siccome me ne parto per qualche giorno mi appunto alcune cose che avrebbero meritato qualche parola di più, ma che hanno trovato, ahimè, un poco di tempo in meno.
me ne parto ad onorare le due festività nazionali alle quali sono inevitabilmente legato fuori dal belpaese, con il quale ho litigato, che mi ha voltato il culo, spernacchiando e romanamente salutando.
questo blog non avrebbe intenzione di ospitare politica e brutture. il tempo è prezioso, la noia dietro l’angolo. proverò ad essere bre…
oltrepasserò il confine dalla parte di ponente, oltre Ventimiglia per vedere se da laggiù tutto ciò che è accaduto in questo aprile mi sembrerà un po’ meno terribile. sono stato indeciso fino all’ultimo se andare o meno a votare per assenza di stimoli, per vacuità rappresentativa, per inutilità diffusa. poi ha vinto la storia, hanno vinto le lettere dei condannati a morte, i partigiani e mio nonno che mi avrebbe dato un calcio in culo. ma nessuno che meritasse una mia crocetta. e infatti ho votato ma non sarò rappresentato, me ne starò dalla parte extraparlamentare, dalla parte della mano con cui si scrive. ed io sono mancino!
ma un ragionamento mi sia concesso. il 50% ha deciso che sarà la peggior destra di sempre a governare. un italiano su due. la statistica è cosa seria. per cui chiunque mi troverò di fronte è uno di quei due italiani. l’altro sono io. e io so per chi ho votato!
finito… parliamo di cose serie. almeno credo.
Tindersticks The Hungry Saw
5 anni di silenzio ed ecco tornare uno dei miei gruppi. di quelli che ho amato. lo sto ascoltando da poco. partirà in viaggio con me. faremo conoscenza. mi sembra “un bel disco dei Tindersticks”. no so se mi spiego.
mi porto un paio di libri. Fela Kuti Lotta Continua di Mabinuori Kayode Idowu perchè se l’Africa della musica sarà (e presto o tardi sarà), dai testi sacri e dai suoi profeti è bene partire. e poi Il gioco della vita. La storia di Bohumil Hrabal di Aleksander Kaczorowski perchè l’incontro con Jiří Menzel ha riacceso una vecchio passione.
e poi darei un premio simbolico o un plauso assordante e rumoroso al lavoro che stanno meticolosamente portando avanti alla Dust to Digital. seguitene le orme. non ve ne pentirete. musica sprofondata nel secolo scorso che sorprende per meraviglia e modernità.
mi abbonerò per un anno a Songlines perché è al mondo che appartengo, e alla sua musica che mi delizio. sfogliai qualche tempo addietro un numero della rivista e mi parve molto più che interessante. è giunto il tempo di passare ai fatti. la fine di aprile porterà l’inizio del maggio, ed il maggio odoroso un paio di concerti pressochè imprescindibili. Toumani Diabaté a Sermoneta e Bill Callahan al Bronson. imperdibili. e se ne ripalerà.
dopo Jean Luc Godard e Hal Ashby un altro grande regista si è cimentatato nel riprendere in funzione la più grande e longeva r’n’r band in circolazione. Martin Scorsese. ho appena visto Shine a Light…
[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=M-0JApHEt1w]
grandioso. da tempo non ridevo così divertito. sono da tempo convinto nel mio ateismo costretto e sospinto. dio non esiste. il diavolo sì. e ha la faccia terribile e ghignante di Keith Richards. lunga vita ai Rolling Stones.
parto. parto sempre e non torno mai. siate felici…
Buon viaggio, carissimo. E ottima la dritta su Fela, di cui occorrono anni trascorsi in un eremo per capire da che parte prendere (discograficamente parlando, I mean). Lui e quell’altro stronzo di Sun Ra.
grazie Hank,
prezioso volumetto al quale, per principiare, é bene fare affidamento.
scrivo da Marsiglia, e scopro che domani sera il caro Nick Cave se ne passa di qui. e Antoine (l’amico ospitale) ha proprio comprato biglietti per codesto concerto.
non manchero’ di reportare eventualmente il tutto.
questo lo chiamo culo… qui si dice chance
all’epilogo del tuo post vorrei chiosare: bene, ci vediamo quando torni!
ma ora dicci di nicola caverna!
ero io. non-logga-tomi.