Tom Waits live@Teatro degli Arcimboldi

mi pesto i piedi e mi mordo la lingua fra l’impossibilità di descrivere e l’ansia intima di raccontare. si potrebbe tacere eppure testimoniare. scorticare il calendario o lasciare che la memoria faccia il suo giro.
decido di dire. poco. nel modo più breve che potrò.
ho visto Tom Waits! ho visto un’artista di 59 anni che attendevo da più di venti! un giocoliere, uno scimmione, un cantastorie e l’imbonitore della piazza! l’ho visto circondato da una scenografia scarna fatta di cianfrusaglie raccolte dalle sue canzoni. su un palchetto da giostra o da circo a scalciare e sbattere gli anfibi su assi schiodate, a sollevare polvere e accumulare sudore sotto al cappello.
ho sentito quella voce arrivare dal fondo, dal basso dei tanti ascolti e da una consetuedine che pensavo presunta. e invece l’ho scoperta sorprendermi d’incanto. baritonale, quasi lirica, stropicciata e appiccicata addosso a quella figura sghemba, dinoccolata, spastica come il gorilla in gabbia, il guitto e il giullare.
e poi le canzoni. gettate sul tavolo come noci o tenute in pugno come passeri. maltrattate, stirate e arrangiate come vecchi ombrelli. un vaudeville istantaneo, un cabaret mitteleuropeo o il sermone del pastore “cialtrone”. quelle canzoni che scodella pescando come il prestigiatore dal cilindro.
funky mariachi rumba e klezmer frullati assieme, indistintamente. ma non c’è trucco e non c’è inganno pare gridare il nocchiere dal ponte. e i marinai gli sono fedeli. remano e suonano come una ciurma a cui il capitano ha aggiunto due dei suoi pargoli, affidandoglieli come nelle vecchie famiglie circensi. Casey e Sullivan Waits sul palco a guardare loro padre ciondolare ed ammaestrare il pubblico.
c’è il tempo per sedersi dietro al pianoforte e gigioneggiare fra ballate memorabili e fatti inimmaginabili. tempo dilatato di applausi e cialtronerie e grida di un pubblico in delirio. ho guardato i volti dei mille e più che scendavano le scale, a fine concerto, per riversarsi nel piazzale. ho indovinato fra quelle lacrime e quella gioia la mia stessa faccia, beata e incredula come quella di un bambino.
volevo usare poche parole e non credo di esservi riuscito e del resto Tom Waits non necessita delle mie. ma io delle sue.
ringrazio fishlung delle foto e non so chi del video qui sotto che rende assai di più di tante lettere messe in fila. io sono semplicemente felice che un istante di storia mi sia passato addosso…
[youtube=http://it.youtube.com/watch?v=7eWBPQQ03S4]

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13 risposte a Tom Waits live@Teatro degli Arcimboldi

  1. alice scrive:

    devo dire qualcosa, voglio riuscire a dire qualcosa, devo dire qualcosa, adesso dico qualcosa…
    penso a una parola. ma mi salta in testa il pensiero delle corde vocali che grugniscono.
    un suono allora, potrei dire qualcosa di un suono.
    ma ho in testa una fisarmonica e un piano e un figlio giovane alle percussioni e le maracas e non so dire niente di più.
    un colore? potrei forse descrivere le luci, la giacca inscurita dal sudore, foderata di raso rosso vermiglio, i capelli invecchiati e pochi ma così disordinati da diventare come quelli dei neonati che crescono.
    ma poi non so dire altro che… bello.
    e non so far altro che pensare a un circo e a un domatore col ruggito dei leoni che sgambetta come i clown e ridacchia come un pubblico.
    un intero splendido circo fatto di poesia impolverata che si divincola come i bambini che si divertono a saltare e sporcare i bragoni.
    incredibilmente assolutamente semplicemente bellezza.

