che strano week-end! che strane e curiose coincidenze! venerdì scorso era proibito dichiararsi assenti all’ennesima calata in terra di Romagna dell’uomo di Wiksbury, Pennsylvania: Howe Gelb. la rassegna Strade Blu lo ospitava ancora una volta. il teatro Masini di Faenza la cornice. ma stavolta il disco presentato e l’occasione erano davvero ghiotte… ‘Sno Angel Like You uscì circa un anno fa e segnò l’incontro fra Gelb e il gospel dei Voices of Praise, un coro canadese fra voci d’africa e d’afroamerica. per me fu fra i dischi importanti dell’anno scorso. il pulpito non si concesse di tacerne!
il sipario ancora chiuso e Gelb si lascia coinvolgere dalla classicità del teatro e mentre strimpella il piano intona l’aria una furtiva lacrima. una camicia viola a sfidare la iella sclerotizzata dei benpensanti teatrali e un cappello a segnare la contiguità con gli eroi di Jarmusch, qualcosa fra Lurie e Waits.
la partenza indolente e quasi gigiona, la svogliata maniera di intendere le cose, ma tutto attorno un fiorire di voci idilliache e l’impossibilità di deludere e di continuare a giocare con la materia preziosa di un disco prezioso. lentamente si è lasciato convincere che l’inettitudine non avrebbe pagato, ma piuttosto la precisioni dei gesti, di una chitarra Gretsch bellissima e lussuriosa, di una voce che è esattamente come vorresti che fosse. c’era la polvere del deserto e l’odore di incenso di una piccola cappella sperduta dove un cow-boy allampanato e dinoccolato incontra la profondità sacra del gospel. un po’ come Solomon Burque che va a lavare i panni a Nashville e se ne esce con un disco profondo come un viaggio dentro le radici americane.
concerto denso, intenso e buffo, fra Gelb che scherza con l’incapace tecnico luci e il fantomatico bassista “maximum” Massimo, fra sfuriate elettriche e ballate sussurrate dietro al pianoforte, con il coro che danza e punteggia di colori intensissimi una dozzina di preziosi gioielli. poi i bis e la piacevola sorpresa di Immigrant Song dei Led Zeppelin, sbalorditiva nell’efficacia e col senno di poi, inevitabile.
poi domenica sul calare del crepuscolo, quando si stempera la calura e tutti trovano refrigerio nel tempietto ateo e musically correct dell’Hana-bi di Marina di Ravenna, il prode Antonio Grammentieri ci onora tutti quanti e conduce a noi la figura inconfondibile di un cinquantenne alto, fascinoso e che nessuno di noi stenta a riconoscere. e sono inattesi sorrisi, strette di mano e promesse di ritorni, tempo di rispolverare l’idioma dell’Arizona e il senso preciso di non essersi mai sbagliati, che i dischi non mentono mai, non quelli di Howe Gelb!
Non mi rimane proprio niente da aggiungere.
Applausi scroscianti a tutti coloro che hanno colorato questo week-end!
Carissimo, con un post tanto bello, mi consentirai di rilevare la squisitezza assoluta del “Solomon Burque” (nuovo diger selz al salmone, I guess). E di fantasticare su un caloroso incontro all’Hana-Bi tra Personcine (con la terza, Pertini, benedicente dall’alto). E di dire che il vecchio Howe è impagabile. Gli è che dai bei tempi di Bo Diddley, per insondabili ragioni e assolutamente contro la mia volontà, la musica rock è diventata quanto di più serioso, istituzionalizzato e in definitiva noioso possa venire in mente. E imbattersi in un cazzone professionista come lui (che non cela l’impossibilità di prendersi sul serio, e dissipa melodie e talento, e semina battutine e svogliatezze e cazzeggi in ogni dove), beh, ma quanto è raro e prezioso. E la joie de vivre (ammesso che si scriva così) del gospel è semplicemente perfetta per lui, sghembo e sorridente sempre. E la voice of praise che stava in mezzo, quella riccia, è semplicemente perfetta indipendentemente dal contesto, come chiunque, nera e donna, sia baciata dal Dio Ancestrale dell’Estetica. A perfect night in Faenza, per citare il vecchio e sempre amato Lou.
….una citazione ufficiale, addirittura
grazie
ottima serata in effetti, e ottimo post.
con una temperatura non-da-agosto facevamo anche 50-80 persone in più, che in tutta onestà non guastavano…. ma le vibrazioni sono state comunque forti e chiare.
poi howe è un pirata e un signore. e, a latere, anche un caro amico che mi ha fatto capire moooolte cose da 4/5 anni a questa parte.
questione di stile.
e di gretsch, meravigliosa.
alla prossima
antonio.
Ps – segnalo, in via del tutto bonaria, una m di troppo in grammentieri. ne basta una, nonostante il soprannome ne preveda due. e visto che sono uno scassaminchia segnalo anche burke con la K. in ultimo: nashville è cantato in maniera impossibile, concordo (ma in fondo mi piace anche il nashville di bill frisell, che è molto meno cantato)
E poi, a ben ricordare, quei venti secondi di struggimento (autentico, non bolso e teatralmente r’n’r) non sono mancati: “Una lacrima furtiva” era l’aria preferita di Rainer.
Pardon ad Antonio per la storpiatura del cognome…
le scuse a Solomon per la storpiatura del cognome, come sopra…
e il solito grazie ad Hank che imperla di grazia il mio blog!
ti sei perso il caro Gelb! così impari a latitare l’Hana-bi!
Come darti torto, dannazione (ma che dirgli? “Ciao Howe”? “Hi Howe”, manco fosse un cavallo?)… Troppo buono, e un grazie a te degli spunti infiniti.
borguez, sei amabile nel tuo essere prolisso. un grigliere dal cuore tenero.
ps: ti ricordo che tu suoni il campanello, forse fa curriculum…
Howe Gelb è proprio un bel tipo! si si
Howe Gelb è proprio un bel tipo e vederselo arrivare ed affacciarsi nell’antro del grigliere è stato davvero da apoplettico… Ripeto: la netta sensazione di una persona sana, sincera e capace di deliziarci con un paio di battute sul fatto che il pesce sulla griglia non provenisse dal nostro adriatico denuclearizzato, ma piuttosto sopra un’avione in forma surgelata e perlopiù dalla terra di Schiaffino… Very strange!
Nel mentre si stavano grigliando salmoni e pesci spada per nutrire gli agnelli affamati in uno strana forma di alimentazione aberrante… ma si sa: così come il vitello ed il tonno possono incontrarsi solamente sopra un piatto freddo, certi incredibili incontri possono capitare solo all’Hana-bi!
mi pareva giusto aggiungere anche il contributo di YouTube a coronamento del discorso fin qui fatto!
Howe Gelb, live a Zagabria, 24 aprile 2007