Ortometropolis/4 di Costantino Spineti

spartito-e-ricordi[1]

illustrazione di Maurizio Ribichini

…e allora Blues!!

(a Trane, maestro di anime, maestro di suoni)

Apro gli occhi e sono sveglio… o almeno credo! Sono sveglio, ho gli occhi aperti ma continuo a sognare, sì… vabbè…  ma quello è normale! Sbadiglio emettendo uno strano lamento che mi fa pensare al Leone della bandiera dell’Etiopia, bevo il mio primo caffè amaro e fumo la mia prima sigaretta. Ore 12,30… Frigo vuoto, niente birra, niente frutta, niente ortaggi, niente cibo… niente! Gola secca, bocca impastata… e lingua felpata! Gauloises blondes blu come il curaçao… anzi  blue… come il curaçao che ho bevuto!! Alcool e nicotina mi fanno compagnia… fame, sete, mood, furore, jazz, sesso, Black Mountain vincente sulla terza a Capannelle e droga leggera… Huumm… troppo leggera! Track 9… Blues to Elvin (alternate take 3), il piano esce in punta di piedi… poi, scende giù per la tromba delle scale… ogni quattro gradini il contrabbasso gli ricorda che bisogna rimettere i tacchi alle scarpe… la batteria cadenza… sussurra… sbava e spiattella con incedere coatto… con consapevolezza… con orgoglio! Devo stare attento a questo pezzo… l’altra volta alla fine mi sanguinavano i polpastrelli delle dita… il sax di Trane è troppo… troppo tagliente! Sono dabbasso! Bene, benone, benissimo… entro nell’auto e apro il cancello con il pulsante magico… esco! Controllo i polpastrelli… niente sangue! Sono stato attento stavolta… e bravo Costantino! Devo fare rifornimento, ho deciso: vado prima in frutteria e dopo all’enoteca… Track 10Blues to you (Alternate take 2).
Metto la prima… e via! John sembra volare incurante su questa metropoli puttana, svogliata e più viziosa più di me, immobile e impavido… seduto su un tappeto volante, sguardo da muezzin… suona in arabo! Se ne sta lì sopra in ginocchioni, sul suo tappeto volante ritmico ed armonico… tramato in dodici battute e in quattro quarti… tramato con antica sapienza da McCoy Tyner, Steve Davis ed Elvin Jones… mi guarda da lassù zio John… mi osserva! …e allora Blues!!

la Belva del Deserto

(a Ninetto, cantore anarchico e ortofrutticolo)

ninettoParcheggio l’auto come posso nei pressi della mia frutteria di fiducia, tra miliardi e miliardi di atomi di monossido di carbonio e un sol leone che ruggisce abbacinandomi… Quando scendo ho uno strano senso di squilibrio… ma mi accorgo che ho una ruota sul marciapiede… penso a voce alta:”‘Sticazzi!“. Vado a salutare il mio amico Ninetto (padrone della frutteria), e gli  dico:”Ciao Ninè!! Come butta? Che hai comprato oggi? Chi hai fatto piagne?” Ninetto, con la sua enorme pancia che gli esce fuori dalla maglia di lana attillata che porta tutta l’estate, Ninetto col suo “intonatissimo” pantalone alla pescatora color cachi che gli copre mezzo stinco, Ninetto e tutta la strada che c’è nei suoi sandali, con la sua solita aria truce mi dice: “Ciao Costà… tutta robba ‘bbona e a buon mercato… come sempre!! Vai a vedè che pere che ciò… Guarda che insalata fresca… L’hanno raccolta stanotte pe’ me!! Guarda che pizzutello che ciò!! …questa se chiama “lacrima de la Madonna”…è la mejo uva che c’è in commercio …me la porta un vignarolo de Velletri …robba de collina …tutta robba de lusso Costà …vai a vedè che sciccheria …Ma stai attento ai meloni …che te fanno venì er diabete pè quanto sò dorci!! Vai a Costantì che sei er padrone!” Io, mentre gli dico la mia solita frase di rito (“Cala che vendi Ninè!!“) mi accorgo che Ninetto inizia ad alzare il tono della voce ed a gesticolare come suo solito… si stanno avvicinando un’orda di massaie di mezza età, dotate di carrellino a due ruote …sono le clienti di Ninetto, il suo pane quotidiano! Le clienti della frutteria di Ninetto, la frutteria di Ninetto e la sua insegna che svetta su tutte le altre… sì, perchè la frutteria di Ninetto ha un nome alquanto singolare, la frutteria di Ninetto è un negozio a quattro porte e sull’insegna c’è
scritto: La Belva del Deserto!

