Rob Mazurek and Black Cube SP
Return the Tides: Ascension Suite and Holy Ghost

ci sono ancora aggettivi inutilizzati per descrivere la musica di Rob Mazurek? e soprattutto, ne servono davvero? forse no e forse neppure importa! ma importa restare elettrizzati da questa urgenza che Mazurek continua a sferzare, da questo fibrillante bisogno di urticare la contemporaneità, sobillandola, provocandola e cercandone vertigini e fragilità. il ritmo delle uscite discografiche del cornettista è febbrile, quasi malsano, urgente appunto. è il ritmo che lui stesso ha deciso per scandagliare questa modernità musicale di cui lui è allo stesso tempo figliol prodigo e pioniere. un ritmo forsennato.
ma poi accade che quella gran bagascia della vita disarcioni di sella improvvisamente, scarti di lato e ferisca frenando bruscamente la corsa. in soli undici giorni Rob Mazurek vede ammalarsi e scomparire la sua amata madre: ecco dunque il dolore bianco, quello che ottunde e annichilisce.

mazurek 1l’inerzia e lo slancio dolente lo catapultano in uno studio di registrazione due settimane dopo l’evento luttuoso. São Paulo. attorniato dai sodali musicisti che lo hanno accompagnato negli ultimi anni da vita ad un rito privato di celebrazione, una funzione pagana, un rito spurio: Return the Tides: Ascension Suite and Holy Ghost (Cuneiform Records, 2014). Rob Mazurek and Black Cube SP è l’evocazione della confraternita salmodiante: fra loro Mauricio TakaraGuilherme GranadoThomas RohrerRogerio MartinsRodrigo Brandão. una lunga seduta estemporanea ed evocativa, un flusso che sin dal titolo evoca due anime spirituali che continuano a benedire queste musiche. il tutto pensando a Kathleen Palma Barbara Curach Mazurek.

Return the Tides Ascension Suite and Holy Ghost

Mazurek che annota una poesia e racconta del suo stordimento (si possono leggere qui), di un disordine che nella suo alfabeto trova la necessità lenitrice di una composizione in 4 lunghi brani che si susseguono senza soluzione di finitezza; dalla dolcezza di Oh Mother (Angel’s Wings) al sabba batucado di Return the Tides, poi la trasfigurazione elettrico-lisergica di Let the Rain Fall Upwards fino alla quiete riconoscente di Reverse the Lightning con una coda spirituale evocata da un coro degno del Bardo Thodol.
aggettivi non ve ne sono e come si diceva non necessitano, non per questa musica che pare ostile e che invece ha una visionarietà che guarda oltre ogni qualsivoglia difficoltà. di certo siamo di fronte al Mazurek più carnale, umano e mortale che ci sia capitato di ascoltare. nessuna delle sue amate cosmologie, nessun universo sonico o planetario: l’uomo Mazurek che onora sua madre e ci lascia ascoltare la sua preghiera.
buon ascolto

Questa voce è stata pubblicata in 2014. Contrassegna il permalink.

6 risposte a Rob Mazurek and Black Cube SP
Return the Tides: Ascension Suite and Holy Ghost

  1. mauro rossi scrive:

    grazie

  2. Novembre scrive:

    Disco di struggente bellezza..
    Ancora grazie

  3. borguez scrive:

    so che Mazurek (come è giusto che sia) ha fans attenti e fedeli, insomma era evidente che non ero da solo. grazie dell’attenzione.

  4. Alessandro scrive:

    Grazie anche da parte mia, grande disco.

  5. hrundi v. bakshi scrive:

    Oh Mother !

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