Roy Nathanson
Nearness And You: Duets and Improvisations by Roy Nathanson & Friends at The Stone

ricordo molto bene il volto basito di un amico mentre mi raccontava di quanto piccolo fosse The Stone di New York rispetto all’ingigantimento che la sua (nostra) immaginazione (tutta provinciale) aveva costruito intorno al locale di John Zorn. un locale stretto e lungo, una specie di grande autobus incastonato nell’angolo fra l’avenue C e la 2nd street, un budello dove l’avanguardia e la musica contemporanea hanno deciso di digerire, a ritmi pantagruelici, l’urgenza di sperimentare.
da qualche tempo la formula utilizzata da Zorn per gestire il cartellone è quella delle residenze artistiche: a scadenze settimanali gli artisti si susseguono in calendario invitando ed organizzando altri musicisti sodali per allestire i loro due set serali. un’occhiata alla bacheca degli eventi futuri credo renda immediatamente l’idea di che razza di aleph meraviglioso sia quell’angolo pietroso per il jazz e la musica d’avanguardia tutta. fra il 2 ed il 7 giugno 2015 l’artista residente è stato Roy Nathanson ed oramai è tardi per ferie regresse od improbabili viaggi nell’immediato passato prossimo.

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ma per fortuna in quelle serate di giugno un registratore è restato acceso proprio dalle parti del mixer, con il beneplacito di Zorn, a racimolare le divagazioni irriverenti che il sassofonista americano a voluto raccogliere intorno all’intramontabile standard scritto da Hoagy Charmaichel e Ned Washington: The Nearness of You è diventato così una specie di lietmotiv attorno al quale ospitare, costruire, improvvisare ed esercitare l’arte di cui Nathanson è maestro indiscusso: il divertissement, l’autoironia, l’understatement.
al fianco di Nathanson si sono così susseguite le incarnazioni dei suoi combos più noti, The Jazz Passengers e Sotto Voce, e con loro tutta una serie di musicisti che con lui hanno scritto una lunga carriera più che trentennale. il trombonista Curtis Fowlkes (praticamente un fratello d’arte), i pianisti Anthony ColemanMyra Melford Arturo O’FarrillLucy Hollier anch’essa al trombone e naturalmente con Marc Ribot.

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e sono proprio i duetti con questi musicisti che compongono un disco licenziato dall’etichetta portoghese Clean Feed (un bel colpo reciproco, non c’è che dire) e che porta il titolo di Nearness And You: Duets and Improvisations by Roy Nathanson & Friends at The Stone (2016). un lavoro intimo, irriverente, appassionato che ha la leggerezza di uno standard e lo sberleffo di una battuta sagace: sembrano davvero prendersi in giro questi musicisti e nel farlo sfottere un poco alcuni colleghi troppo seriosi o cervelloticamente impegnati. Roy Nathanson e Curtis Fowlkes canticchiano masticando The Nearness of You, ne stravolgono chorus e titoli, stiracchiandoli, pasticciando come fanciulli divertiti. il gioco a gongolarsi è assai più serio di quanto si creda e quando arriva la chitarra primitiva di Marc Ribot non resta che commuoversi.

Nearness and You- Duets and Improvisations by Roy Nathanson & Friends at The Stone

New York è lì fuori dal locale. la si può percepire attraverso questa maniera sghemba di suonare e vivere una musica che in questa città è cresciuta, si è ingigantita ed ora è persino capace di celebrarsi con irriverenza e maldestra serietà. 14 brani meravigliosi per condensare una lunga settimana di residenza e un’intera carriera di spavalda baldanza libertaria dentro il jazz. come una singola cartolina per raccontare una lunga vacanza.
Greetings from NY, yours Roy Nathanson!
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