Roseaux
Roseaux

e Aloe Blacc? dove si è cacciato?
il suo nome non sarà sfuggito a coloro che salutarono a bocca aperta (e sorridente) l’esordio per la Stone Throw Records di Peanut Butter Wolf: il suo Good Things fu una delle delizie dell’ormai lontano 2010! mi sono messo sulle sue tracce (si sa come fare di questi tempi, e senza neppure muoversi dalla sedia) e con mia gradita sorpresa l’ho scovato sotto le mentite spoglie del progetto Roseaux!
come abbia fatto Emile Omar a coinvolgere Aloe Blacc in questo progetto non è chiaro: ma magari è bastato chiederglielo! e se così fosse i miei complimenti alla non mania di protagonismo del soulman californiano: una carriera in procinto di esplodere e lui mette serenamente la sua voce al servizio di un progetto francese senza neppure pretendere il suo nome a caratteri cubitali.
ma proviamo a mettere un poco d’ordine: Emile Omar è un dj della parigina Radio Nova, ascoltatore onnivoro, ammalato di musica, frulladischi da dancefloor con un piccolo sogno nel cassetto: realizzare un disco a partire da alcune canzoni che porta nel cuore. cova l’idea per più di cinque anni poi infine inizia a coinvolgere nel progetto gli amici musicisti Clément Petit (violoncellista) e il multistrumentista Alex Finkin: individuati i brani prova a coinvolgere Aloe Blacc per dar voce a questa dozzina scarsa di cover. lui accetta ed il progetto Roseaux spunta dal cilindro!

Roseaux nasce in seno alla francese Tot Ou Tard nell’anno 2012: John Holt e i Pearl Jam, Nazaré Peirera ed Esther Phillips, Patty LaBelle ed i Police, il panorama è vario e potrebbe stordire ed un poco depistare. ma si tratta in fondo di cover affidate ad un trattamento acustico da camera, stile grandi incisioni dei ’60: chitarra in punta di dita, contrabbasso, vibrafono, violoncello, un piano, un hammond, poche percussioni, un flauto sono il tappeto morbido su cui la voce serica di Aloe Blacc può volare colma di delizia e di grazia. niente elettronica, niente sensazionalismi, niente collaborazioni strambe: un disco come si facevano fino ad un trentennio addietro, buone canzoni, ottimi interpreti ed una voce a cui affidare la catarsi!

se proprio si volesse davvero trovare un neo ad un disco del genere si potrebbe fare riferimento a quel limbo impalpabile fra le produzioni dall’appeal commerciale e tutto quanto non è mainstream seppur vittima anch’esso di mode passeggere come folate di vento: è lì nel mezzo che si colloca questo disco, forse troppo retro’ per le radio commerciali e privo di tante frivolezze freak/weird/trendy da non piacere a chi alternativo deve esserlo per forza.

eppure io sento profumo di istant classic: un disco soul pieno di blackness e di groove da camera. innamorarsi poi della Strange Days che fu del grande John Holt è un piacere del tutto mio, così come lo è scoprire ad anno appena terminato alcune delizie che mi erano sfuggite. assai piacevole e poi anche giocare a nascondino con Aloe Blacc: buon ascolto.

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5 risposte a Roseaux
Roseaux

  1. gabriele scrive:

    mi piacciono quelle giornate che cominciano lentamente , scendi , saluti cane e gatto, mentre viene su il caffè e tosta il pane ti godi la luce che entra dalle finestre poi ti scegli un disco adatto al tuo umore e lentamente torni al mondo , credo propio che questo di roseaux comincerà ad alternarsi a questi :
    http://www.youtube.com/watch?v=ADsB9cy0iSg
    http://www.youtube.com/watch?v=-71Yp_dh7Dw
    il mattino ha loro in bocca , lor0 3
    ciao

    • borguez scrive:

      sono lieto che una musica suggerita possa prendere (piccola) parte in un momento così quieto del tuo giorno. inoltre è ancora più lieto scoprire che è in compagnia di un disco che pur’io sto ascoltando e che fra non molto farà la sua giusta apparizione, fra un caffé e un Pastéis de Belém.
      sempre gradite le tue suggestioni,
      a presto

  2. ReeBee scrive:

    caro Borg
    i suoi consigli giungono sempre come caldi abbracci
    ed io vorrei sdebitarmi con lei questa volta suggerendole un bel disco che mi accompagna in questi giorni
    qui
    http://www.israbox.com/1146430347-jacaranda-muse-september-muse-2012.html
    troverà in una sola mistura quei suoni che fanno liete le giornate. E’ solo un po’ d’aria fresca dallo Zimbabwe.
    La prego, ne respiri un po’.

    un abbraccio caldo.

    • borguez scrive:

      mio caro, volentieri ne respirerò.
      ecco uno di quei dischi che attendeva in coda alla lunga fila (incolpevole) alle mie orecchie. ma se si presenta con la tua raccomandazione faccio diventare la pratica “urgente”. mi metto in ascolto.
      buone cose e altrettanti caldi abbracci,
      a presto

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