Richard Youngs Atlas of Hearts

Richard Youngs è assai benvoluto da queste parti, per carsiche affinità che sovente affiorano dal suo procedere creativo e giungono a lambire i confini più lontani del songwriting contemporaneo; o di quel che resta di esso. produzione confusa la sua, vasta, diasporica e, per certi versi, illogica così come dovrebbe probabilmente essere quella di un costante ricercatore. ma molta (parecchia) di questa produzione continua ad essere generata da quel nucleo pulsante che si agita attorno al concetto di canzone.
tutto questo è assai più evidente quando la materia sonora incisa da Youngs si fa disadorna e scarna per nutrirsi solamente di una chitarra acustica, qualche delay parcamente manipolato ed effetti ottenuti da archi processati. e la sua voce oramai non assimilabile a nient’altro che alla voce di Richard Youngs.
questo vinile stampato in soli 250 esemplari dalla apollolaan recordings racchiude 7 folgoranti esempi di incursioni scorrette nel folk inglese e nel suo storico apparato. Atlas of Hearts disperde i contorni e confonde le poche carte gettate sul tavolo: le canzoni appaiono eccentriche facendo riferimento a sparuti punti all’interno di esse, la voce raddoppia, triplica e reitera sovrapponendo e sfilacciando melodie già esili per natura compositiva. la stratificazione di archi ed incursioni elettriche complica ciò che il fingerpicking pare ricondurre ad un folk che 40 anni addietro si sarebbe detto psych, ma che oggi necessita di altra aggettivazione, sempre ammesso che lo si voglia fare.
l’artigianato sonoro di Richard Youngs continua a tendere in direzione di un confine che separa un territorio perlopiù conosciuto da uno spazio ulteriore (Heart in open space) ibrido e indefinito nel quale il nostro si cimenta con quel fare maldestro e curioso che dovrebbe essere la cifra di coloro che si cimentano con il songwriting nell’anno domini 2011.
ed è un piacere del tutto privato seguire questa traiettoria.

Questa voce è stata pubblicata in 2010 review. Contrassegna il permalink.

4 risposte a Richard Youngs Atlas of Hearts

  1. borguez scrive:

    Richard Youngs Atlas of Hearts

    link removed by request

  2. diego scrive:

    Ave a questo ascolto che si trasforma in un potente mantra in questa giornata di pioggia obliqua. Ho voglia di dire una cosa esagerata così come mi è sovvenuta: fatte tutte le considerazione del caso la mente mi ha spontaneamente portato ad un Tim Buckley, quarant’anni dopo.

    • borguez scrive:

      in effetti il clima aiuta parecchio l’assimilazione. ricordo un Autumn Response di qualche anno addietro che si plasmò eccezionalmente alla medesima stagione.
      per quanto riguarda le ascendenze che suggerisci posso dire che, per quanto io cerchi (in età adulta) di evitare similitudini e derivazioni, non posso negare che le traiettorie possano essere apparentate. ma quarant’anni dopo, che è già di per sé un dato di non poco significato.

  3. Matt scrive:

    Please remove the download link to “Atlas of Hearts”. Many thanks!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.