Paolo Conte vs. Ravenna Festival

ho lasciato trascorrere qualche ora, qualche giorno, per vedere se quella strana sensazione di spiacevolezza e fastidio si dileguasse da sola obliata nella memoria. ma non è ancora successo e per questo ritento con le parole nell’ipotesi terapeutica della scrittura. venerdì scorso, 20 luglio, Paolo Conte era ospite del Ravenna Festival. i biglietti erano apparentemente esauriti da qualche tempo e dunque avevo allontanato l’ipotesi di assistere al concerto, ma il giorno precedente scherzando con un’amica salta fuori l’opportunità di procacciarsi due biglietti e dunque mi dico perchè no, perchè non rinnovare l’incanto di vedere il più grande di tutti ancora una volta sul palcoscenico. Anfiteatro di Marinara, questo il luogo. le mie perplessità relative a questo fantomatico sito permanevano insieme all’ignota idea di dove fosse e soprattutto, ingenuamente, del perchè collocare questo evento in un luogo estraneo all’idea stessa di teatro e spettacolo.

alla fine ci arrivo insieme a Diego e scopro che in realtà è un parcheggio quello che stavamo cercando e che di barche non ve ne sono proprio e anche il mare è nascosto dai nuovi palazzi in costruzione, in stile, ma in costruzione. si accede per una qualche via delimitata da transenne da cantiere e tutto questo stona felicemente con gli abbigliamenti delle signore e con le cravatte nonostante i 36 gradi evidenti di un tramonto di luglio. come se non bastasse c’è la sensazione olfattiva di catrame appena spalmato e la simpatica restituzione da parte dell’asfalto di tutto il calore accumulato nel giorno (Conte lo chiamerebbe macadàm). e poi gru che svettano tutt’attorno e la netta percezione che tutto è stato completato in fretta e furia per l’evento, con quell’operosità ottusa tipica di certa romagna manovale. un luogo ancora “freddo” perchè non vissuto e ancora privo di qualsiasi memoria, storia o vicenda.

e poi, come se non bastasse, l’increscioso fattaccio occorso qualche sera prima quando sullo stesso palco Pat Metheny e Brad Mehldau avevano dovuto condividere il loro spettro sonoro con una becera disco ’80 fuoriscita chissà come da qualche disco pub o da uno stabilimento balneare poco distante. e dunque l’editto fresco fresco in stile MinCulPop che vietava per la serata di venerdì qualsiasi emissione sonora o festa danzante o insulso piano bar. e tutto questo in piena stagione estiva! ed è proprio a quel punto che sorgeva inevitabile la consapevolezza che eravamo di fronte a qualche potere un po’ più forte che assolutamente aveva voluto gingillarsi di vanto e impreziosire la vetrina accaparrandosi niente di meno che Paolo Conte, ignara e colpevolmente incurante dell’aspetto artistico della questione e tutta presa dalla facciata e dalla promozione di un porticciolo turistico e di un affare ben più importante di un inutile concerto.

ma poi in qualche modo il concerto è davvero iniziato e dopo una decina di minuti di assestamento e settaggio di volumi e prestazioni audio si è potuto godere nuovamente della maestria dell’avvocato. poco importano i 40 metri di distanza e due enormi maxi schermi spenti e apparentemente intenti solamente a proiettare il nome del porticciolo nei momenti di pausa. poco importa se il pubblico gregge pare reagire sempre e solamente alle stesse tre canzoni da almeno 15 anni, un applauso di riconoscimento e un timido e stupido battimani (per la cronaca: Max, Sotto le stelle del Jazz e naturalmente Via con Me)… poco importa di un palco da r’n’r sul quale Conte e i suoi splendidi musicisti apparivano sperduti, poco importa in fondo… molto di più importa invece del mio rinnovanto incanto per alcuni arrangiamenti stravolti e della classe e dello stile smisurato di quest’artista che malgrado l’infelice collocazione ha fatto la sua cosa, e lo ha fatto incurante e strafottente di fronte all’apparente improbabilità di quel luogo.

non mi pareva il caso di tacere.

Paolo Conte resta, del resto poco importa…

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0 risposte a Paolo Conte vs. Ravenna Festival

  1. diego scrive:

    evviva la contro-informazione!

  2. borguez scrive:

    già Diego, non mi pareva il caso di tacere!
    anche la tua sarebbe gradita visto che abbiamo condiviso questa avventura!

    se poi si vorrà si potrà parlare pure del concerto e dell’aspetto squisitamente artistico, ma questo andava detto!