la belva del deserto

Inutile sarebbe svelarvi chi è la belva del deserto …credo che lo abbiate capito da soli!! Così Ninetto, mentre decanta la qualità dei suoi prodotti in vendita inizia a recitare a piena voce la sua solita messinscena, qualcuno l’ha chiamato “avanspettacolo”, in realtà, secondo me, sono solo genuini “pezzi di vita”: “Forza donne!! Forza donne!! Forza donne!! Ciò la fava de Roma e er pisello de fora!! Forza donne!! Tutto a mille!! Tutto a mille!! Tutto a mille!!” In quel momento, con quell’atmosfera surreale e petroliniana, folk e bifolk per la quale vado matto, mi avvicino a Ninetto e gli dico a mezza bocca: “A Ninè, guarda che è entrato l’euro!!
Ninetto mi guarda, e mi dice sussurrando con voce roca: “e ‘Sticazzi!!” L’esclamazione mi ha fatto ricordare di aver parcheggiato l’auto con una ruota sul marciapiede… quindi la scruto con gli occhi da lontano. Tutto regolare!! …nessun pizzardone all’orizzonte!! Bene, sono pronto per tuffarmi tra le massaie inferocite a caccia d’affari ortofrutticoli, non ho la lista della spesa, non la uso mai quando vado da Ninetto, preferisco fidarmi di lui e del mio olfatto, del tatto delle mie dita, della mia vista e di tutto quel deliquio di sensi che mi provoca La Belva del Deserto!!

banco frutta la Belva del Deserto

Un breve colpo d’occhio sul banco allestito a mestiere… una vera orgia di colori e di odori… e sono pronto! Rubo una pera coscia dal banco, le do un morso e grido tra la folla: “Ammazza che ‘bbone che sò ‘ste pere coscia a Ninè!!”  Ninetto mi guarda orgoglioso e urla come un  ossesso: “Tutta robba ‘bbona…tutta robba ‘bbona da Ninetto la Belva del deserto! Godi popolo! Godi popolo! daje donne…daje donne!! Compro a poco e vendo mejo…daje donne!!! ”  Ninetto è così… un pò attore… un pò poeta… è uno degli ultimi sopravvissuti di una cultura sparita, in via di estinzione. Ninetto è un partigiano dell’antimassificazione, un guerrigliero che difende la sua autodeterminazione, Ninetto è anche un guru dell’economia ortometropolitana, uno stratega del marketing che tiene sotto scacco tutti i supermercati della Grande Distribuzione del suo quartiere… Sì, quelli con le luci al neon, l’aria condizionata e le telecamere a circuito chiuso di sorveglianza anti-taccheggiamento… Ninetto invece sorride a tutti, urla,  irretisce i suoi clienti col suo modo di fare, ti regala le buste, e spesso (quando può) te le porta fin dentro all’automobile… quando vai a pagare ti mette un mazzo di rucola del giorno prima se gliene è rimasta, un ciuffo di prezzemolo, una costa di sedano e due carote nella busta, poi ti guarda sorridendo, ti fa l’occhiolino e ti dice roco: “Questi sò pè gli odori!!” Ninetto è così… Ninetto resiste… Ninetto non si piega… Ninetto è un mio amico… Ninetto è la Belva del Deserto!

…Inassendimendarmù??

