Omnivore
Omnivore

chi ha abbastanza primavere da ricordarsi un tempo in cui gli apparecchi telefonici avevano i fili, avrà certamente memoria di esperienze fatte con quell’oggetto fascinoso e (per certi versi) misterioso che troneggiava nelle nostre case. chi alzava la cornetta solo per sentire quel tu tu tu tu ipnotico, chi infilava le dita nel disco combinatore per vedere la rotella ritornare alla posizione iniziale oppure chi, come tutti, componeva numeri a caso e magari si divertiva a fare quegli ingenui scherzi telefonici oramai dimenticati nell’oblio. in ognuno di questi casi non veniva certo a mancare quel senso di venerazione e di rispetto che deve aver contagiato anche l’artista americana Glenna Van Nostrand, della quale non conosco l’età anagrafica, ma che con l’apparecchio in questione ha stabilito un rapporto artistico speciale. americana, diplomatasi nel 2008 presso il College of Art and Design del Massachusetts con progetti elettronici aveva in realtà già iniziato a trafficare precedentemente con vecchi telefoni, radio e telegrafi sperimentando un medium che sarebbe divenuto da lì a poco la sua essenziale cifra stilistica.

Glenna Van Nostrand si cela (artisticamente) dietro il moniker di Omnivore e ha fatto uscire nella primavera del 2012, solo in vinile, il suo debutto omonimo per l’etichetta Feeding Tube Records. il disco esce anche in questo 2013 in versione digitale e a dire il vero già nel 2009 le 10 tracce che compongono il disco circolavano già in rete sotto altre forme e denominazioni; segno questo di una bella caparbietà e in una fiducia ferrea in progetto che necessitava un giusto tempo per raggiungere un pubblico più vasto degli amici e conoscenti.
ma di cosa stiamo parlando? si tratta di canzoni, così come ogni giovane cantautore prova a fare nella palestra della propria cameretta. ma queste canzoni sono cantate dentro la cornetta di un vecchio apparecchio telefonico e processate attraverso una trasmittente radiofonica: canzoni composte per stratificazione raddoppiando, triplicando e sovrapponendo la propria voce fino a tessere un vero paradigma a cappella per sola voce e telefono. un gospel in teleselezione senza l’aggiunta di nessun strumento musicale se non, in un paio di episodi, la tastiera del telefono ed i tipici scatti ad impulso (variazioni di impedenza) della selezione. 10 canzoni piene di anima soul (direi quasi blackness) malgrado la chioma biondissima della fanciulla, 10 conversazioni con materia a bassissima definizione, assai più che lo-fi ma di un gusto e di un meraviglia aggraziata e consapevole.

Omnivore è un lavoro piacevole che possiede almeno tre doti: innanzitutto il senso della misura che avrebbe rischiato di annegare nella prolissità un procedimento fragile e semplice sempre sul rischio di infrangersi fra le mani, poi l’irrefrenabile forza di un’idea che ha nella sua stessa natura l’ingenuità di un gioco infantile e l’epifania delle avanguardia. e per ultimo è bene annotare il talento melodico e compositivo di questa bionda fanciulla capace di armonizzare, arrangiare e produrre (tutta soletta) un piccolo canzoniere tascabile, da eseguire al telefono e da ascoltare (questo e solo questo sì!) attraverso il piccolo altoparlante gracchiante di un cellulare.

non so bene come si svolgano i live di Glenna Van Nostrand / Omnivore (su youtube vi è un video risalente all’anno scorso) ma è certo che il palcoscenico potrebbe trovar posto dentro una di quelle vecchie cabine telefoniche sature di odori e di parole intense: magari gli ascoltatori potrebbero collegarsi da casa con una interurbana e se dovesse cadere la linea si può ricomporre il numero col rischio di trovare occupato o con la fortuna di rimettersi in ascolto.
tu tu tu tu tu tu tu tu tu …

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2 risposte a Omnivore
Omnivore

  1. s.c. scrive:

    Mi vien come il dubbio ché all’altro capo del filo ci siano loro
    http://youtu.be/UCgsYfwpot8 .
    Chissà.
    Mersì bocù. As usual.

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