  3. diego scrive:

    io ho già detto la mia in sintesi sul blog del bronson, la riporto qua:

    “Sono un devoto di Paolo Conte. Lo amo, l’avvocato è uno dei più grandi di sempre per quanto mi riguarda. Dunque, a NOI che adoriamo Paolo Conte sembrerebbe una buona ordinanza. Ma NOI non siamo TUTTI. Per cui la trovo antidemocratica o, per dare pane al pane ed essere politically scorrect, la trovo un ordinanza fascista.
    Il tutto, compresa l’eventuale scongiurabile-ma-giustificabile e clamorosa protesta degli esercenti durante il concerto, per cosa? Promuovere Marinara. Gli interessi economici che mortificano quelli culturali, ancora una volta.

    (ma il mio Bagno è differente!)”

    Non mi sembra il caso di scrivere anch’io un post a riguardo, non vorrei farmi troppo i cazzi dei ravennati! 😉

  4. borguez scrive:

    ok! terminale e definitivo, succinto e conclusivo…
    adesso se vuoi parliamo del concerto… perchè necessitano sempre un po’ di giorni per metabolizzare cotanta meraviglia!

  5. mr.crown scrive:

    beh, conte: è uno da salotto buono e un po’ se lo merita.
    un parcheggio di catrame.
    compiacere i nobili e i colti a volte è un mestiere difficile.

  6. borguez scrive:

    anche questo è assai vero eccome, anche se nel salotto buono lo spingono suo malgrado…
    io sto con i ragazzi scimmia del jazz, con i Sijmadicandhapajiee e i mangiatori di pesce… l’estrazione colta e contadina questa volta ha fatto a pugni con quella operosa e terragna degli arricchiti romagnoli!
    il contrasto c’era, ed evidente… uscendo da quel parcheggio il più in fretta possibile per non udire inutili parole non richieste sono stato costretto, mio malgrado, ad udire, nel più classico degli idiomi locali…
    um piès, parò…!

    e non ho voluto udire altro!

  7. hrudi v. bakshi scrive:

    Volete una critica a Paolo Conte?

    …visto che lui a questo punto se lo può permettere
    potrebbe (o chi per lui) scegliere posti più idonei all’ascolto!

    …l’ultimo che io ricordo è stato un concerto di qualche anno fa al palasport di cesena
    appollaiato in una tribuna, dove la copertura si aggancia alla struttura del fabbricato,
    se ineccepibile il concerto, il contesto non era certo entusiasmante
    la visuale era: per metà il palco e per metà la copertura!

    per quanto riguarda i fascisti gli speculatori gli amministratori gli sponsor io ho già detto tutto quello che avevo da dire
    sono pessimista! non mi stupisco quasi più di niente…..e il mio bicchiere è sempre mezzo vuoto!
    …probabilmente per un po’ smetterò di votare!….ma questa è una decisione presa per molti altri motivi che vanno ben oltre questa stupida ordinanza!

  8. Anonimo scrive:

    Io ero al concerto Metheney-Meldhau
    è stato uno schifo: il jazz coperto dalla disco

    ma è ancora più schifoso fare una ordinanza ad hoc
    per coprire un clamoroso sbaglio di scelta di location
    ed implicitamente affermare che non tutti i cittadini sono ugali
    ma qualcuno è più uguale degli altri…

    per quanto preferisca Conte alla musica dei bagni
    tutto ciò unito alla vergonosa autocensura dei giornali
    fa capire chi comanda davvero a Ravenna

  9. borguez scrive:

    direi che Hrudi e l’Anonimo hanno perfettamente ragione e mi fa piacere non essere il solo a meravigliarsi ancora di certe evidenze, e a farlo con fastidio!
    Conte, per come la vedo io, è tutto compreso nell’idea stessa di teatro e da quel luogo non andrebbe sradicato. ogni tentativo altro è evidentemente destinato al fallimento (leggi Marinara o Palasport vari)… la sua stessa poetica e le sue sonorità al teatro rimandano e ritornano, e penso a Dal loggione o Teatro, oppure a Il Maestro. il problema credo che abbia a che fare con le cifre che il nostro chiede e con i problemi degli organizzatori per ciò che riguarda prezzi dei biglietti e altri costi… ma è un’ipotesi!
    mi pare che Tom Waits molti anni fa in teatro a Firenze chiedesse una cifra che si aggirava intorno alle 160.000 o 180.000 (sto parlando di vecchie lire) e io ben mi ricordo di aver pagato quasi 70 euro per Caetano Veloso in teatro… anche a Conte ho già devoluto cifre del genere per teatri vari sparsi in giro per l’Italia, ma erano soldi spesi bene, oppure fatemi un’ipotesi in proposito a cosa servano i soldi se non a concedersi queste meraviglie! vabbè!

    per quanto riguarda l’ordinanza, l’amministrazione comunale e certi poteri un po’ più forti, preferisco glissare… una risata li seppellirà!

