Taraf de Haïdouks

esiste un villaggio in Valacchia, nel sud della Romania, che porta il nome di Clejani. molto probabilmente sarebbe dimenticato dagli uomini e da una qualsivoglia divinità se non fosse che in quel luogo si nasconde uno dei tanti tesori musicali preziosi al mondo e patrimonio dell’umanità tutta. Taraf de Haïdouks è il nome di questa meraviglia. Taraf è parola araba che intende il concetto di ensemble musicale o vocale di dimensioni variabili, mentre la denominazione Haïdouks vuole onorare gli antichi banditi dell’epoca feudale rumena. ed effettivamente il gruppo è realmente composto da un numero imprecisato di persone, quasi tutte imparentate fra loro come le fronde dell’albero genialogico dove generazioni si susseguono e si precedono nel gioco antico della vita. il villaggio è l’origine, il luogo e la culla della tradizione e il tempio dove annidano i misteri dell’oralità e dell’antico pellegrinare nomade. chi non ha un villaggio nel cuore, non può essere cosmopolita: e loro, da tempo, sono cittadini del mondo.


come definire la loro musica? probabilmente si dovrebbe parlare di influenze slave, turche e di certo bulgare, di lunghe ballate ipnotiche dove si incendiano violini e fiati, fisarmoniche e cymbalon. di una musica in costante movimento come lo deve essere stato un tempo il popolo di cui sono eredi. la tradizione salvaguardata dagli anziani che si mischia con il virtuosismo dei giovani, con le tecniche vocali originarie del villaggio, con le danze e le funzioni sociali dei riti. le strofe narrate dove le voci si rincorrono nell’arcaica forma della chiamata e risposta. raccontano storie a sfondo epico, mitico o satirico, storie di amori e tradimenti, di viaggiatori e di ricoveri di fortuna, dell’eterna rivalsa del popolo sui sovrani. le storie di tutti i giorni, fino a giungere a quella dei dittatori che vennero giustiziati in diretta televisiva.

il loro “primo” disco ufficiale uscì nel 1991 per merito della etichetta belga Crammed e da allora è stato un susseguirsi di successi internazionali (discografia) e di collaborazioni importanti. chi ricorda la sbornia di successo che ottenne Goran Bregovic con le colonne sonore dei film di Kusturica e la successiva riscoperta del tesoro perduto della musica balcanica, la tardiva rivelazione di meravigliosi ensemble come la Fanfare Ciocarlia o la Kocani Orchestra, o le ultimissime infatuazioni per Beirut, A Hawk and a Hacksaw o di Matt Elliott non dovrebbe perdere l’opportunità di sapere che tutto questo non è dal nulla che proviene e che è giusto assecondare proverbi che propongono di restituire meriti a coloro a cui questi meriti appartengono.

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immagini tratte dal film “Latcho Drom” di Tony Gatlif (1993)

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0 risposte a Taraf de Haïdouks

  1. Hank scrive:

    Plauso incondizionato.

    E ti dirò: sembra impossibile, ma esiste, come dire… una raffigurazione fotografica della musica dei Taraf. Vaneggi, mi si dirà: Balcani, mortaretti, violini, giravolte, Kusturica, Sliskovic e Galeone, grappa di prugne… Tutto sta in una faccia. Una donna settantenne che nel libretto interno di una raccolta di canti nuziali tzigani (in Romania, al termine degli sposalizi i testimoni sequestrano la sposa con inseguimenti annessi e ricattano il neo-marito, tanto per capirci) porge all’obbiettivo, va da sé, un vassoio di salsicce. In quella faccia (mai visti, peraltro, baffi tanto eloquenti) c’è tutto. Inutile dire che la musica ivi contenuta fa sembrare i Beirut e gli Hawk And A Hacksaw roba da effeminati collegiali oxfordiani. Non sono in grado di scannerizzare l’immagine, né di postarla e né di linkarla (già mi sorprende che quella faccia transilvana sia stata impressionata su pellicola), però dovevo dirlo.

  2. borguez scrive:

    Il plauso è mio all’illustre commento… credo che presto o tardi mi farai pervenire quella raccolta di canti nuziali perchè vorrei impararne almeno un paio nell’eventualità di doverli intonare alla cerimonia di un amico che, per quanto ne so, è il più prossimo ad un ipotetico matrimonio del genere…

    p.s.
    dai un’occhiata al catalogo della asphalt tango, (http://www.asphalt-tango.de/index.html) cornucopia balcana!

  3. anselm eibenschutz scrive:

    ci sono delle copertine spettacolari!

  4. Hank scrive:

    E’ quel che rende irresistibile la musica del patrimonio folklorico dell’est europeo: in prima battuta, le copertine. Inarrivabili. Formidabile quel sito (e discredito sui Calamari per non esservisi recati a Berlino in deferente pellegrinaggio, traendovene doni da recare in omaggio agli amici costretti in patria), e i miei migliori auguri al tuo amico, con un suggerimento: tragga spunto e conforto dal sequestro simbolico della sposa.

  5. chris scrive:

    il post e i commenti li leggo domani che oggi c’è frida, ma il mio sguardo è caduto sul binomio sliskovic / galeone.
    il maradona dei balcani il primo, a cui tutt’ora mi ispiro per i miei dribbling più riusciti. un modello il secondo.
    mi piace pensare al bronson come al pescara di galeone.

  6. diego scrive:

    io pensavo alla Salernitana di Delio Rossi. Non sapevo che tu avessi anche dei drbbling che riescono.

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