credo sia avvenuto più o meno un’anno fa. dall’iPod di cortesia messo gentilmente a disposizione nella hall di un ostello berlinese ho udito per la prima volta le note sparse e indimenticabili di questo disco. il solito febbrile ricorrere ad un foglietto di fortuna, annotare, ricordare, ricercare e al fine trovare. Gonzales, chi è costui? prescindibili ricerche mi hanno fatto scoprire questo musicista canadese e la sua “vita precedente”. qualcuno sostiene di averlo visto agghindato come un rapper in pelliccia fucsia, chi di averlo udito nel frastuono di un casino elettronico, o collaborare con Feist o aprire i concerti di tale Alec Empire (?). poco importa mi dico, poco importa da dove vieni e dove andrai dopo aver concepito un disco come questo.
Piano Solo esce nel 2004 per l’etichetta No Format, e come recita il titolo, si tratta di sedici brevi incisioni per solo piano. credo possa bastare un ascolto per rendersi conto che si è di fronte a qualcosa che è predestinato a diventare, suo malgrado, un classico. la lentezza, qualche nota blu, Erik Satie che sogghigna in un angolo, Debussy di fronte al mare e Chopin che fatica a prendere sono, un mattino parigino, la colonna sonora per esaltare l’ozio o l’amore, l’eleganza (tanta) e un’improvvisazione implosa, involuta. 16 brevi composizioni, ma dopo pochi istanti salta il contatore e il minutaggio, il tutto diviene flusso e melodia, inscindibile. mano destra e mano sinistra, semplicemente. sogni ragtime e operetta, Jarrett o Gould che se ne fregano e saltano la lezione di solfeggio, sospiri di un blues che si è innamorato della vecchia Europa, la colonna sonora di un romanzo russo dell’800, Gogol o Goncharov, a piacimento.
niente di nuovo per chi a questa delizia è già giunto e immensa meraviglia per chi ancora dovrà approdarvi. e come spesso accade, la musica, certa musica, non necessita di molto altro, neppure di parole. qui le informazioni sul disco, qui un video che racconta un poco e mostra una bella performance, qui una scorciatoia da lucignolo nel Paese dei Balocchi per marinare la scuola e l’industria discografica, qui un’altro video dal solito YouTube.
…nient’altro, buon ascolto!
mio dio! avevo perso Gonzo una vita fa, sostanzialmente dopo un disco trash/groova bellissimo del quale al momento non ricordo più manco come si chiami, ma sostanzialmente era una sorta di big beat dal volto umano divertentissimo… non so davvero come sia finito da queste parti. ma il video mi affascina, lo recupererò!
ecco l’anello mancante!
ammetto e confermo di continuare a non avere la più pallida idea di chi fosse costui prima di giungerea questo disco. una mezz’ala di Messico ’86? un nome evocato nelle imprecazioni di Chico di Zagor? Boh?
ed ecco che kekko mi corre in aiuto! grazie!
ti avverto, qui non v’è distorsion, doom o triplici batterie incazzose o proto/noise. è roba da thè coi biscotti dalla zia!
forse la cosa più avant da fare di questi tempi!
thanx!
basta cliccare su allmusic ed il gioco e’ fatto
http://www.allmusic.com/cg/amg.dll?p=amg&sql=11:dcfrxqqgldfe~T2
non e’ cosa molto poetica ma …….