Shawn David McMillen Dead Friends

pretendo di continuare ad attendere l’ennesima epifania musicale nel domani prossimo; la curiosità mi sostiene e l’insensata fiducia in ciò che ancora dev’essere pensato e suonato mi spronano. posseggo, come chiunque, l’imprinting musicale di chi ha compreso che nella musica avrebbe trovato la propria cura, la medicina e la catarsi. ma da quel battesimo adolescenziale (se non infantile) è bene partire e non certo ristagnare; conosco (ahimè!) troppi che hanno piantato le tende nel bel mezzo di un preciso istante della storia della musica e a quello fanno continuo riferimento rifuggendo qualsiasi deviazione o progresso.
il domani prossimo odierno proviene ancora (come Giuseppi Logan) dall’americana Tompkins Square, ed è uno di quegli incontri che il viandante curioso brama silenziosamente. a questo, credo, deve servire quell’imprinting di cui sopra: a setacciare ed annusare il futuro della musica nella speranza di riconoscere una pista o un sentiero su cui poter far procedere avanti la propria gratificazione uditiva (e sensoriale tutta) e la nostra privata anamnesi sonora.

Shawn David McMillen dev’essere uno di quei personaggi schivi e restìi alle luci della ribalta. in questi tempi, che dicono globali, rifuggire la seppur minima apparizione sul net denota volontà di affrancamento dai consueti canali di promozione e diffusione. di lui si conosce la provenienza texana (Austin per l’esattezza) e le sfuggenti apparizioni indipendenti nella scena psych di quella zona. il suo precedente Catfish restò per molto tempo in una personale lista di desiderata che però si sfilacciò e lo fece rotolare fra i tanti detriti del mio tempo.
Dead Friends (Tompkins Square, 2010) è finalmente l’incontro fatale e necessario, di quelli che ti fanno dire che il domani prossimo atteso è finalmente qui. lavoro oscuro e sghembo a cominciare dalle tinte e dal titolo amaro e dolente. piuttosto che sciorinare una noiosa lista di influenze o sembianze preferisco parlare di avant blues pensato in modo psicotico, realizzato con un lo-fi consapevole e proiettato su di una pellicola polverosa in bilico fra il meriggio afoso e la notte oscura.
perlopiù approcci strumentali che rimandano a celebri soundtracks, qualche coro bislacco e brandelli di parole masticate e sputate. corde di chitarre, slide, armoniche e pianoforti honk tonk, un lamellofono provvisorio e ipnotiche spire che inghiottono. il manto cupo e sinistro che avvolge il disco è venato di divagazioni psych che lasciano intravedere luci e visioni: non tutto è oscuro e perduto. il delirio psicotropo di Beladona Along The Brazos è assai eloquente e rimanda a perigrinazioni fluviali a bordo di battelli che si dicevano ebbri.
ripeto: ho accuratamente evitato suggestioni riconosciute o evidenti sembianze per lasciare emergere il suono di Shawn David McMillen; ciascuno poi tragga le dovute considerazioni e le riconduca a quell’imprinting privato di cui sopra. del resto ognuno discende dai primati e assurge alla catarsi, musicalmente parlando. il tragitto di McMillen è di quelli torbidi e sensualmente tortuosi ma vale la pena di percorrere alcuni passi assieme a lui. il sentiero prosegue nei commenti.

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6 risposte a Shawn David McMillen Dead Friends

  1. birdantony scrive:

    c’è sempre da imparare qualcosa da te, mio caro. e ora sono curioso come una scimmia ed impaziente che finisca il download. buon fine settimana!

  2. Lucien scrive:

    Molto allettante la tua presentazione. Mi piace avant blues!
    Procedo…

  3. Federico Savini scrive:

    Grande album, che aspetto a breve di ascoltare originale (e non credo proprio che deluderà). “Catfish” è un disco abbastanza diverso, più “ragionato” ma anche più dilagante e psichedelico, anche se crea un’atmosfera statica, quasi zen e in definitiva riesce a non confondersi in mezzo alla mischia dei mille album free-folk di quegli anni.
    Già che ci sono consiglio “Soft Walks”, l’ultimo album dei Warmer Milks a cui Shawn collabora: di fatto un grande album di souther-rock dolente, impreziosito proprio dalle incursioni free di McMillen.

    • borguez scrive:

      il consiglio è assai gradito, così come la visita e le parole.
      sono pure lieto di trovare una consonanza con la percezione di un talento che si staglia nel bel mezzo dei tanti.
      a questo punto è decisamente tempo (per me) di recuperare quel Catfish e di attendere una tua opinione consapevole su questo ultimo.
      a presto

  4. Pingback: 2010 | borguez

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