Ortometropolis/5 di Costantino Spineti

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Bacco Dioniso Libero!!

Suol di Roma, a te giungo. Io son Dïòniso, generato da Giove, e da Semèle figlia di Cadmo, a cui disciolse il grembo del folgore la fiamma. (Euripide,  Le baccanti)

Tanto per iniziare, sono figlio di padre certo: Zeus (è mi padre!). Per quanto riguarda mia madre, le versioni sono un po’ contrastanti, al punto che qualcuno ha persino fatto delle illazioni in merito: mi hanno detto che sono un figlio di m(adre)ignota! Che sfrontatezza! Ora vi racconto come sono andati i fatti: Zeus (mi padre!), Dio dell’Olimpo e di tutti gli Dei, era noto per le sue scappatelle (e non disdegnava neanche le comuni mortali… (era come me!), sua moglie (perché non è lei mia madre) Giunone, Regina degli Dei, gelosissima come tutte le donne di origine tracia, lo marcava stretto, e lo costringeva spesso a trasformarsi in un serpente, in un uccello, in un leone pur di eludere i severi controlli della moglie gelosa e di dare libero sfogo con interminabili scorribande notturne a tutti i suoi incontenibili desideri sessuali! Fu appunto durante una di queste scappatelle che Zeus (mi padre!) conobbe Semele (mi madre!). Di lei si dice fosse una mortale meravigliosa! Femmina di culo alto, callipigia e soda, dai lunghi capelli neri, prosperosa e procace! Non a caso era di Tebe… e lì, si sa, le donne… sono stupende!! Hanno i più bei lineamenti di tutto il mondo conosciuto …e Zeus (mi padre!) non se la lasciò sfuggire di certo! Certo, c’è da dire che il loro menage somigliava più a una tresca, ma del resto Semele era una donna di giovane età, e in più era la figlia di Cadmo Re di Tebe, e Zeus (sempre mi padre!) era il re degli Dei, il sovrano dell’Olimpo, il Dio del cielo e del tuono!!
Un infausto giorno Zeus (mi padre!), dopo essersi trasformato in un giaguaro per sfuggire ai controlli della moglie Giunone, andò a trovare Semele (mi madre!), la quale (sapete come vanno ‘ste cose!) gli chiese di offrirle un regalo, Zeus promise di esaudire qualsiasi desiderio della fanciulla pur di… Così ella chiese al Re degli Dei di manifestarsi in tutta la sua potenza. Zeus, disperato, fu costretto a realizzare tale richiesta e si recò quindi la volta dopo al suo cospetto armato delle sue Folgori. La giovane donna purtoppo, rimase folgorata, e per impedire che il bambino (ero già di sei mesi) venisse bruciato, Gea, la Dea della terra, fece crescere dell’edera fresca in corrispondenza del suo feto, ma Zeus (mi padre!) che non mi aveva dimenticato, incaricò Ermes di strappare il feto dal suo ventre, si fece da solo un incisione sulla coscia, mi ci cucì dentro, e quivi potei maturare per altri tre mesi e, passato il tempo necessario, uscii fuori, perfettamente vivo e formato.

Caravaggio - Bacchino malatoZeus (mi padre!) mi diede il nome di Dioniso che appunto vuol dire il “nato due volte” o anche “il fanciullo della doppia porta”. Bene, questo era tanto per puntualizzare che non sono un figlio di m(adre)ignota! Sono solo figlio dell’Amore! La mia povera, sfortunata e giovane mamma si chiamava Selème, figlia di Armonia e di Cadmo, Re di Tebe! Venni a vivere nella penisola italica molti anni orsono, a causa delle vostre viti! Mi accorsi da subito che l’eccezionale microclima, le diversità varietali, le esposizioni al sole delle vostre colline, la salinità delle vostre terre, l’escursione termica tra il giorno e la notte, tra l’estate e l’inverno avrebbero generato un Vino che migliore al mondo non ce n’era! E non ce n’è!! E fu così che mi stabilii a Roma, nel II secolo Avanti Cristo, i Romani da subito (quelli danno i soprannomi a tutti!) mi chiamarono Bacco e Libero (Liber Pater), Dio del Vino, della Vendemmia e dei Vizi!!
Iniziai a professare il mio culto (il baccanale!) da subito, e nonostante la Vostra religione Cristiana tra i piedi (e non avessi neanche una televisione!) feci da subito moltissimi adepti, di ogni ceto sociale, di ogni razza, di ogni sesso, e di ogni religione!! Furono secoli indimenticabili …stavamo sempre ‘mbriachi!! Giorno dopo giorno, anno dopo anno, per secula seculorum!! Passavamo il nostro tempo, a bere ora del Brunello di Montalcino, poi del Nobile di Montepulciano, facevamo un giro di ottimo Barbera, poi si passava all’amato Barolo, e poi ancora una coppa di Sangiovese, un calice di Aglianico, Amarone, Barbaresco, Cabernet, Chianti, Cannonau e chi più ne ha, più ne metta!! I nostri banchetti facevano invidia persino a quell’obeso di Trimalchione, i trionfi di uva Italia provenienti dall’isola di Sicilia dalle colline di Mazzarrone, e di uva Regina proveniente dalle Puglie in quel di Bari erano delle vere e proprie cerimonie dorate, i loro riflessi splendenti giallo oro sotto il sole, le foglie di vite, i pampini sparsi che ornavano i grappoloni dai grandi acini, erano una visione celestiale ai nostri occhi lucidi, rossi e avvinazzati!! E poi dopo pranzo, dopo aver fumato ottime foglie di vite stagionate, a volontà, arrivavano le Baccanti… Sì, le Mie Baccanti, Gioie della Vita mia!! Passione mai doma!! …e allora… Alè!! Si partiva tra satiri, fauni e musici, tra capre e botti, calici, coppe e otri, con interminabili baccanali a tutto volume per tutta la notte, insino all’alba, sino a quando il Dio Helios alla guida del carro del Sole, una quadriga tirata da cavalli che soffiavano fuoco dalle narici, e che trainavano il sole nel cielo ogni mattina da est a ovest, dove si trovavano i suoi due palazzi, non veniva a sorprenderci per ricordare a tutti i miei commensali che era ora di andare a lavorare nei campi, mentre Io, da buon Dio Anfitrione, nel frattempo, schiacciavo un pisolino tra le tette delle mie Baccanti in attesa di iniziare una nuova giornata!!

