borguez

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