amo la voce di Robert Wyatt: mi fa stare bene!
è balsamica, soddisfa il mio bisogno impreciso d’imperfezione, ammorbidisce il cuore che i giorni induriscono e culla diaframma e budella. e poi è calda. mi parla di qualcosa che non sapevo di sapere e continua ad indicarmi imperterrita la via sociale da seguire. ha quella coerenza che spaventa e fa tremare i polsi. l’unica percorribile!
amo anche la sua musica che di quella voce è corona e giacilio. e poi attendo i suoi dischi come piccole epifanie e mi trastullo fra quelli vecchi, sapendoli disposti casualmente nella libreria, a prendere polvere e a farsi trovare al bisogno.
non aspettavo un disco di Robert Wyatt e forse, proprio per questo, la sorpresa è assai più gradita. ma questo non è disco di Robert Wyatt, ma un disco around Robert Wyatt: che lo vede presente, in voce, anima e musiche (sue)! responsabile ne è l’Orchestre National de Jazz e il suo (attuale) direttore artistico Daniel Yvinec. ambizioso e prestigioso progetto che è lustro e vanto del Ministère de la Culture francese, promotore e finanziatore sin dal 1986.
l’Orchestre è progetto mutevole e progressista per sua stessa natura, fucina e laboratorio di progetti e iniziative che spaziano trasversalmente sul fronte della musica moderna, tenendo un piede fermo sull’idea imprendibile di jazz e l’altro libero di spaziare altrove.
nasce così Around Robert Wyatt (BEE JAZZ / Abeille Musique Distribution, 2009): 14 composizioni di Wyatt prese in consegna da Daniel Yvinec e arrangiate assieme a Vincent Artaud, e poi date in pasto alla maestria e all’interplay dei 10 musicisti che compongono attualmente l’orchestra.
le voci, a fianco di quella di Robert Wyatt, sono di Arno, Camille, Daniel Darc, Irène Jacob, Yael Naïm e Rokia Traoré.
ne nasce un disco pervaso di oscura dolcezza, dilatato ed espanso. voci e impasti sonori tengono la briglia a fasulle improvvisazioni. non forse di jazz si tratta e neppure di chissà cos’altro. si tratta di canzoni scritte da qualcuno che il jazz lo ha sempre avuto nel cuore e attorno (around), e a quel jazz immaginato ritorna. non toccandolo. non sprecandolo.
basta una Alifib interpretata da Rokia Traoré ed ecco svelato a ritroso (e in un circolo virtuoso) il tragitto misterioso della musica afroamericana, O Caroline di immutata bellezza e quella Del Mondo cantata in italiano e perseverante nel commuovermi! e poi Te recuerdo Amanda reinterpreta dallo stesso Wyatt a impressionare fra un fischio e una poesia popolare!
il primo album ufficiale dell’ONJ esce in versione doppia e regala nel secondo volume 4 tracce ulteriori. quella credo sia giusto donare sussurrando un benvenuto a quest’orchestra e un ben tornato ad un maestro.
E’ stata una sorpresa anche per me 🙂
Gran bel progetto (Alifib interpretata da Rokia Traorè è da urlo). La voce di Wyatt è sempre come una carezza…una carezza data col dorso della mano 🙂
Grande sorpresa. Il mio viaggio in treno di domattina sarà cullato con sapienza.
Il ritorno con dead man poi….non vedo l’ora
un viaggio che parte con Wyatt e ritorna con Neil Young: dove ti ha mai portato?
teniamoci strette certe carezze, di questi tempi.
a presto!
Favoloso, sono un fan incondizionale di Wyatt.
Favoloso è il neologismo, per volontario o meno che sia…
ciao Enver
La mia lingua madre ( spagnolo ) mi gioca certi scherzi ( l’italiano é la mia lingua padre ) , 95 parole su 100 sono uguali ma di solito uso quelle 5. Fabuloso ( meraviglioso )
Saluti.
la delucidazione è anche assai più bella del neologismo!
grazie della visita spagnola, ma soprattutto grazie della mail (tu sai!)!
!Hasta l’huego!
Saluti collega, in qualche modo anche con il link protector sono riusciti a rintracciarmi e cancellare un mio post sul nuovo album dei Madness ( un vero peccato ). Quindi resta aperta la questione.
Comunque Io sto a Roma, per cui se fai un giro alla capitale fammelo sapere e ci prendiamo un gelato insieme.
Hasta la vista.
Roma è lontana purtroppo!
ma non è escluso che un giorno ci si vedrà!
per ora sono io a dire a te di tenere duro!
Hasta siempre!