  10. diego scrive:

    Sante parole. E mi pare siamo tutti d’accordo.

    quoto in particolare hrudi v. bakshi quando dice che il Nostro si potrebbe permettere di suonare solo in teatri e, soprattutto, quando dice di essere pessimista! 🙂

  11. borguez scrive:

    …pare se ne siano accorti anche i calamari neri!

  12. hrudi v. bakshi scrive:

    ..a vedere tom waits in effetti io c’ero!
    la cifra esatta era 170milalire prevendita compresa
    non ricordo concerto più bello, nonostante fossi da solo per motivi più che chiari!
    la prima fila era naturalmente la terza perchè gli accreditati non contano…e non pagano!
    (e qui già si potrebbe risparmiare qualche cosa)
    penso di non aver fin’ora speso soldi in miglior modo,
    e poi posso sempre dire…io l’ho visto pappappero

    dietro di me, padre e madre avevano portato il figlio che probabilmente aveva 10 anni!
    forse li per li pensai che non tutto era perduto….se qualc’uno riteneva che anche un bambino
    poteva beneficiare di tanto.
    forse i soldi andrebbero spesi con cautela, lasciar perdere le cazzate non sarebbe male ecc ecc….ma qui ognuno di noi fa i propri conti.

  13. Danson Metropoli scrive:

    Paoli Conti

  14. morphine scrive:

    Borguez, ci siamo capiti alla perfezione…

  15. Hank scrive:

    E’ anche una dannata questione di cachet, chioserei, e a maggior ragione quando si suona dentro un parcheggio. Non mi aspetto certo prezzi politici: la (coscienza di) classe non è acqua, non tutti sono i Fugazi. E immagino benissimo che location “altolocate” come auditorium con pareti in mogano e sedili in pelle di appassionati di jazz morti di fame abbiano i loro costi. Eppure sono certissimo che i cachet di questi signori sui prezzi dei biglietti influiscano eccome; e 170.000 vecchie lire non le ho date a Waits (con tutto il magone del caso) e non le sgancerei neanche alla buonanima di Monk se si palesasse nel mio salotto. Si affoghino.

  16. mr.crown scrive:

    e io sto con hank. per sempre.

  17. hrudi v. bakshi scrive:

    se nel 79 avessi saputo della morte prossima di lennon, sarei stato in casa a risparmiare monetine per mesi e sarei andato in america a vederlo!
    adesso è tardi!
    così per altri che mi sono sfuggiti.
    vedere cariati sul palco quando ormai è solo una questione di soldi (per loro), vedi tutte le reunion….
    per waits non ricordo nessun’altra apparizione europea, tranne una strana improvvisata sul palco di san remo molti anni prima!
    per cui la questione prendere o lasciare fu per me accettare i costi, anzi i costi arrivarono a tanto per aspettare le indecisioni degli amici che poi rinunciarono…perchè non tutti i biglietti arrivavano a tali cifre.
    io non definirei i teatri e gli auditorium location altolocate; piuttosto non definirei anfiteatro un parcheggio

  18. Hank scrive:

    Certo è che quando penso al fatto che nel giro di una settimana avrei scordato di avere in tasca così tanti soldi in meno, laddove il concerto di Waits lo ricorderei tuttora e probabilmente per sempre… Sì, un po’ mi rode. E all’epoca fui alquanto indeciso. Ed è altrettanto vero che non si tratta di location altolocate: sospetto e temo che “altolocati” sia il termine che hanno gli artisti di estrazione rock cinquantenni quando pensano a se stessi. E i loro cachet sono proporzionalmente tali.

    E’ una questione che effettivamente esula dal discorso che si faceva, ma non riesco proprio a soffocare un moto di fastidio: da giovani elogi ingenui e comunque struggenti di quelli che in fin dei conti non son altro che maledettismo e pauperismo d’accatto, a ben pensarci, e da anziani cachet principeschi che si suoni tra stucchi o catrame. Con tanti saluti a chi ti segue da anni e nel frattempo non è diventato una signora ingioiellata o il suo marito padroncino.

