fra i primi di Novembre e la fine del Dicembre del 1954 Alan Lomax girò il lungo e in largo per l’Emilia-Romagna in compagnia del suo fedele registratore e dell’etnomusicologo italiano Diego Carpitella (del quale sarà bene parlare al più presto). seguendo un percorso sghembo e apparentemente illogico attraversarono la regione da Gorino a Mezzogoro (Fe) fino alle colline di Civitella e Ranchio (Fc), per poi spostarsi a Costabona (Re), Riolunato (Mo) e infine a Compiano (Pr). il lavoro sul campo e successivamente di ricerca produssero un piccolo archivio che andò ad accumularsi all’enorme tesoro delle registrazioni di Lomax e che nello specifico si concretizzò in questo disco.
The Alan Lomax Collection Italian Treasury: Emilia-Romagna appartiene ad una più vasta collezione (che considero imperdibile) di registrazioni “italiane” avvenute fra l’estate del 1954 e il gennaio del 1955. edizioni curatissime e assai dettagliate per lenire un poco gli afflitti cronici da esterofilia e per riconsiderare un poco un patrimonio esistente (esistito?) in un’Italia che fuggiva dalla guerra e “fotografata” poco prima del boom imminente. sono canti di lavoro, filastrocche, riti stagionali e pagani, processioni e auguri. oppure canti politici, allegrie o canzoni di migranti.
perlopiù sommerse queste musiche hanno segnato un tempo ampio del secolo scorso, tempo pagano di cicli della terra e tempo piccolo racchiuso in un canto e in un’esecuzione. voci della terra, dei monti , delle lagune e delle bonifiche. gli scariolanti (A Mezzanotte in Punto) e i riti del Maggio (Maggio delle Anime Purganti, Tamburo del Maggio), coloro che partivano (Addio Padre) o che venivano imprigionati (O Cancellier), i rituali di augurio dell’anno che giunge (Capodanno) e balli (Trescone, Polka, Ballo della Veneziana).
sono voci distanti, ignote o semplicemente annotate, sconosciute (unidentified) o davvero dimenticate dai più, cori di gruppi e di comunità, ritrovi e trebbi. sono le voci del lavoro che non fanno più eco nei campi ma che immediatamente riconosco nell’idioma e nell’incedere. per un romagnolo ascoltare la voce di Domenico Cangini (chissà chi è o fu?) di Ranchio (Fc) intonare Alla Boara (sorta di call and response fra aratro e buoi) è come riconoscere la propria terra…
e poi le voci delle mondine. voci femminili “riconoscibili”, riconducibili ad una storia condivisa e per molte assai amaramente simile e solidale. sono voci che paiono ancora vive ed accese, voci che narrano una storia “semplice” di partenze e di ritorni, di nostalgie e consolazioni.
Sento le rane che cantano è forse una delle canzoni più conosciute…
ma forse la canzone più divertente (mi si conceda) del disco è E Tu perché sei mora! registrata a Compiano (Pr) il 19 Dicembre del 1954. gli appunti di Lomax annotano una specie di “risposta” maschile alle canzoni delle mondine ed in particolare a quella Addio morettin ti lascio (non presente nel disco) che narra delle vicende amorose di queste ragazze e delle disullusioni degli amanti abbandonati. ne ho trovata una versione (lombarda) interpretata da Nanni Svampa (di cui si riparlerà)…
la risposta del coro non identificato di Compiano è altrettanto scaltra e spietata. c’è dentro tutto quella scorrettezza e quel cinismo che anni di forzate buone maniere ci hanno insegnato a dispregiare. c’è l’anima di Cecco Angiolieri, l’amaro dei rapporti umani e l’egoismo mal celato, la parte oscura dei sentimenti. una verità sputata in faccia e cantata. così intonata dal coro diventa quanto di più irriverente e divertente ci possa essere e quell’incipit resta perfetto per qualsiasi canzoniere popolare…
E tu perché sei mora
credevi farmi gola
delle more ce n’è ancora!
Canti che m’hanno allietato la mattinata! e poi che patrimonio fonetico unico ed inestimabile quelle pronunce… lascia, cascina, palazzina!
Ad ogni modo Domenico Cangini è (era?) il numero uno, altrochè Justin Timberlake.
non si canta più
stiamo solo a guardare
caro Diego,
patrimonio purissimo e imprescindibile. materia nobile eppur poverissima. qualcosa di quel molto si salvò. qualcosa giunse. accontentiamoci.
Domenico Cangini is the answer!
caro Lo,
nessuno più a cinguettare e gorgogliare. solo passivo ascolto e torbido osservare.
generazione di Voyeurist!
Il tutto fa il paio con il più nazional-popolare (in senso baudiano) e mainstream “… una ragazza mora MA carina…” (Gianni Morandi, op. cit.). Urge rivalutazione delle more (di bosco, lotta e governo).
la rivalutazione delle more è gia in atto da molti anni
da parte degli allevatori tosco-romagnoli
un bel panino al prosciutto di mora romagnola anche detta
“troia mora”!
che anagrammato fa mora-toria!
d’accordo, d’accordo…
sapevo che la tematica avrebbe mosso le coscienze (o lì intorno) di inguaribili romagnoli!
tutti d’accordo!
atteniamoci all’argomento!
orsù….
com’era quel discorso sul fuori tema (modalità topica: OFF)?
vabbè…
l’amica Livia è straordinariamente brava, e lo dimostra sempre…
Sto tentando di trovare il modo di parlare di Alan Lomax, ottimo attacco vecchio mio.