Lapide_Carcere_Regina_CoeliEd è stato proprio a causa  delle mie Baccanti che ora mi ritrovo qui, recluso, rinchiuso e carcerato, in una cella al terzo braccio di Regina Coeli, in via della Lungara a Roma, sul Lungotevere; sull’obbligo di custodia cautelare c’era scritto: Induzione alla prostituzione. Io? Indurre alla prostituzione le mie Baccanti? Vero è che queste feste furono nei secoli concepite dalla mentalità maschile come dei momenti licenziosi e orgiastici dove era permesso fare tutto e il contrario di tutto, il mondo femminile però, trovò una via per festeggiarmi degnamente, per festeggiare me, Bacco, Dio della fertilità, del piacere e della salute. Le Baccanti, sono coloro che sono dedite al culto di Bacco, infatti conferiscono a questo rito un significato che va oltre il momento di sfrenatezza. Esse, con le loro danze, la loro ebbrezza, la musica assordante portata al parossismo, non cercano il piacere immanente ma la trascendenza dello spirito e il suo anelito all’infinito; il piacere sessuale non è altro che la manifestazione dell’esistenza degli Dei dell’Olimpo; la loro fecondazione rivela a tutti il significato immortale della parola Madre; la loro spossatezza, infine, sottolinea che ogni conoscenza dopo la morte non è possibile, che ogni tentativo di speculazione è inutile e forse sacrilego. E io Bacco venivo invocato da queste splendide creature affinchè concedessi loro la mia gratitudine: Donne custodi del mistero della concezione e sacerdotesse di quegli eterni interrogativi dell’umanità, che sanno dare con slancio e spontaneità, voce e corpo alla gioia della vita. Io, indurre alla prostituzione le mie Baccanti? Giuro su mio padre Zeus, e su tutti gli Dei dell’Olimpo che non ho mai pagato una delle mie Baccanti!! Semmai, le ho fatte ubriacare, ma non le ho mai pagate!! E non è affatto propriamente la stessa cosa!! Perbacco!! …e io non dico menzogne (In vino veritas)! Come potrei mai? Lo volete capì sì o no che io stò ‘mbriaco dalla mattina alla sera!! Fateme uscì da qua dentro! Fateme uscì!! Oddio mio me sento male …Portateme all’Osteria!! Fateme uscì!! So’ vittima de un complotto!! …e allora Voi italici (o italioti!), che mi dite del Vostro Dio? Quello lì sì …mi sfugge sempre il nome, quello piccoletto …quer nanetto con la pelle tirata, coi tacchi alti e i capelli finti!! Come si chiama? Inizia con la B …quello sì che ve ne racconta di bugie …il piccolo dio …er dio der “gratta e vinci”!! Quello che ha detto che è stato il miglior dio degli ultimi 150 anni!!
Per Zeus (mi padre!) e tutti gli Dei dell’Olimpo!!! Ti ricordo, piccolo dio presuntuoso, che io sono il Grande Dio Bacco, io rappresento l’energia naturale che, per effetto del calore e dell’umidità, porta i frutti delle piante alla piena maturità, sono il Dio del vino, dell’ebbrezza e dell’agricoltura tutta …e sono quasi duemilacinquecentoanni che sto sulla cresta dell’onda della penisola
italica!! Hai capito chi sono? Piccolo dio recordman? Ma vuoi vedere che si sono sbagliati persona (Dio)? …Ecco perché il GUP mi faceva tutte quelle domande…”E’ mai stato in Sardegna? Conosce un paggetto lacchè che si chiama Tarantinus? Conosce Villa Grazioli? E Villa Certosa? Le escort le pagava lei? Mi dica il nome del suo stalliere …conosce Marcello Dell’Otri?”…Ora capisco tutto! …Capirai, io mi credevo che le escort fossero automobili! …Altro che automobili …quelle sò mignotte!! Né più, né meno che mignotte!! Ma come si fa a confondere le escort (mignotte!!) con le Baccanti? Come si fa a non distinguere un parrucchino da una Corona di Pampini e Uva? Ci deve essere  sicuramente lo zampino di “quei fenomeni” dei  RIS di Parma!! Fateme uscì da qua dentro!! …Sò vittima di un errore giudiziario!! …Ve sete sbagliati persona (Dio)!! …E poi quella storia della minorenne??…Certo che con un dio così …te viene spontaneo ogni tanto caccià fòri quarche ber porcoddio!! O no?
Eppoi… Quando alla sera Io …m’abbandono nel sonno al queto incanto…Sento quello spirto guerrier ch’entro mi rugge …ivi m’affaccio alla finestra …rimiro il vecchio Tevere lentamente camminar …Ripenso al Vino e alle mie Baccanti e pizzicando ‘sto bel liuto, intono così in re maggiore…

