Pascal Comelade A Freak Serenade

e poi finisce che ci si abitua, come consuetudine, ci si assuefa (con l’accento su di una vocale a piacimento)! è un male diffuso e dilagante, apparentemente inarrestabile! si finisce con il galleggiare mediocri sopra un mare non proprio limpido e non proprio ben odorante, incuranti di opporre un argine all’innalzamento del livello. e non stanchi di andare alla deriva, per sordida ironia, si arriva ad inghiottire lo stesso mare in cui non si sprofonda! a bocconi, a cucchiaiate o a badilate! e così tutto va in m…. (i più ottimisti ci leggano: malora)!
evidentemente Pascal Comelade non ci sta! e sarà pure bene non riferirgli della recensione che ho appena terminato di leggere, che fa ancora più male perché letta da un pulpito che pensavo intoccato dalla marea di cui sopra. Pascal Comelade è un cane sciolto, mannaro per vocazione e randagio per scelta! testardo di un catalano abbarbicato nella sua Céret, ritirato e sfuggente alla ribalta e alla costretta popolarità: a quanto pare se ne frega della stagionalità delle uscite discografiche, della sua frequenza e della giusta tempistica! e questo disturba la mediocre stampa musicale incapace di seguire la parabola del genio irriverente!

e lui sforna ancora un disco e lo intitola A Freak Serenade (Because, 2009), e molta stampa sciocca e assuefatta si limita ad inanellare la sfilza delle ovvietà relative ai suoi strumenti giocattolo, al suo vaudeville dadaista e al suo gusto per cineserie e art brut musicale. come se fosse oramai consueto e normale tutto ciò che Pascal Comelade pensa, compone ed interpreta! è questo l’abbruttimento abitudinario a cui bisogna porre attenzione, la china discoscesa di mediocrità dalla quale è bene stare in guardia!

mi piace pensare che lo sdegno del catalano si concretizzi in quella Improperis Serenada che raggruma densa nel bel mezzo di questi 14 brani dai titoli iridescenti! morso di rabbia e sputo di sdegno, orazione spuria di maldicenze e anatemi sboccati: come un monaco in cancrena!
appellare queste sonorità come “musica-tappezzeria” o “brani da gustare all’ora del thé” denota una colpevole leggerezza ed una sbrigativa faciloneria. in questo, come in molti altri dischi di Comelade, alberga l’ingegno infantile allergico agli schemi e alle etichette, un suono da esperanto europeo, un poco autistico, e un poco spastico: di certo selvatico! e se la bestia si da alla macchia non ci si da la briga di seguirla!
eppure questo disco mi pare la colonna sonora di una navigazione in fuga dal mare puteolento, lontano dal logico e dal dovuto: legni di palcoscenico, tele di quinte e bandiera anarchica issata, le vele gonfie di venti che soffiano dal passato del vecchio continente e la chincaglieria del circo come tesoro!
Pascal Comelade non ci sta!
…e io sto con lui!

Pascal Comelade A Freak Serenade

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0 risposte a Pascal Comelade A Freak Serenade

  1. costantino scrive:

    …Aspettatemi borguez, vengo anch’io con Voi!!

    …Salto su…al volo!!

    …E porto anche una bandiera…e qualcosa da bere!!

    …Andiamo.

  2. SigurRos82 scrive:

    Di Comelade mi era piaciuto tanto il precedente, e pure questo, caro borguez, promette bene 🙂

    P.S.: GRAZIE IMMENSAMENTE GRAZIE per Mulatu su Megaupload!!! L’avevo trovato solo su RS e sono giorni che mi dà problemi…

    • borguez scrive:

      Comelade è un patrimonio dell’umanità che ha a cuore la musica! mi incacchio quando leggo certe cose scritte a suo proposito!
      vedrai che apprezzerai anche questo come il precedente, e come del resto tutti gli altri!

      ps: ti sei accorta che qualche mutamento è in atto nel palinsesto del blog! acuta! ci sto lavorando! verdrò cosa ne viene fuori: Mulatu è lì, a proposito di patrimoni dell’umanità!

  3. SigurRos82 scrive:

    Bellissimo, come minimo al livello del precedente se non qualcosina in più….

    ….mi piace poi come l’ultimo pezzo si concluda con una pernacchia, ciò la dice lunga sull'(auto)ironia del personaggio 😉

    • borguez scrive:

      e se poi davvero tenti di tradurre quella Improperis Serenada ti rendi conto di quanta distanza esista fra questo approccio ludico e quello di tanti “tromboni” tronfi e imbalsamati!

      quello che so e che ne vorrei ancora ed ancora!
      Comelade è uno di quegli artisti che mette in pace le mie aspirazioni e le mie aspettative!

      Che Viva Pascal!

  4. Ronda scrive:

    Disco bellissimo, più leggero e spensierato del precedente (Metode de Rockanrol), pezzi ispirati e un caleidoscopio di idee e suoni.
    Comelade è oggi uno dei più grandi musicisti europei.

    • borguez scrive:

      d’accordo sulla maggiore leggerezza rispetto al precedente (seppur assai bello), d’accordo sul caleidoscopio e sull’ispirazione e d’accordo pure sulla statura continentale del personaggio: anzi, in qualche modo Comelade incarna l’anima profonda, variegata e popolare di questo continente!
      d’accordo su tutta la linea insomma!
      mi fa piacere,
      grazie della visita e del commento (magari continuiamo pure con la relazione epistolare),
      a presto Ronda

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