Sven Kacirek The Kenya Sessions

Sven Kacirek è un ragazzone tedesco (classe 1975) di sana e robusta costituzione diplomatosi al conservatorio di Amburgo in percussioni e marimba. il suo nome giunge alla mia attenzione non per questi dati anagrafici ma perché ha compiuto quel viaggio necessario verso la madre Africa che lo ha inevitabilmente spinto alla realizzazione di questo The Kenya Sessions di recente uscita presso la tedesca Pingipung.


la premessa doverosa è necessaria per chiarire la mia posizione al riguardo delle crescenti operazioni che vanno esattamente in questa direzione: dall’occidente musicale (comunque lo si voglia intendere) in direzione Africa, con innumerevoli e svariate intenzioni e motivazioni. ciascuno ad intendere e carpire ciò che meglio crede, ciascuno ad interagire o soltanto a sbocconcellare, altri a derubare, altri a riscoprire, molti a scimmiottare e tanti (per fortuna) ad omaggiare e riverire una maestà di suoni e conoscenze. da qualsiasi parte la si voglia vedere io credo che molte di queste tendenze siano da cogliere di buon auspicio pur se finiscono quasi per apparire alla moda, mainstream o di tendenza appunto. ancor di più si apprezzano però quando assumono sfaccettature originali, intenti onesti e umiltà riverente verso quell’universo al quale ci si raffronta: il caso di Sven Kacirek e delle sue sessioni in terra di Kenya rientra in quest’ultima categoria.

in cosa consistono dunque queste sessioni? in realtà si tratta di due diverse sessioni separate spazialmente e temporalmente. innanzitutto un viaggio africano verso il Kenya con in mano un buon registratore, macchinari per catturare immagini e filmati e parecchia voglia di ascoltare e vedere. le seconde sessioni hanno avvio una volta rientrato in Germania con le bisacce piene di bytes. il nostro percussionista (perché questo è) si è chiuso nello studio in Jafferstrasse al numero 10 (così specifica nelle note di copertina) ha ritoccare il materiale africano con la perizia e la dedizione del buon artigiano di suoni percossi.
qui ha limato, lì ha piallato e altrove ha abbellito con riccioli e ghirigori. molto spesso si è approcciato con fare onomatopeico riproducendo su pelli e tamburi le poliritmìe e le sfumature dei canti e delle voci carpite. fruscìi, dondolìi, ninnoli hanno affincato marimba, batteria e pianoforte (la parte meccanica di esso) e assieme sono andati a formare quell’alfabeto che gli era più consono giungendo ad un finta elettronica acustica che potrebbe ingannare l’ascolto più superficiale. si tratta davvero di stratificazioni percussive che pista dopo pista hanno snaturato (questo sì) la materia adoperando solo suoni “veri” (niente sintesi insomma) e portando il risultato verso territori che non si possono più chiamare Africa e neppure elettronica nè tantomeno un tentativo di world fusion che offenderebbe l’artigiano ed il suo lavoro. le pratiche ed i risultati sono assai chiari nel video da lui divulgato.

le sessioni mantengono costante quell’indice di gradevolezza che consente di restare all’ascolto e di non fuggire per passare ad altro: sembrano il souvenir mai banale portatoci da un amico fidato. una scatola di fiammiferi da scuotere o una manciata di conchiglie dell’oceano indiano. non è certo l’Africa nella sua purezza e neppure la sciocchezza di certa elettronica che intasa i canali di comunicazione: è un ragazzone tedesco che pare sincero ed ha tutta l’aria di sapere ciò che vuole e la maniera di raggiungerlo, e tanto basta per mettersi in ascolto.

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8 risposte a Sven Kacirek The Kenya Sessions

  1. costantino spineti scrive:

    …interessantissimo ‘sto ragazzone di sana e robusta costituzione!

    Merci.

  2. Trickypau scrive:

    Davvero interessante, non banale e (oltretutto) estremamente godibile. Gracias anche da parte mia per l’ennesima joya.

    • borguez scrive:

      ci vuole quel pizzico d’Africa per risvegliare il dormiente ReeBee!
      sapevo che avresti risposto al richiamo!!!
      ma mi suggerisci un video che ho già messo nel post o c’è qualcosa che mi sfugge?

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