Tim Hardin Suite for Susan Moore and Damion

dev’essere assai sottile e labile la linea incerta che demarca l’apice e l’inizio dell’inevitabile caduta nella carriera di un artista, e della sua esistenza. ma forse per Tim Hardin è possibile fermare questo istante e vederlo splendere opaco fra le note di questo disco uscito per la Columbia nel marzo del 1969. Suite for Susan Moore and Damion – We Are One, One, All In One (questo il titolo completo) nasce dentro le stanze della sua casa a Woodtsock dove Hardin si era trasferito insieme alla moglie Susan Moore (al secolo Susan Yardley Morss, la Lady Came From Baltimore della celebre canzone) e al figlio Damion nato nel febbraio 1967. la sua casa dalla parte opposta della stessa città dove anche Dylan si era rifugiato insieme a moglie e figli.

tim-hardin.jpgla sua carriera fino a quel punto, per la Verve, era stata un’altalena di successi e passi falsi che non aveva completamente soddisfatto le esigenze dell’etichetta. la Columbia gli fa firmare un nuovo contratto, e Tim decide di registrare il nuovo album direttamente dentro la sua casa posizionando dappertutto microfoni, persino in bagno e nella camera da letto. si circondò di alcuni musicisti locali e pretese che il produttore (Gary Klein) e l’ingegnere del suono (Don Puluse) non prendessero parte alle registrazioni, ma alloggiassero in un albergo poco distante dalla casa. i problemi di Hardin con alcool e eroina parevano provvisoriamente sospesi, l’atmosfera rilassata della casa, la moglie che provvedeva ai pasti e ai caffè e i tempi lenti i rilassati delle registrazioni concessero (insieme al metadone) una pausa creativa intensa e profonda.

suite-for-susan.jpgHardin registrava piccole parti, recitati o brani strumentali in ogni istante della giornata e solo successivamente, assieme ai tecnici e ai musicisti, ritornava sul materiale prodotto e sovraincideva, ritoccava e ricuciva. l’atmosfera intima però, in qualche modo, pareva permanere, e piccole imperfezioni, rumori di fondo e scricchiolii vennero preservati per conservare il calore di quelle registrazioni. ne nacquero 10 composizioni tenui, dipinte con i colori dell’autunno. 3 implicazioni (Implications), 3 spoken, 3 canzoni ed una suite sotto forma di sfuriata electric-blues. i testi si incentrarono su brevi componimenti amorosi, riflessioni di un uomo finalmente lontano dalle difficoltà e concentrato sul ruolo di padre e di marito. l’individualità accantonata a favore della coppia e l’esaltazione dell’amore, brani recitati (Susan insieme alla voce della stessa moglie) come poemi e piccoli ritratti pastello fra pianoforti, chitarre e discrete tastiere. Last Sweet Moments è una di quelle canzoni a cui molti autori non potranno mai arrivare, l’autunno è appena fuori dai vetri, il peggio apparentemente passato.

superfluo aggiungere che commercialmente fu un piccolo disastro e che la Columbia non si prodigò ulteriormente per tutelare la carriera di un’artista “improduttivo”. il fallimento procurò un’ulteriore frattura nella fragile trama dell’esistenza di Tim Hardin e la superficie del suo matrimonio di incrinò definitivamente nell’arco di quello stesso anno. la moglie si trasferì dall’altra parte degli States assieme al piccolo Damion, eroina e alcool erano nuovamente pronte ad accogliere il ritorno del figliol prodigo.

la carriera da quel momento conobbe la vertigine tetra della parabola discendende e malgrado il successivo Bird On A Wire nascondesse interessanti perle e un curioso crocevia di musicisti che daranno vita alla nascita della fusion e alla formazione dei Weather Report, il songwriting di Tim Hardin non fu più in grado di raggiungere le vette degli anni ’60 e di quel piccolo gioiello privato che è Suite For Susan Moore And Damion. mai più pubblicato in cd se non in un doppio contenente il successivo del 1971, se ne attende una ristampa giapponese attesa per la fine di novembre.

Tim Hardin morirà a soli 39 anni vinto da eroina e morfina.

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0 risposte a Tim Hardin Suite for Susan Moore and Damion

  1. maud scrive:

    caspita, poor guy!!

  2. Un ricordo difficile da compilare, ben fatto!

  3. 1mark13 scrive:

    un grande artista. niente altro da aggiungere. della sua storia umana non sapevo nulla (ma potevo presagire) e ti ringrazio per averne raccontato qualche stralcio.

    marco

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