Tonetta 777

ecco giungere un altro di quei dischi atteso inconsapevolmente, rigurgitato dalla rete e partorito da un personaggio che è quantomeno bizzarro: ingredienti bastanti ad innescare l’istante epifanico che tanto mi è caro. in realtà i dischi sono due e il protagonista è come minimo doppio (ma propendo per una cifra superiore) nella sua incarnazione buffa e balorda che porta il nome d’arte di Tonetta.

ma proviamo a procedere con ordine (per quanto possibile): Tonetta è un sessantaduenne di Toronto che ha compreso e sfruttato appieno le possibilità mediatiche della rete per mettere in scena il suo vaudeville transgender, le sue distrazioni nel viaggio in autobus fra Sodoma e Gomorra e il suo debole per un certo travestitismo fai da te e bislacco: per fare questo una telecamera e youtube bastano all’uopo. ma è al momento di produrre un sottofondo idoneo a questi video (vedere alla voce Tonetta di YouTube) che si incarna la piccola epifania odierna: Tonetta se la suona (!?!) e se la canta! un frullato spastico di funk, r’n’b ed EuroDisco dal sapore ’80 serviti in bassa risoluzione a far da basi precotte per i suoi deliri da crooner telematico. una voce duttile in bilico dal baritonale al grande confidenziale, bluesy e sporca quanto basta e doppiata dai suoi stessi coretti sovraincisi.

la californiana Black Tent Press non si lascia sfuggire la freakerie e lo cattura in questo 777 che esce nella sua duplice veste di debutto con relativo secondo volume. i due dischi in questione sono in realtà farina del medesimo sacco, della medesima attitudine lo-fi satura e blasfema. un groove slabbrato e malsano che pare rigenerarsi identico ad ogni nuovo brano: indistinguibili le tracce tranne quando il nostro Tonetta fa il verso all’Elvis bolso di Vegas o al Gainsbourg marpione di fine carriera.
immaginate Lee Hazlewood sbronzo al karaoke, Captain Beefheart che fa il vocalist allo Studio 54, il gemello impasticcato di Tom Waits o lo zio blasfemo del primo Beck: immaginate e lasciatevi lascivamente trasportare nello strip bar dove Tonetta vi racconterà di sesso per denaro, figli di troia e storie al limite del narrabile.

il volume secondo reca in copertina l’inequivocabile calco di quanto Tonetta ci tiene a farci sapere (o di quanto ci meritiamo a suo ben vedere): lo prendo come un complimento! di certo è il compimento perfetto delle tematiche e delle ambientazioni (acustiche e sceniche) delle sue vicende. un cabaret sbronzo e malsano illuminato dal rilesso dei neon sulle paillettes, il luogo più improbabile in cui si può immaginare di finir per caracollare dopo l’ultimo bicchiere della staffa. il luogo in cui si tornerà recidivi perché il peccato è ancora assai più divertente della virtù.
materiale contagioso, hot stuff. imperdibile.

Questa voce è stata pubblicata in 2010. Contrassegna il permalink.

4 risposte a Tonetta 777

  1. costantino spineti scrive:

    iperbolica Tonetta!! Lunga vita a Tonetta Superstar!

    Curioso, estremo, malsano e lo fi. Fantastico, grottesco e surreale…come piace a me!

    Dopo tutte le copertine a cazzo che si vedono in giro, questa qua è veramente geniale!

    Disco che entra veramente sottopelle come una spina di un fico d’india provocando una miscellanea di dolore e piacere contemporaneamente. Testi altamente fetish. Ne manderò sicuramente una copia a Gisela Scerman. Grazie intrepido borguez!

  2. borguez scrive:

    ho volutamente sorvolato sulla vicenda personale (la sua) perchè ciò che principalmente mi interessava era l’aspetto trash/musicale, ma per chi volesse approfondire e comprendere meglio consiglio due interviste.
    una in inglese ed una in francese.
    letture pulp necessarie.

  3. Pingback: Tonetta Tonetta (Vol.1) |

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