Guinga e Quinteto Villa-Lobos
Rasgando Seda

la facile metafora della finestra affacciata a sud-ovest debbo averla già usata su queste pagine; è che trattandosi assai più di una realtà che di un espediente narrativo può accadere di ripetersi, di riaprire quella finestra, di dare aria alla stanza spalancandola di luce verso l’amato Brasile. incontro alla musica di quel luogo tendo sempre, incapace di distaccarmene, paradiso lussureggiante di variegate meraviglie. capita così che dall’agio delle mie stanze lascio che giunga attraverso l’uscio luminoso una nuova delizia, l’inattesa epifania: e il Brasile raramente (mai) mi delude.

Guinga e Quinteto Villa-Lobos Rasgando Seda (Selo SESC, 2012) è l’incontro fra uno dei più grandi compositori di MPB vivente ed il cinquantenario (e storico) quintetto di fiati impegnato da sempre a diffondere la musica da camera brasiliana. il Quinteto Villa-Lobos (Paulo Sergio Santos clarinetto, Luis Carlos Justi oboe, Aloysio Fagerlande fagotto, Antonio Carlos Carrasqueira flauto, Philip Doyle flicorno) incontra la musica di Carlos Althier de Souza Lemos Escobar, assai più noto a Rio ed in ogni dove col nomignolo di Guinga.

da anni la musica di Guinga si muove felina fra la tradizione ed una personale ricerca armonica che dagli esordi come chitarrista per le più grandi voci brasiliane lo ha portato da un paio di decenni ad una carriera come autorevole compositore di musica brasiliana a tutto tondo: dal jazz al choro, e poi il samba ed il baião,  passando per il frevo, la modinha ed il baião. fra le tante collaborazioni ci terrei particolarmente a segnalare quella con il clarinettista Gabriele Mirabassi che diede vita all’indispensabile Graffiando Vento uscito nel 2004 per l’Egea.

questa volta invece è il quintetto a prendere in mano una dozzina di composizioni del compositore carioca per arrangiarle deliziosamente per quintetto da camera: nel farlo hanno approfittato della presenza dello stesso Guinga (anche con la voce in Porta Da Madama) che è sembrato lusingato ed estasiato da cotanta bellezza. siamo trasportati in un tempo incerto e sospeso fra due secoli (‘800 e ‘900) quando l’eccellenza culturale europea incontrò la naturale propensione di questo popolo a fare della musica elemento indispensabile dell’esistenza: da quell’incontro poté nascere l’humus che partorì tutte quelle musiche che incorniciano oggi il Brasile in un presente da cartolina, ma che, a ben voler comprendere, altro non sono che le necessarie prerogative affinché quel paese abbia la più grande tradizione musicale appartenente ad una singola nazione (debbo averlo già detto ma dicono che giovi farlo).

le finestre sono spalancate, la camera arieggiata, la luce entra calda: con questa musica giungono anche profumi, polveri ed effluvi di un tempo che non abbiamo vissuto e per il quale si nutre una incongrua nostalgia. probabilmente così suona la musica di dove si vorrebbe essere quando non si può essere dove si vuole: il ragionamento è un poco capzioso mentre, per fortuna, la musica assai meno. è piuttosto una musica venata di semplicità sebbene costruita con difficoltà e maestrìa: prerogativa di pochi.
a questo cangiante Brasile si tornerà, ma adesso mi godo la quiete della penombra del meriggio. buon ascolto.

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2 risposte a Guinga e Quinteto Villa-Lobos
Rasgando Seda

  1. SigurRos82 scrive:

    Leggiadro.

    Una pietra preziosa, grazie.

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