  2. Fra Forlì scrive:

    Borguez!
    no neanche ci provo a scrivere, mi limito a dire che mai visto uno con tale voce (voci?), tale capacità di passare da un registro all’altro, con un intensità cui mi son abituato fin dalle prime canzoni, e la gestualità, il corpo che anticipava note..ci sarebbe da scrivere a lungo!

    invece ti scrivo, primo salutandoti, e stato un bel incrociarsi per tom, e anche per chiederti un favore: io molte non le conoscevo o non le riconoscevo, tu hai modo di avere la playlist intera??
    secondo: (questa forse anche più difficile) , prima della canzone con cui ha presentato la band, ne ha fatto una, che a me ed al mio compare ha fatto sobbalzare dalla sedia da quanto era incantevole, dal fraseggio e/o ritornello di chitarra vagamente ’80…ti ricordi e sai dirmi il titolo??
    tutto qua.
    ciao e stai benone, come chiude sempre il Civ!
    Fra

  3. hrudi v. bakshi scrive:

    beatitudine! l’effetto che mi fece a me a fine concerto.
    uno strano sorriso che non riusciva a sparire dalla faccia!
    …che invidia per non essere stato li a questo giro di giostra!!!

  4. Anonimo scrive:

    la canzone forse l’ho trovata, dovrebbe essere ‘dirt and ground’…
    Fra

  5. vincos scrive:

    Ottima recensione, ti segnalo anche la mia del 19 con le prime foto rubate dalla prima fila http://www.vincos.it/2008/07/20/tom-waits-milano-19-luglio-2008/

  6. Lo scrive:

    lascio uno scarabocchio anch’io

    perchè c’ero

    si

    c’ero

  7. borguez scrive:

    dunque e prima di tutto la scaletta di venerdì 18 luglio così come alice me l’ha rapidamente allungata appena ho chiesto, come se tirasse fuori l’accendino dalla borsa…

    Lucinda – Ain’t Going Down to the Well
    Down in the hole
    Falling down
    On the other side of the world
    November
    Hang down your head
    Jesus gonna be here
    Such a scream
    Rain dogs
    Picture in a frame
    Lucky day
    Christmas card from a hooker in Minneapolis
    Innocent when you dream
    Lie to me
    Hoist that rag
    Another man’s vine
    I’ll shoot the moon
    Cemetery polka
    Big Black Mariah
    Dirt in the ground
    Make it rain

    Black market baby
    Cold cold ground
    Come on up to the house

  8. borguez scrive:

    poi aggiungo che Tom Waits Library resta di gran lunga una summa (bibbia?) imprescindibile per sapere tutto e di più su Waits e che solo tardivamente ho scoperto che le foto (splendide) del tour attuale si possono agilmente vedere qui

  9. borguez scrive:

    e a questo punto riesco a dire un grazie ad alice che è riuscita a dire ben più sinteticamente e precisamente di me!

    a meravigliarmi di vedere il caro Fra comodamente seduto al bar di fronte al teatro a sorseggiare una bevenda trasparente che pareva acqua, ma in bicchieri troppo piccoli per esserlo… ed essere felice di incontrarsi al cospetto di cotanto domatore di leoni! a felicità aggiungevasi felicità! bello!

    a hrudy che chissà perché ero convinto che un biglietto se lo fosse accaparrato…forse l’ho solo sognato!

    e a lo che pare sbilanciarsi con quel si c’ero per dire ciò che per molto tempo faremo fatica a raccontare di aver visto!

    attendo le giustificazioni da chi non era presente!

  10. Anonimo scrive:

    Grazie Borguez, rapido ed impeccabile!

    p.s. quei bicchierini, insime a due toast tanto grandi quanto insipidi costavano ci son costati una fortuna, dannatissimo baretto!
    ciao
    Fra

  11. Lo scrive:

    vorresti aprire una parentesi sui domatori e domatrici di leoni?

    comunque si china la testa

    e si ride

  12. folk70 scrive:

    …quel fantastico diavolaccio venuto sulla terra roboante e scalpitante…è da giorni che mi rimbalza la sua voce nella testa! Che potenza, che presenza e che generosità! Propongo una statua in bronzo su tutte le piazze principali delle ns città. E’ stato bello esserci.
    Augh,
    Enrico

  13. Fabio scrive:

    Un piacere leggere te, e i tuoi lettori. Non capita spesso di leggere di un concerto, chiudere gli occhi e sentire quella voce che scortica la pelle e l’accarezza, vedere quel ciarpame che appartiene ai ricordi piu’ magici di ciascuno di noi, e in mezzo al ciarpame vedere un’anima nera eppure candida come quella di un bambino.

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