  19. borguez scrive:

    Hank, la seconda parte del tuo discorso mi occuperà un po’ allo scopo di comprenderla, ma resto alla prima e ai tuoi pensieri precedenti… sono d’accordo con te anche se so che, anche per te come per me, Waits fu una grave perdita e ci tengo a sottolineare che quelle 170mila di allora oggi sarebbero poco più di 80 euro… e non mi paiono cifre esorbitanti (diciamo un pieno di benzina?)… i cachet dei cari brontosauri sono argomento ostico: quanto pagasti per Cohen? e quanto ho speso di recente per Current93? un’anno fa esatto pagai 55 euro per vedere Caetano Veloso in solo (e intendo solo e solamente chitarra e voce) e ne valeva almeno il doppio… sono convinto che anche Waits ne valesse il doppio! chiedere a Hrudi per conferma….

    anche Hrudi ha buone ragioni e se poi mi tira fuori Lennon mi tocca nel vivo dei miei centri vitali (sic!)….

    per la cronaca i biglietti per Conte costavano rispettivamente 52, 35 e 25 euro a seconda dei settori!

    a Mr.Crown che dire… sono sempre felice quando la pensi al contrario di me, mi pare che così tutto sia in ordine!

  20. borguez scrive:

    se poi questo ha un prezzo…ditemi quant’è e io lo pago!

  21. Maud scrive:

    Nel 2004 ho visto, gratis grazie ad una fortunata serie di coincidenze ma il prezzo biglietto credo si aggirasse a spalare sui 15 dollari, John Zorn con una parte dell’ensemble di Masada (Marc Ribot annesso) in questo luogo. Non si trattava certamente di location lussuosa ma di genuino jazz club con una sua estetica assai piacevole e serbo di quel concerto un ricordo indelebile fatto di puro godimento musicofilo e chiacchere scambiate con alcuni dei musicisti sotto la pioggia al di fuori del locale, al riparo di un misero ombrellino rollando sigarette umide. Ovviamente non era il genere di evento a cui accorrono le signore in pelliccia, quindi sto forse cianciando di cose che non c’entrano un cazzo, però mi viene da ipotizzare che il problema in italia sia una certa mancanza di cultura e soprattutto di quantità. Ovvero che in un posto ove ogni settimana ha luogo almeno un concerto di alto livello forse un biglietto da 170.000 lire anche Tom Waits se lo scorda. E nello stesso modo è presumibile che al parcheggio torrido puzzolente di catrame gli si dia allegramente un braccione, senza che l’alternativa sia necessariamente un teatro con poltrone in pelle umana.

  22. Maud scrive:

    per la cronaca, il locale di cui sopra (il Tonic) recentemente ha chiuso perchè non riuscivano a pagare l’affitto sempre più caro, visto che la zona sta diventando alla moda. Forse sono tempi duri anche oltre oceano.

  23. Hank scrive:

    Perfettamente d’accordo con Maud, all’estero è altra storia. Esistono apposite venues per fruire di musica dal vivo, in Italia o sei all’Auditorium Cesare Previti a 200000000000000000000 fantastilioni di euro o (nella migliore delle ipotesi) in un Palasport dall’acustica improponibile. Borguez, le 170.000 lire di allora son cosa diversa (ahinoi) dagli 80 euro odierni; Cohen lo pagai, se non ricordo male, 55.000 lire; spesso e volentieri (non so all'”Anfiteatro”, non c’ero), “in certi settori” significa munirsi di cannocchiale e cornetto acustico; non mi è chiaro cosa non ti è chiaro nella seconda parte del mio discorso (mi pareva chiarissima…).

    E comunque desidero (ehm) chiarire: non è che penso che chi sborsa quelle cifre per vedere un concerto sia necessariamente una signora ingioiellata o un idiota. Quando ho visto il giorno dopo la faccia del mio amico reduce dal concerto di Waits mi sarei, per usare un francesismo, mangiato i coglioni. E ho detto a mio padre, che ascolta Mozart e pensa che Tom Waits sia una scorreggia catarrosa, che è un uomo micragnoso e poco sensibile all’Arte.

  24. Hank scrive:

    Dimenticai di dire, quanto ai Current 93, che la faccia del Moloch durante “Good Morning, Great Moloch” non aveva prezzo, altro che Waits.