Quanta pena stasera …c’e sur fiume che fiotta così…
disgraziato chi sogna e chi spera …tutti ar monno dovemo soffrì…

E poi ancora M’Arde(r)core…

A tocchi a tocchi la campana sona …li turchi so’ arivati a la marina…
Chi c’ha le scarpe rotte le risola …le mie l’ho risolate stamatina…
Come ve posso amà?…Come ve posso amà?
S’esco da ‘sti cancelli quarcheduno me l’ha da pagà…

…e mentre m’arde er core e me rode er culo sempre m’interrogo:
Sì, vabbè …Ma “Per chi suona la campana?”

“…And therefore never send to know for whom the bell tolls.
It tolls for thee” (John Donne)

(E allora, non chiedere per chi suoni la campana. Essa suona per te)

costantino bacco dioniso

…Se ne dicono tante sul mio conto, ma solo io conosco la verità, le altre versioni …so’ solo chiacchiere da postribolo!
(Costantino Spineti Ortometropolis)

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0 risposte a Ortometropolis/5 di Costantino Spineti

  1. bebo scrive:

    aooh ma che te sei combinato?pari ancora più brutto del solito

  2. bebo scrive:

    che te possino costantì… ma che è sta robba grama?

  3. bebo scrive:

    l’amico tuo, eh? te sarai mica offeso bello cocco? er più figo der bigonzo!
    stamme bene testa sudata!

  4. borguez scrive:

    bebo è quantomai stupefatto!
    eppure posso confermare che è tutto vero, tutto alla luce del sole!
    faccio da garante!
    la vulgata romanesca però resta imperdibile!
    benvenuto a bebo!

  5. costantino scrive:

    …Carissimo Bebo…Di primo acchito mi verrebbe uno spontaneo quanto sonoro: ” SEI BELLO TE !!”…ma poi, ripensando alle tue ineguagliabili capacità canore, ed alla tua fama di grande stornellatore romanesco di petroliniane memorie, di grande protagonista di Matrimoni, Comunioni, Cresime, Battesimi e riti dionisiaci vari…m’arrendo e chino il capo alla tua Arte Antica!!

    Ladies and Gentlemen, é con estremo orgoglio che Vi presento il Principe delle Osterie Romane…lo sparviero di Trastevere…il sovrano indiscusso del sottobosco romanesco…

    Signore e Signori….Bebo “er Murena” (l’incisivo!) !!!

    …e attenti al finale!!

    http://www.youtube.com/watch?v=r3S5ChRNYWw

  6. borguez scrive:

    debbo segnalare un (probabile) evento importante!
    fonti alquanto attendibili (Costantino lo è) sostengono che il bebo di cui sopra corrisponde esattamente a colui che è ritratto nel video qui sopra!
    lui in persona! che si è preso il tempo di scendere fra i comuni mortali e scrivere due righe a proposito del suo amico (bacco) Costantino!
    mi auguro sia tutto vero!
    resto lusingato in attesa di conferme!
    non solo… potrebbe trattarsi dell’inizio di un qualcosa di assai più grande, e grande lo è già!
    proferiamo il più classico dei… prossimamente su questi schermi! e restiamo in attesa degli sviluppi, ma già tutto ciò ha assai più che dell’incredibile!

  7. bebo scrive:

    aaah borguez non te augurà niente de niente che è meijo!!!
    Che co stò fijo de bona donna ce sta poco da ride o tanto pure… a seconda!
    ma tacci tua costantì che stai a raccontà ar monno? eh testa sudata?
    Costantì tu lo sai che te voijo bene eh cocco? Ma nun te se pò vede ne ascoltà fijo mio, ne stai a dì sempre tante che te sommergono… non che ci voglia tanto… un marcantonio non lo sei mai stato, ma qui te permettono de cantà le odi. e anche se nun te se pò sentì canta bello che io un po’ t’ascolto…

  8. bebo scrive:

    eh se se po’ dì in televisione… a coda ce l’hai ancora?

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