(A Giulia, da cui la ricevetti, da cui mi fu tolta)

Fu proprio in quel preciso momento, mentre mi mangiavo una bella pera, mentre sceglievo e annusavo, mentre tastavo tutta la frutta di Ninetto accennando dei piccoli passi di samba, agitando due belle pere abate di grossa pezzatura a mò di maracas, fischiettando tra le massaie indaffarate che mi scambiavano per un commesso della frutteria che fui investito da una calamità naturale… dapprima fui folgorato da un fulmine a ciel sereno nell’afa d’Agosto romana, poi fui investito da un vero e proprio ciclone, un uragano caraibico che aveva il suo epicentro nella parte sinistra del mio torace… sì… dalla parte del cuore!! E’ stato proprio così… altro che colpo al cuore e svolazzamenti di farfalle nella pancia!!
La prima volta che vidi Giulia ne rimasi completamente tramortito… sconfitto e avvinto!! Nonostante non la conoscessi neanche, in cuor mio sapevo già di appartenerle!!! Giulia era di spalle… leggermente protesa in avanti, in punta di piedi e con le braccia alzate mentre cercava di rimettere a posto una cassa vuota di frutta su uno scaffale alto! Indossava una gonnellina a fiori che le arrivava sopra il ginocchio, ma in quella posizione, sotto sforzo, era decisamente più corta e lasciava intravedere la perfezione anatomica e muscolare delle sue lunghe gambe, abbronzate, eleganti, elastiche e atlantiche… i suoi lunghi biondi capelli di seta si muovevano ondeggiando e vorticando come il corpo volteggiava. Giulia era fuoco fluido in movimento. Giulia aveva un culo perfetto …alto, sodo e sporgente …un culo da ballerina di rumba di colore su una corporatura, una carnagione, e una capigliatura scandinava! Sono rimasto inebetito tutto il tempo, immobile davanti alla bellezza violenta di quella forza della natura!! Ancora oggi non sono in grado di quantificare quanto tempo sia passato prima che una massaia mi desse un colpetto col sorrisetto sotto i baffi per farla passare al reparto verdure!! Lesto mi avvicinai a lei in un baleno e le dissi: “Signorina, posso aiutarla?” Proprio mentre le dissi questa frase, mi accorsi che avevo ancora le maracas,anzi le pere nelle mani…Lei si voltò di scatto, mi fissò per un istante, fece scorrere il suo sguardo dapprima verso il basso, poi di nuovo verso l’alto e mi disse : “Aiutà a fare cosa, scusa?” Fu in quel momento che i nostri occhi si incontrarono per la prima volta …e non credo che dimenticherò mai quel momento! “Ma tu non sei l’amico di quer bavoso de Ninetto? Me voi proprio aiutà? Fà ‘na bella cosa… Dopo, quanno hai finito de fà er deficiende cò le pere in mano, quanno vai da Ninetto, dije che se stasera quanno mettemo a posto la frutta ce prova nandra vorta a toccamme, giuro che chiamo le guardie!!” Io posai le maracas (anzi le pere) in mezzo agli spinaci e rimasi fisso a guardarla mentre Lei e i suoi 181 centimetri di altezza sparivano lesti nel retrobottega… Avevo capito che avevo a che fare con una Divinità precolombiana di rara bellezza… Avevo capito che avevo a che fare con una Principessa Maya che si era infilata nel corpo di una Vichinga che aveva il culo di una ballerina africana di rumba congolese…
Andai, anzi corsi da Ninetto… arrivai trafelato e dissi: “A Ninè… Chi è… Quella?” Ninetto disse: “Chi? Giulia? Giulia la ternana?” Fu così che seppi come si chiamava e da dove veniva, poi  Ninetto sgranò gli occhi, poggiò il palmo delle mani sulle tempie e urlò: “Lassala perde quella Costantì… quella è ‘na pazza, è ‘na gatta servatica!! Quella è ‘na femmina forastica… Quella nun parla cò nessuno, nun vò che je se dice niente, pensa che ieri sera…” Lo interruppi prontamente: “Lassamo perde ieri sera a Ninè, anzi te do un consiglio, se nun voi prenne er sole a scacchi ‘st’estate… statte ‘bbono che se no l’aranci me tocca portatteli io a te… in via della Lungara a Regina Coeli però!! E poi te la immagini tu moje? Quella se lo viè a sapè te lo taja mentre dormi e poi lo da ar gatto!!!
Pagai, salutai e me ne andai. Quella sera bevvi moltissimo… troppo! Non riuscii a chiudere occhio per tutta la notte… quella donna si era prepotentemente impossessata della mia mente, del mio corpo e della mia anima… non riuscivo a pensare ad altro, tentai di prendere informazioni sul suo conto, volevo sapere tutto su di lei, ma le uniche cose che riuscii a sapere furono che era un tipo molto silenzioso, scarsa di complimenti, e… “guai a chi le si avvicinava!!” Le parole di Ninetto mi rimbombavano nella testa: “Quella nun parla cò nessuno, nun vò che je se dice niente, nun fa accostà nessuno!!” Quella donna mi era entrata nel sangue, e viaggiava velocemente nelle mie arterie e nelle mie coronarie per tutto il mio corpo… capillarmente!! Dovevo assolutamente fare qualcosa… Due giorni dopo, presi la mia decisione. “Bene Giulia!” dissi solitario a voce alta “…non vuoi farmi parlare, non vuoi sentire le mie parole? Ora… Ci penso io!!” Alle 20,30, orario di chisura della frutteria, quando Ninetto e i suoi collaboratori (Giulia compresa) risistemavano la frutteria per il giorno dopo, presi il mio sax tenore Rampone & Cazzani satinato oro modello R1 jazz, montai un’ancia nuova di pacca numero 3 marca Vandoren Jazz, rispolverai per l’occasione il mio bocchino in metallo della Ottolink misura 7 stella e piombai nella frutteria!! Non ero solo, con me c’era anche John, LUI… in certe mie situazioni personali… non manca mai!! Trovai Giulia di spalle, prona… era intenta a raccogliere da una cassetta di frutta il suo contenuto… Mi convinsi sempre di più che quello era il suo lato migliore!! Mi avvicinai a lei e le sussurrai: “Giulia…” Lei si voltò, e appena mi vide disse: “E tu che ce fai qui a quest’ora cò ‘sto coso messo pè tracolla?” Invasato d’amore le dissi: “Giulia ti debbo parlare…ti devo suonare In a sentimental mood” E lei: “Che devi fa? devi sonà Inassendimendarmù? E chevvordì… Inassendimendarmù??