  25. hrudi v. bakshi scrive:

    a me pare una truffa vendere biglietti per un concerto in un anfiteatro che poi si rivela un parcheggio! che acustica può avere?
    provate a comprare i biglietti per l’opera all’arena di verona e trovarvi al piazzale dell’aeroporto!
    vedrete che casino
    io ho deciso di spendere un sacco di soldi, ma sapevo dove andavo (non dico cosa mi aspettava)
    ma quelli che hanno inaugurato con pat metheny che cercavano e non trovavano l’arena? pensate sapessero di finire in un parcheggio?
    e pensate sapessero che avrebbero sentito unz unz sopra gli assoli di chitarra?

    magari il comune ha anche concesso un sacco di metri cubi di fabbricati in più per ottenere questo bellissimo spazio polifunzionale per la comunità!

    certo maud che non è necessario un locale rivestito d’oro per ascoltare un buon concerto
    magari si può spendere anche molto poco….ma io tom waits lo volevo a qualsiasi costo,
    fosse astinenza di birra vino sigarette cinema cd e cazzeggio vario
    se ogni cosa ha un prezzo per me tom waits punta in alto.

  26. Hank scrive:

    Perfettamente legittimo, va da sé. E a proposito, vi è capitato di ascoltare l’episodio di VH1 Storytellers dedicato a Waits? Questa è la scaletta, giusto per riscaldare gli animi:

    1. Tango Til They’re Sore
    2. Hang Down Your Head
    3. Ol’ 55
    4. Strange Weather
    5. Hold On
    6. Picture In A Frame
    7. I Can’t Wait To Get Off Work
    8. House Where Nobody Lives
    9. Get Behind The Mule
    10. Chocolate Jesus
    11. What’s He Building In There
    12. A Little Rain
    13. Downtown Train
    14. Black Wings
    15. Jesus Gonna Be Here
    16. Jersey Girl
    17. Chocolate Jesus (Alt.)
    18. Tango Til They’re Sore (Alt.)
    19. Hang Down Your Head (Alt.)

    Quasi tutte le canzoni sono precedute da storie relative alla genesi della canzoni, aneddoti buffi, sublime cazzeggio e quant’altro, come da tradizione VH1, e interpretate da Waits in splendida solitudine. Mi scuso per l’off topic (?), ma lo sto ascoltando adesso, è pazzesco.

  27. Maud scrive:

    ti capisco benissimo, viaggi e musica (soprattutto in abbinata) per quanto mi riguarda sono tra le poche cose per cui valga la pena spendere denaro.

  28. diego scrive:

    alcune sintetiche considerazioni:

    -la vera truffa, come dice il buon hrudi, è stata chiamare quel parcheggio ‘anfiteatro’.

    -se facessimo la proporzione con i prezzi dei concerti delle nuove leve (esempio: Arcade Fire circa 30 euro), quanto sarebbe legittimo pagare per quello di Tom Waits? 500 euro?

    -per salvaguardare la mia integrità morale mi sono dato un limite, come una sorta di salary cap per i calciatori: per Tom Waits, e solo per lui, sarei pronto a spendere fino a 100 euro… in teatro, per ovvi motivi di qualità dell’acustica ed intimità del concerto.

    PS: hank, bella dritta, sto scaricando il video.

  29. borguez scrive:

    visto che siamo in vena di listino prezzi riporto qui la mirabile somma di 115,00 euro spesi da un amico per il settore super vip sotto il mega palco dei Rolling Stones non più tardi di un’anno fa… che dire?

    pregasi produrre immediatamente copia di quel Storytellers dedicato a Waits…non si può gettare il sasso e nascondere il dvd!

    per la gioia di molti (e a questo punto di tutti) quell’anfiteatro sarà dall’altra sera definitivamente un parcheggio e così lo chiameremo…e per Giunta (sic!) gratis…forse!

    trovo Hrudi sempre più sensato e il mio pensiero è assai in linea con il suo…e anche con Maud, ma un po’ d’invidia s’insinua per quel Zorn nuovayorkese e dunque il sentimento è turbato!

    e poi mi fa piacere che l’argomento abbia stimolato tante elucubrazioni, e se poi Hank vuoi il dettaglio del concerto di Conte ho mirabilie da contarti, ma i nostri discorsi, come sempre, vengono meglio se distillati….

  30. Hank scrive:

    Distillazione graditissima, as usual. Di Waits non ho il dvd (non credo che il concerto sia mai stato commercializzato, in nessuna forma), ho scaricato la parte audio, di qualità eccellentissima; se ti basta, ben volentieri.

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