The Black Cab Sessions

molto probabilmente arrivo ultimo e quanto sto per dire, da qualche tempo, non è più un novita. possibile! ciò non toglie che il mio piacere sia bastante ad appuntarmi questo indirizzo qui sopra e magari a permettere a qualcuno (fosse pure solo uno) di stupirsi insieme a me. e questo malgrado l’uso e l’abuso delle immagini e dei filmati della rete! l’occhio, evidentemente, non è ancora stanco e il fegato web ben supporta ancora le sbornie dei vari di youtube, vimeo o quant’altro!

The Black Cab Sessions è un sito, è un format ed un’idea piuttosto illuminata e furbetta come spesso lo sono le cavate d’ingegno!
il motto ideato dalla Hidden Fruit è assai eloquente: one song! one take! one cab! ossia, prendi un classico taxi nero londinese, facci salire l’artista di passaggio con in braccio il suo strumento, accendi microfono e telecamera e fatti una corsa per la città. tutto qui! semplice e geniale! talmente geniale che l’operazione sta per compiere i due anni di età (il primo capitolo mi pare risalga al maggio 2007) e a quanto pare mostra sviluppi e ulteriori crescite.
molto probabilmente faccio prima a mostrarlo che a spiegarmi. questo è Bill Callahan per esempio…

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=KTmzYfzuidw]

la lista è alquanto lunga ed ha (ad oggi) raggiunto i 75 capitoli. credo davvero che ce ne possa essere per tutti i gusti, a ciascuno il suo. piccolo cabaret a puntate di canzoni e finestrini, scenari involontari, periferie e cieli plumbei, e poi meravigliosi volti di taxisti inglesi che si prestano ad introdurre le varie puntate. Daniel Johnston, Micah P Hinson, Baby Dee (splendida) e Seasick Steve solo per citare alcuni fra i miei preferiti. ma l’emozione arriva quando vedo Kurt Wagner (Lambchop) interpretare, con la pioggia che pecchia sui vetri (that’s a rainy song!), la cover di una delle mie canzoni preferite di sempre e citare, sapientemente,  il principio e l’archetipo di qualsiasi corsa stralunata a bordo di un black cab londinese…

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=KRzXLbKrxlc]

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0 risposte a The Black Cab Sessions

  1. diego scrive:

    Mi ci sono imbattuto qualche volta… gustoso, direi.

    Lo sai vero che il 14 aprile

  2. Fabio scrive:

    Ho cercato varie volte di riconoscere i luoghi…

    Piu’ che altro passavo di qui per dirti che ieri sera al Kings Place Mikelini mi raccontava di un tuo DJ set all’Hana-Bi che ancora ricordava con piacere. Per dire del fatto che a volte si lasciano segni che restano nel tempo.

  3. borguez scrive:

    certo Diego, gustoso!
    aggettivo che ho omesso ma che fa all’uopo!
    lo so vero del 14 aprile, eccome se lo so!
    tu mi bruci scoop come fossero cerini!
    sia…

  4. borguez scrive:

    caro Fabio (e cara Maud),
    sin troppo magnanimi nel ricordare me e quello sparuto DJ set del tempo che fu.
    saranno queste voci d’oltremanica, sarà questo post da dietro i vetri di un black cab, ma sta lentamente tornando la voglia di rivedere Londra.
    manco dal novembre del 1990. è direi che è passato un bel po’ di tempo.
    ma ogni tanto ci penso però.
    e in più, oggi, avrei due ottimi motivi in più per convincermi.
    chissà…

    buon week end a te

  5. Anonimo scrive:

    Gran bel progetto!! G

  6. Anonimo scrive:

    Gran bel progetto!! Grazie della segnalazione.
    E’ incredibile!!!
    Ho appena iniziato a “perdere” deliziosamente tempo su un sito del genere segnalatomi da un altro amico (http://www.musicadebolso.com.br/), dove musicisti brasiliani si esibiscono in posti assolutamente inusuali per delle performances musicali……
    adoro questo genere di cose……mi fanno sentire come un bambino appena accompagnato e lasciato libero di scorrazzare in un negozio di giocattoli……
    sono questi i motivi per i quali ringrazio la rete di esistere…..
    Saluti.
    Hermitage

  7. borguez scrive:

    il grazie credo sia dovuto a Hermitage!
    per la visita e per la tua segnalazione!
    mi permetto di correggerti il link (Musica de Bolso) e mi perdo un poco in questa infinità di giovani artisti brasiliani (per la maggior parte sconosciuti).
    ottima notizia e segno inequivocabile di vitalità di una tradizione di musica popolare immensa (non mi stancherò di dirlo).
    progetto analogo a quello londinese in effetti! condividono l’approccio acustico: e questo è un sacrosanto bene!
    molte grazie. saluti a te Hermitage!

  8. Massimo scrive:

    Delle Black Cab Sessions non avevo mai sentito parlare in vita mia, le ho scoperte giusto qualche settimana fa spulciando i video di Seasick Steve su youTube… e devo dire che è stata una gran bella sorpresa. Mica è facile sorprendersi, di questi tempi. Ciao Borguez!

    • borguez scrive:

      non è facile sorprendersi, no di certo!
      ma con una sana dose di ingenuità infantile, un poco di amore sempiterno per la musica e quella curiosità che non ci abbandona io credo si possano fare altre scoperte come questa!

      Ciao Massimo, grazie della visita! (io continuo a leggerti silenzioso: lucker? credo si dica così)

  9. Massimo scrive:

    In questo hai ragione… se da un lato il web sta diventando sempre più omologato, dall’altro i “non allineati” sono tra noi. E proliferano.
    Uno dei siti che più mi ha sorpreso l’ho trovato tempo fa su su blogspot… C’è questo tale redkelly che dal 2005 si prende la briga di recensire tutti i lati B dei suoi 45 giri. E sono cose che vanno da Amos Milburn a Joe Tex, da Little Richard a King Curtis. Con tanto di audio, eh. Come si fa a non affezionarsi a un tipo così? Ciao!

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