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0 risposte a Ortometropolis/4 di Costantino Spineti

  1. Pietro scrive:

    Costantino CAPOLAVORO, CAPO-LAVORO, CAPO!!!! Ninetto lo vorrei ai Vicoli, l’ape, e già che si muove anche con Giulia… Buon ferragosto Costà, anche al Vichingo se lo vedi dalle parti della Belva del Deserto… Approfitto dell’intrusione per ringraziare Gerbi “Diavolo Rosso” Borguez: sempre vivo, bello e fresco anche ai primo del novecento.

  2. costantino spineti scrive:

    …grazie carissimo Pietro!!

    i capolavori però…li fate te e Cristiano (in arte Cricchio!!)

    Il Circolo dei Vicoli è forse uno dei posti più accoglienti di tutto il ravennate!!
    Altro che “Gamberoni Rossi”!!
    L’ultima volta mi sono follemente innamorato del menu, ma quando ho visto Sua Maestà la Carta dei Vini…ho veramente perso la testa!!
    Ninetto non mancherò di salutartelo, parola mia!!
    Giulia invece, mi ha telefonato arrabbiatissima. Dopo un pò di parolacce umbre, ha detto che il poster-spartito non gli rende giustizia!!

    …Valle a capì ‘ste donne!!

  3. dona scrive:

    Ciao Costà,

    veramente un bel lavoro !! Complimenti !!
    Ninetto, penso sia uno dei sopravvissuti di una realtà di cui non tutti hanno la sensibilità di percepirne la vera essenza…

    Sono fiera di te..un bacio grande !

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