il 25 Aprile è (e resta) il giorno per ricordare la Liberazione italiana dal nazi-fascismo. non lo dimentico di certo malgrado gli anni a venire da quel 1945 ad oggi abbiano dimostrato come nessuna battaglia è vinta per sempre: e aggiungo purtroppo. in più il 25 Aprile è il mio onomastico e ringrazio genitori e parenti per avermi da subito spiegato perché in questo giorno si festeggiasse (non l’onomastico) e perché le strade della mia Romagna fossero piene di bandiere tricolore mescolate a quelle monocolore di un partito oramai defunto (vedi post scriptum).
ma quest’anno il 25 Aprile è anche il centenario della scomparsa di Emilio Salgari ed una breve e sciocca digressione la devo concedere a me ad al mio blog. digressione che inevitabilmente non può che partire dall’infatuazione che ogni bambino che ha vissuto la propria infanzia negli anni ’70 ha avuto per il Sandokan della celebre serie televisiva. potere dei media si dirà, ma anche potere dell’immaginifico salgariano. sull’onda di quell’entusiasmo infantile (e catodico) mi furono regalati anche alcuni volumi con i romanzi dello scrittore veronese che lessi volentieri, ma visti gli anni ’70 e il potere nascente della scatola infernale, per me Salgari era tutto racchiuso nello sguardo e nelle avventure di Kabir Bedi.
ma non è la via letteraria quella che ha fatto sì che mi ritrovi oggi ad omaggiare Emilio Salgari ma bensì quella musicale, più consona a questo blog e a ciò che quel bambino è diventato.
che cosa c’entra Salgari con la musica? poco in effetti, ma è proprio da una di quelle maniere salgariane di vivere l’immaginazione che mi piace pensare risalga una mia passione (mai sopita) per le musiche esotiche e per i viaggi pindarici che quei suoni suscitano. la musica di cui parlo non è certo la celebre title track dello sceneggiato omonimo ma bensì quella che accompagnava alcune scene (diciamo minori) del medesimo. ricordo evocativo e denso di suoni nuovi e caldi per le orecchie di un fanciullo emozionato e curioso; ho atteso 30 anni per imbattermi di nuovo in quei suoni un po’ volutamente e un poco grazie alle filippiche con le quali ho annoiato in questi anni amici e conoscenti. volutamente ho fatto vedere ad una mia coetanea (odierna) di allora lo sceneggiato facilmente reperibile in rete, per tornare a sorprendermi di quanto quel ricordo uditivo fosse ancora così bene impresso nella mia memoria.
negli stessi giorni in cui rivedevo gli episodi mai scordati un amico mi ha donato il cd (datato 1996 su ristampa del vinile del 1976) delle musiche che i fratelli Guido e Maurizio De Angelis composero per lo sceneggiato. e che bella epifania scoprire che alcune di quelle musiche non hanno perso l’afflato evocativo che poteva suggestionare (e non poco) un fanciullo digiuno di esotismi musicali. sia ben chiaro, gli stessi Oliver Onions (i medesimi De Angelis) si imbarcarono in una avventura a sua volta salgariana riproducendo una idea sonora di Indocina senza spostarsi da Roma. e allora il gamelan casereccio di Colera diventa funambolico, Viva Mompracem è un funky minimale in salsa malese con tanto di sitar e tastiere progressive mentre L’Arrivo di Sandokan fa confusione fra mediterraneo e Borneo senza tralasciare il leitmotiv necessario al topic narrativo (e commerciale).
niente di trascendentale, spero di esser stato chiaro, ma tanto quanto bastò ad un fanciullo dei ’70 per mettersi a sognare il mondo e le sue musiche.
così oggi forse più nessuno legge il Salgari fuori tempo capace di immaginare un mondo mai visto ricostruendolo a tavolino fra volumi di geografia e botanica, almanacchi e atlanti zoologici, ma in molti custodiscono anime salgariane capaci di viaggiare lontano salpando dalle pagine di un libro o dalle note di un disco.
a loro, a me, e al responsabile dello splendido aggettivo salgariano vada questo umile e sognante omaggio.
p.s. le bandiere monocolore del partito oramai defunto erano quelle dei Pirati di Mompracem con l’inequivocabile Tigre della Malesia raffigurata al centro!
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Sandokan Original Soundtrack
grazie borguez per questo splendido regalo.
I libri di Emilio Salgari, di cui sono un fanatico, dovrebbero far didattica nei programmi scolastici nazionali a mio parere. Anch’io sono stato un tigrotto di Mompracem, e forse lo sono ancora, ma la figura del corsaro yanez de Gomera, che secondo me fa il paio con borguez de romagna è, e rimarrà per sempre l’idea dell’avventura esotica. Grazie ancora Corsaro Borguez de Romagna!
…e Buona Liberazione a tutti con la bandiera sventolante appiccata sul pennone del vascello della Libertà!!
buona liberazione! avanti!
Anch’io chiedo di salire su quel vascello e mi unisco alle celebrazioni.
Salgari, poi, è sempre stato uno dei miei miti.
Giusto l’altro giorno stavo pensando a come certi fuoriclasse del fumetto nazionale (ma anche internazionale) del calibro di Hugo Pratt, Dino Battaglia, Attilio Micheluzzi, Sergio Toppi … probabilmente non sarebbero esistiti senza figure come lo scrittore di Verona.
E questo è solo uno dei centomila esempi possibili quando ci si riferisce all’immaginario salgariano, la cui influenza abraccia trasversalmente ambiti artistici anche molto diversi, ma riuniti dalle stesse fascinazioni.
Grazie Borguez