Thomas Belhom Rocéphine

in una serata autunnale di qualche anno addietro mi arrampicai fino a Milano per godere della presenza fisica (e della voce) di Stuart A. Staples in concerto con i vari progetti a suo nome (extra Tindersticks per intendersi); alcuni membri dei Tindersticks erano comunque presenti sul palco a dar manforte all’istrione involontario dietro al microfono centrale. tra loro, dietro piatti, casse e rullante la presenza essenziale e discreta di Thomas Belhom giunse a colpire la mia piacevolezza e la mia curiosità. non ci misi molto a scoprire e raggiungere il disco No Border (Ici d’Ailleurs, 2006) e a farlo girare per qualche tempo fra l’amplificatore, le casse e le mie orecchie.

in quel tempo (2006/2007) l’alt-country americano e l’avant folk monopolizzavano mercato ed orecchie degli astanti: il disco non sfuggiva a queste logiche seppur inserendo quel tocco francese (Belhom di lì proviene, non l’avevo detto) proprio del nostro compositore acerbo. ballate leggiadre e sghembe punteggiate da un campionario di strumenti maneggiati da Belhom: sosteneva il disco la presenza della voce di Staples in un brano (South Over The Seven Hills) e facevano capolino qua e la le prime avvisaglie di una timida sperimentazione armonica e compositiva.

ho atteso per lungo tempo il seguito a quel disco ignaro del fatto che un seguito vi era in realtà già stato. Cheval Oblique (Apparent Extent, 2007) ammetto mi sia sfuggito allora e di averlo recuperato solo ora: provo a giustificarmi rileggendo le recensioni di allora che non furono propriamente entusistiche; il disco era volutamente inclassificabile, sperimentale, suonato per lo più in solitudine e in progressivo allontanamento da quella forma canzone del precedente lavoro. ascoltato oggi risulta invece in leggero anticipo più che sul suo tempo, sulle attenzioni e sulle aspettative dell’hype di allora. qualche field recording, lunghe digressioni armoniche, poche parole e molte idee gettate dentro il calderone del disco: con il senno di poi persino meglio di No Border.

ma questo post voleva in realtà festeggiare il ritorno di Thomas Belhom dopo 5 anni di assenza dalle scene; riapprodando sulla consona etichetta francese è da poco uscito Rocéphine (Ici d’Ailleurs, 2012). è la stessa label a esplicare la ragione di un titolo e di una assenza prolungata: Rocéphine non è il nome di una eroina della letturatura francese dell’ottocento ma bensì il ben più ordinario nome di un comune antibiotico che pare sia stato salvifico per la salute del nostro.

una serie di video come questo (evidentemente girati in proprio) paiono ritornare alla gioia delle minuzie quotidiane, l’aria che si respira nel disco è assai più primaverile dei precedenti lavori, l’etichetta francese vorrebbe paragonare la genesi di questo disco a quella di Rock Bottom, ma per quanto la stima di Belhom per Robert Wyatt sia ponderabile, manterrei separati i due dischi e le due convalescenze.

piuttosto mi pare più giusto denotare una piacevole sintesi raggiunta fra i due lavori precedenti che porta Belhom in una direzione più personale ed autentica, magari verso quella ipotetica triade di connazionali a cui si potrebbe far convogliare questo tipo di composizioni stranianti ed oniriche (penso a René Aubry, a Pascal Comelade o al Yann Tiersen di qualche tempo addietro). il rischio di diventare ancor più sfuggenti vale la pena di essere corso per raggiungere la qualità di un disco come questo. alla critica che (inspiegabilmente) snobba da tempo Thomas Belhom lascerei volentieri l’incapacità di sfuggire a schemi e mode.

mi pare doveroso segnalare il ritorno alla voce di Stuart A. Staples (A Meaning Shovelfull of Promises) e il cameo iridescente di Lisa Doby che interpreta una meraviglia di canzone dal titolo Excursion. il disco mi appare maturo e splendente, compiuto, adulto e incamminato per quel tanto verso nuove prospettive che ci attendono nei tempi a venire. insomma da aggiungere ad un lista cospicua e lussureggiante che ci sta regalando questo 2012 di grasse vacche.
p.s. per completezza d’informazione è bene dire che il debutto discografico di Belhom avvenne nel 2003 sempre per Ici d’Ailleurs con Remedios (David Grubbs fra gli ospiti), ma il disco non è di semplice reperibilità e non avendolo ascoltato mi pare d’uopo non azzardare nulla. magari se ne riparlerà e se qualcuno lo volesse renderlo disponibile è assai ben accetto.

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6 risposte a Thomas Belhom Rocéphine

  1. ReeBee scrive:

    molto molto interessante la recensione
    nomi che tornano musiche che si intrecciano
    novità per le mie orecchie assetate di musica intima e minima
    non conosco il tipo ma pochi minuti mi separano dall’ascolto

    ancora un grazie Borg
    e ancora un abbraccio

    • borguez scrive:

      nomi che ritornano, già, e attorno i quali è bene costruire necessari ascolti intimi. aggiungiamo questo paio di canzoni alla nostra collezione distratta di brani in cui compare Staple.
      abbracci restituiti

  2. Trickypau scrive:

    Buongiorno caro Borg. Nonostante sia un tuo grande estimatore e ti segua sempre con costante attenzione, devo confessarti che durante i mesi più caldi dell’anno, causa lunghe assenze e distrazioni di vario tipo, può capitare che la mia applicazione in questo senso venga un po’ meno. Siccome, però, la determinazione di assiduo ammiratore (lettore e ora anche ascoltatore) ”borgueziano” non mi abbandona, sto rimediando alle vecchie negligenze scorrendo un po’ alla volta alcuni dei post lasciati momentaneamente in stand by. Al solito non mancano le sorprese. Graditissima, in particolare, quella del nuovo Thomas Belhom (non lo sapevo!) che mi affretterò ad ascoltare quanto prima, e con somma gioia. Intanto, nel qual caso la tua richiesta non abbia già trovato ”Remedios”, ho provveduto a convertire in file mp3 [320 kbps] e a caricare in rete le canzoni del suo debutto. Acquistai il cd in quel di Padova (credo fosse il 2004) direttamente dalle mani di Thomas dopo un concerto tenutasi nella saletta di un locale poco più grande di una cucina, e al cospetto di non più di una decina di clienti (chiamarli spettatori sarebbe un insulto all’arte), più interessati agli spritz che alla performance del nostro, che invece risultò di una intensità commovente. Come suole dire il buon Costantino, non sfasc(i)erei oltre. Or Vuar.

    Buona giornata e buon ascolto.
    http://www.mediafire.com/?6hsl74yobog977m

  3. Trickypau scrive:

    Purtroppo sono invece costretto a sfasc(i)are oltre per rendere conto di un errore madernale nell’inserimento del link precedente. Veramente non sò come possa essere successo. Chiedo venia e ”rimedios”

    Questo è quello buono:

    http://www.mediafire.com/?8c6lt416ry3od7e

    • borguez scrive:

      il più sentito dei ringraziamenti…
      chissà, magari un piccolo blog come questo serve proprio a questo. a lanciare bottiglie in mezzo al mare sperando che qualcuno le raccolga. e sperare persino che quel qualcuno ti risponda così come non avresti mai sperato.
      ti ringrazio assai mio caro, e mi metto in ascolto.
      a presto (io intanto continuo a seguirti)

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